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giovedì 13 aprile 2017

Racalmuto il paese senza eroi e con tanti eroi

 
 
 
Guai a quel popolo che ha bisogno di eroi guai a quel popolo che non ha bisogno di eroi
 
E Racalmuto, la mia Racalmuto la falsificata Regalpetra di Leonardo Sciascia soffre per entrambi questo tipo di guai.
 
Intanto una valida professoressa, credo non racalmutese, ha la brillante idea di onorare un eroe racalmutese che al contempo più che eroe fu tragica vittima di una indecente e crimnale speculazione mineraria: il salgemma di Racalmuto
 
Il solito superman della cultura racalmutese vi piomba dall'alto del suo volare alla stregua - lui sì - di un albatro 'bodeleriano'.
 
E così Filippo Villa ritorna agli onori delle pubbliche onoranze.
 
La vedova addolorata e inconsolabile la rivediamo sia pure nelle scialbe riproduzioni dei vecchi organi di stampa.
 
Per colmo di ironia la povera vittima del suo maldestro addentrarsi in una miniera di sale  saturo di gas mortali (che non dovevano esserci ma il Messana  ci dice perché ci stavano) viene nella stampa di Torino mal trascritto in Lavida.
 
Inizia una deformazione della verità che mi torna indigesta.
 
E così il mio caro compagno di scuola elementare Mimmo Cardillo, che se un eroe vi fu in quel tragico evento fu lui, diventa il negriero padrone della miniera e poi magari con qualche attenuazione il figlio del padrone della miniera. Esecrabile quindi.  Non degno di riverente memoria.
 
Eugenio Napoleone Messana, da sindaco 'comunista' del paese lo fulmina  appunto come "il figlio del proprietario della salina".
 
In effetti dal fascismo in poi nessuno può essere proprietario di miniere, neppure l'Italkali.
 
Ora come allora, l'Italkali invece notifica (da proprietaria super leges) al commissario di Racalmuto Petralia che bombarderà l'interno sempre di quella miniera omicida un tempo gestita dai Cardillo.
 
Il signor commissario in articulo mortis fa pubblicare quella insolente missiva nell'albo pretorio infotmatizzato e  se ne va via.
 
Subentrano per anni tre commissari governativi capitanati dall'attuale predetto Diomede.
 
Sprofonda un traliccio di 20 metri.
 
Tutti ignorano, figurarsi se può darsene pena Messana e il suo alfiere minor-maggioritario Guagliano.
 
Anzi per una statua di sale a lu chianu castieddru, l'Italkali la fa franca da tutti i pesanti gravami fiscali territoriali: tanto sta a Cozzotondo e Cozzotondo è territorio di Milena: l'afferma anche il mio grande Linneus Racalmutensis.
 
Che grande paese il mio piccolo paese!
 
Calogero Taverna, stanziale di tanto in tanto!  
 
 
 
 
 













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