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sabato 25 febbraio 2017

Ho un'amica di cui sono fedelissimo ammiratore: Scrive oltre che recitare. E scrive in sibilante stile immaginifico. Incrocia parole e ossimora contrasti di ammaliante allucinazione. Suo unico difetto: crogialarsi tra una pletora di fans specie al femminile, tra cui qualche vate di eccelsa fattura. Proprio oggi tra cotanti laudatores vien fuori un accostamenteo di Ornella al sommo Gabriele. Confesso che un tempo vi cascai anch'io. Ma dopo mi sono ravveduto, e come!. Sì, D'Annunzio tra l'altro è un fiume in piena di erudizione; la Pennacchioni odia persino la mia malcerta pratica erudita.
Per revvedermi ancora una volta. Gabriele sa tanto anche di musica. Parla di Salieri quasi un secolo prima di certe storpiiture dell'Amedeus di cionematografica fattura all'americana. Mi sorprende con questo richiamo alla Gavotta di Rameau. Solo che non capisco perché lo chiami LUIGI- Licenza poetica o bluff letterario sia pure del saccentissmo Abruzzese?
"Chi suona, giù, al pianoforte? Qualcuno accena, con la sordina, la GAVOTTA d Luigi Rameau, una gavotta piena di affascinante malinconia, quella che io sonavo dianzi." (v.p. 262 della edizione in mio possesso).
Si riferisce per caso a questa composizione?
w.https://www.youtube.com/watch?v=HuJ-LKEH6W0

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