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domenica 8 ottobre 2017

Carissimo mio omonimo. Lillo Cacciato.
Mi pare che tu sia il solo a dare un segno di plauso al mio post irriverente contra omnia introdotto dalla sapidissima prosa di tal nostro ignoto grande paesano Nanà. Certo Nanà si mette a sparlare in punto di morte nientemeno che di Gramsci. Che non è proprio l'ultimo venuto ad onta della nostra sacra Via Fontis che E.N. Messana deterse per darla in titolo al gobbo sardo.
Dicevo oggi a mia moglie, ho scritto qualcosa di tanto ereticale che o passerà del tutto negletta anche agli occhi di qualche pia donna che si proclama mia assoluta ammiratrice o verrà fuori un putiferio.
Purtroppo sta avverandosi la prima ipotesi. Certo, eretico io, eretico Sciascia e a suo avviso eretico tal fratacchiuni fra Ddecu stavolta la cattedrale nel deserto mangiasoldi quale la elettrica Fondazione Sciascia non sorge.
Ti dirò: ho dato alle stampe una 'veridica storia' su Racalmuto antica. Per Tanu Savatteri sarei solo un modesto facitore di controstroria racalmutese. Questa vuole essere una storia e basta. Storia di Racalmuto, acida, irriguardosa. detersiva non per le parole scritte ma per i fatti descritti.
Stavolta questa mia fatica, in regola con gli obblighi editoriali, la vorrei presentare. Ma a modo mio. In un incontro-scontro tra gli addetti ai lavori racalmutesi. Mi riferisco a te, a Silvano Messina, a Sardo, a Picone, a Calogero Restivo e a qualche altro. Escluderei però un paio di sapienti che mi stanno sulle scatole.
Un dibattito su QUALE RACALMUTO? Ci stai?
--------- riporto.
Domenico Porzio: Parlavamo di tirannia, e della stupidità degli adulatori. Guarda però il caso di Cicerone, questo avvocato democratico e senatoriale, aspirante alla nobiltà. Ormai l'impero non poteva essere più governato con la repubblica. ma lui non si rassegna al cambiamento, vuole difendere le istituzioni, il Senato in cui oltretutto la corruzione e le sopraffazioni erano all'ordine del giorno. Come mai?
Leonardo Sciascia: Aveva una certa idea e la difendeva. Chissà, può darsi che se ne accorgesse che era tutto inutile, ma ci sono dei momenti nella storia in cui vedendo che tutto ci è contro non ci si arrende, si continuano ad affermare dei privilegi in cui si crede. Anche il fascismo a un certo punto sarà sembrato un processo irreversibile verso cui la realtà italiana si avviava, progrediva e in un certo senso migliorava. E tuttavia coloro che avevano dei principi lo avversavano, con il rischio di restare per sempre sconfitti. Se Mussolini non fosse entrato in guerra, probabilmente oggi avremmo Ciano a capo dello Stato.
Domenico Porzio: Tu dici?
Leonardo Sciascia: Sì.
Domenico Porzio: Ma come, ora che anche le monarchie di stampo comunista si dissolvono, vuoi che invece qui, senza la guerra, sarebbe rimasto il fascismo?
Leonardo Sciascia: Sì. Forse, l'uomo intelligente vede i germi della morte che sono presenti nell'apparente buona salute. Uno come Salvemini poteva intravedere nel fascismo i germi della morte. Ma non uno come Gramsci.
D.P.: Perché Gramsci non poteva?
Leonardo Sciascia: Perché Gramsci credo che degli uomini pensasse la stessa cosa. In definitiva pensava che gli uomini si governano così.
D.P.: Mi avervi detto una volta che purtroppo Gramsci non ha mai criticato Stalin.
Leonardo Sciascia: Credo che sia stato così. Non poteva. Il 'buio a mezzogiorno' coinvolgeva anche lui. La persona più stupida che ho incontrato nella mia vita è stata, posso dire, Robotti.
D.P.: Robotti il comunista?
Leonardo Sciascia: Il comunista, sì. Perché quando un uomo che non ha tradito viene preso dalla Polizia di Stato, torturato, gli rompono la spina dorsale e continua a credere nel comunismo, è uno stupido. E' assolutamente uno stupido. Sa dentro di sé di essere nel giusto, di non aver tradito, eppure viene accusato di tradimento di eresia e subisce le torture più spaventose, ma continua ad essere comunista. E continua a parlare di comunismo nel modo più stupido. Nelle 'Parrocchie di Regalpetra' non faccio un nome ma è lui l'uomo che viene a Racalmuto, tiene un comizio e spiega ai contadini che cosa è il Kòlchoz, ossia una specie di paradiso. I contadini erano vessati dall'ammasso obbligatorio: in quel momento capiscono che il Kolchoz è la continuazione dell'ammasso. Ed è allora che il Partito comunista tocca il punto più basso di voti. Nel 1948. Questo è uno stupido integrale. [ Fuoco all'anima, pagg. 102-104]
--- Fuoco all'anima è un libro messo all'indice. Non dalla chiesa ma dalla famiglia di Sciascia con ì'osanna dell'inutile ma dispendiosissima Fondazione Sciascia di Racalmuto. Pubblicato da Mondadori, ma finito nei magazzini in attesa che la famiglia si accontenti della partecipazione agli utili da vendita.
Lezione magistrale di Sciascia, ma acida orticante eretica blasfema. Se Gramsci non viene associato alla cretineria del comunista Robotti poco ci manca.
Il fascismo? una gran cosa. Se non ci fosse stata la guerra il capo assoluto dello Stato, dopo la morte di Ciano sarebbe sicuramente stato FINi. E ci avremmo guadagno. Altrove: mafia e antimafia le due grandissime piaghe della Sicilia.
Intelligenza siciliana a profusione. Se intelligenti noi siciliani la pensiamo come Sciascia anche se, come me, finiremo col vorare per Fava.
Questi centronordici non sono in grado di capirci a noi siciliani 'intelligenti'. Gli altri sono furbi e vogliono avere i favori che solo Angelino Alfano sarebbe in grado di fare. E non vogliono pagare le tasse perché sono totali evasori. I nordici ci mandano Rossi toscano a predicarci che dobbiamo pagare le tasse. Povero Fava, verrà sciolto nel nulla a prescindere dall'avvocato Pisapia, il Cicerone porziano del terzo millennio.
Medìtate gente. meditate.
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Lillo Cacciato
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Antonio Salamone
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