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sabato 27 maggio 2017

Scusate la mia petulanza erudita. Mafia è una cosa 'ndrangheta un'altra. La Mafia o come si scriveva la MAFFIA  era un ordinamento giuridico per dirla alla Santi Romano. Aveva un codice, una gerarchia, un suo concetto di giustizia, di ordine. Essendo un antistato fu distrutta dal Prefetto Mori negli anni Trenta. Quella del dopoguerra dei vari Vizzini o Genco Russo è ben altra cosa, americanizzante: gli americani antenati di Trump in Sicilia non ci hanno portato la democrazia ma il loro raffinato gangsterismo.

La 'ndrangheta è una calabra escrescenza delinquenziale: ammazza anche donne e bambini per soldi, su commissione. Certi  esecrabili omicidi a Racalmuto furono compiuti  appunto dalla 'ndrangheta.
 
Confondere mafia per 'ndrangheta  non è solo un bisticcio  termologico è creare confusione,  antistoria e quindi menzogna. Non ci sto
 
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'ndrangheta

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'Ndrangheta
Struttura ndrangheta.jpg
Struttura tipica della 'ndrangheta
Nomi alternativila Santa, Picciotteria
Area di origineCalabria
Aree di influenzaItalia
Estero: Europa (Germania, Paesi Bassi, Kosovo, Albania, Regno Unito), Africa (Nordafrica e Sudafrica), America (Brasile, Messico, Venezuela e Canada) e Oceania (Australia e Nuova Zelanda)
Periodofine Ottocento - in attività
AlleatiCosa nostra, Camorra, Banda della Magliana, Mafia statunitense, russa, albanese, irlandese e israeliana
RivaliVarie bande di strada in Italia, e talvolta i suoi alleati
AttivitàRacket, traffico di droga, riciclaggio di denaro, estorsione, usura, prostituzione, gestione dei rifiuti, gioco d'azzardo, contrabbando, frode, traffico di armi, ricettazione, omicidio, gestione dell'edilizia, rapina, contraffazione, ricatto e corruzione
La 'ndràngheta ['ndraŋgeta],[1] nota anche come la Santa e Picciotteria,[2] è un'organizzazione criminale italiana di connotazione mafiosa originaria della Calabria, inserita esplicitamente dal 30 marzo 2010 nell'Articolo 41 bis dell'Ordinamento penitenziario italiano[3] e riconosciuta come organizzazione criminale unitaria e con un vertice collegiale nel processo Crimine dalla corte di cassazione il 18 giugno 2016[4].
Si è sviluppata a partire da organizzazioni criminali operanti nella provincia di Reggio Calabria, dove è fortemente radicata, anche se il potere mafioso è dominante anche nelle province di Vibo Valentia, Catanzaro, Crotone e Cosenza. La sua attività principale è il narcotraffico, seguita dalla partecipazione in appalti, condizionamento del voto elettorale, estorsione, usura, traffico di armi, gioco d'azzardo, traffico di esseri umani, e smaltimento di rifiuti tossici e radioattivi.
In Calabria svolge un profondo condizionamento sociale fondato sia sulla forza delle armi che sul ruolo economico raggiunto attraverso il riciclaggio del denaro. Questa attività, che le ha permesso di controllare ampi settori dell'economia dall'impresa al commercio e all'agricoltura, spesso con una forte connivenza di aree della pubblica amministrazione a livello locale e regionale di tutti gli schieramenti politici.[5] Secondo il rapporto Eurispes 2008 ha un giro d'affari di 44 miliardi di euro annui[6][7]. La relazione della Commissione parlamentare antimafia del 20 febbraio 2008[8] afferma che la 'ndrangheta «ha una struttura tentacolare priva di direzione strategica ma caratterizzata da una sorta di intelligenza organica», e la paragona alla struttura del movimento terroristico islamico Al-Qaida. Dal 2013, la 'ndrangheta è considerata tra le più pericolose organizzazioni criminali del mondo con un fatturato che si aggira intorno ai 53 miliardi di euro[2][9][10][11][12], con numerose ramificazioni all'estero (dal Canada all'Australia e nei paesi europei meta dell'emigrazione calabrese)[13].


Etimologia del termine[modifica | modifica wikitesto]

