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sabato 10 giugno 2017

stasera esplose il rosso fra arcate vetuste, fra ninfe danzanti, fra sogni neppur lussuriosi, e lei imperiosa divina esplosiva persino garrula, come una novella Saffo nel tiaso delle sue fanciulle in fiore, come ad insegnare loro l'amore, il piacere, il bacio fra loro. Dionisiaca, poco apollinea e per scena se occore fors'anche oscena. Grande grande grande Patrizia. Ha mille sogni, ha memoria lontana, ha sgomenti, apprensioni, dolori, ma anche amori direi l'amore. La Masi recita non recitando, vivendo, obliando, femminilmente altera, dolce e pure in fondo ironica per dirompente intelligenza, per saggia compostezza. Ella è teatro, il teatro. E noi incantati plaudiamo. Diremmo prafrasando il suo Garcia Lorca: " Patriziaè à un potere e non un agire, è un lottare e non un pensare" ; 'questione di sangue, di antichissima cultura, di creazione in atto. E' lo spirito della terra ...  da non condondersi con il demonio teologoco del dubbio, né col diavolo cattolico, distruttore, quasi ebete.'

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