Il primo tentativo di una spiegazione etimologica di 'ndrangheta si deve a Ernesto Ferrero nel saggio "I gerghi della malavita dal '500 ad oggi" spiegandola come " una voce scherzosa e imitativa che riproduce la perentorietà dell'azione criminale"[14]. Nello stesso anno di uscita del saggio, nel 1972, Tullio De Mauro propone una connessione con le voci "'ndragarsi, 'ndragato" derivanti da "'ndragari": "diventar cattivo, infuriare"[15].
L'etimologia che ha riscosso più consenso è quella formulata da Paolo Martino nel saggio "Per la storia della 'ndranghita"[16][17] che ’ndrangheta o talvolta anche ’ndranghita deriverebbe dal greco classico, da cui i dialetti calabresi sono fortemente influenzati, andragathía (ἀνδραγαθἰα) traducibile con "valore, prodezza, carattere del galantuomo"[18][19].
La parola sarebbe sopravvissuta nel toponimo Andragathia Regio, ritrovata in età moderna, nel Thesaurus Geographicus[20] (1587) e designava un'ampia zona situata a cavallo tra le odierne Calabria e Basilicata mentre in un documento del geografo olandese Abraham Ortelius, pubblicato ad Anversa nel 1596 designava una regione del Cilento[17][21]. Anche la parola 'ndrina usata per indicare la famiglia di appartenenza è formata dalla stessa radice, e deriverebbe dal greco e significa uomo valoroso, da cui anche ’ndrinu usato in alcuni dialetti calabresi come sinonimo del corrispettivo napoletano guappu[21].
Secondo l'Accademia della Crusca la spiegazione di Martino è debole: la giustificazione della sopravvivenza della parola greca classica all'età moderna facendo riferimento al lavoro del cartografo olandese; poiché l'area cilentana era priva di riferimenti geografici e facendo riferimento alla sua cultura classica e molto probabilmente denomina l'area come Andragathia regio associando i lucani cilentani alla loro "fama di combattenti fieri e valorosi"[17]. Invece tralasciando le scarse fonti lessicografiche calabresi e cercando nel secondo volume del vocabolario siciliano curato da Giovanni Tropea (Catania-Palermo, 1985) sotto la voce 'ndrànghiti ‘associazione mafiosa' è registrata con le varianti 'ntràgniti e 'ntrànchiti. Quest'ultima variante coincide con il significato di: "interiora di capretto o di pecora" anch'esso con le sue varianti (ntragni, 'ntràgnisi, 'ntrànghisi) La parola deriverebbe dal latino interanĕa "interiora", in modo analogo ai corrispondenti francese entraignes, catalano entranyes, spagnolo entrañas ed il portoghese entranhas. L'unico dubbio è che sia stato il siciliano ad acquisire la parola dallo spagnolo o dal catalano e si sia andato a sovrapporre ad un già esistente 'ntrànchiti locale[17]. Il significato di "interiora, intestini" assume un significato nuovo e metaforico per "membri uniti da un legame interno, profondo, esclusivo e riservato"[17]. Il passaggio fonetico da 'ntranchiti a 'ndranghiti e viceversa si spiega con l'adattamento dei locutori della sonorità e della sordità consonantica[17]. La terminazione "-ti" è un suffisso dialettale calabrese di origine greca (-ta) per indicare un nome collettivo[17].
Secondo i due etnolinguisti John B. Trumper e Marta Maddalon invece la tesi proposta da Martino non è da rigettare ma piuttosto da rielaborare. In greco antico esiste la parola andragathìa derivata da andreìa che significa "coraggio" dovuto ad azioni militari e àndragàthema derivato di andragatho, "fare prodezze", termini ancora presenti nel mondo bizantino medievale e moderno e valide anche per il mondo calabrese. Sebbene il termine andragathìa sia ancora diffuso come afferma Martino, è anche vero che è diffuso col significato di "fare prodezze" e non di "coraggio". Mancano ancora oggi però dei riscontri su altri periodi storici per poter caratterizzare al meglio la storia linguistica della parola[22].
Nei dizionari calabresi il termine viene sempre tradotto genericamente come associazione malavitosa. Nel dizionario dialettale di Giovanni Malara (1909) le voci ndranali e ndranghiti fanno riferimento alla voce tracandali ovvero: "uomo balordo e stupido". I dizionari dello stesso periodo danno un significato simile. Rohlfs nel suo dizionario lo traduce come malavita[22].
La prima volta che si sente il termine ’ndrangheta è dallo scrittore Corrado Alvaro in un articolo del Corriere della Sera del settembre 1955.[23] Nella confessione di un certo Doldo in un verbale di un certo Nicola Zema del 12 maggio 1932 ricompare il termine sotto forma di dranghita mentre il termine ndranghiti viene ritrovato per la prima volta in un rapporto dei Reali Carabinieri di Bianco il 4 dicembre 1923 in collegamenti ad un'associazione basata sull'onore dei soci e dedite a crimini contro la proprietà[22].
Nel 1948 compare per la prima volta ndranghita nella rivista Crimen[24] in riferimento ad un'associazione della Locride a sua volta ripresa da un numero della Gazzetta delle Calabrie del 1932 che scriveva di ndrangata.[22] All'interno dei codici ritrovati dalle forze dell'ordine con le varie formule di rito, ma anche in molte canzoni dell'organizzazione più volte ci si appella a essa come onorata società.
A cavallo tra il XIX e il XX secolo tra le carte giudiziarie erano presenti anche i termini Picciotteria, Famiglia Montalbano e Camorra, l'ultimo in analogia ai fenomeni criminali del napoletano[25][26]. Picciotteria deriva da Picciotto che a sua volta viene fatto risalire alla forma dell'antico provenzale "pitxot variante francese di "petit"[22].

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