Contra Omnia Racalmuto

...per mestiere spiego bene agli altri quello che per me non comprendo.

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lunedì 2 ottobre 2017

martedì 30 luglio 2013

Quando frequentavo le sagrestie della Matrice di Racalmuto

 

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    CAMPANE A MARTELLO NEL TRIENNIO 1618-1620 !!!
    Nel settecento - Š da presumere molto fondatamente - il
    tilegatore ecclesiastico di Racalmuto mette assieme i fausti
    atti matrimoniali dell'ultimo ventennio del XVI secolo ed un
    lugubre fascicolo di contabilit... mortuaria della Matrice che
    riguardano un triennio: 1618-1620. E' propio
    da far scongiuri contro un archivista in tunica tanto
    greve ed alquanto iellatore. !
    Munitici di efficace antidoto scaramantico, possiamo indagare
    sull'ultima parte di quel libro di archivio. Dati, circostanze
    e notizie assurgono a ghiottoneria storica per la
    ricostruzione della Racalmuto secentesca, quella dei Girolamo
    del Carretto, tanto per orientarci. !
    Per il primo funerale del fascicolo, si annota che sono stati
    percetti cinque tar e 10 grani. Le esequie avvennero il 4
    ottobre del 1618, presente l'intero clero che sappiamo essere
    una compagine numerosa di una ventina di consocrati.
    Testualmente Š detto con grafia minuta e dimessa: 'a 4 di 8bre
    2a Ind. ivi8 (1518) - Paulo Pirrera si morse e fu sepolto a
    Santa Maria presente clero ...... tt.5 - 10'. Seguono altre
    469 annotazioni, sino al 19 novembre del 1620. La triste nota
    finale Š per 'Gerlanda di Gerlando Luparello <che> fu morta et
    sepulta allo Carmine <per>........tt. 5 - 10'. !!
    Valore di dati statistici assume il seguente riparto: !
    f-l1 Anno (periodo) n.ro (in ragione popolazione %o su media si-
    di anno) presunta pop. liana XIX
    1618(4.10-31.12) 49 196 5.000 39,20 28,91
    ottobre 18 216 5.000 43,20 28,91
    novembre 17 204 5.000 40,80 28,91
    dicembre 14 168 5.000 33,60 28,91
    1619 262 262 5.000 52,40 28,91
    gennaio 22 264 5.000 52,80 28,91
    febbraio 18 216 5.000 43,20 28,91
    marzo 11 132 5.000 26,40 28,91
    aprile 12 144 5.000 28,80 28,91
    maggio 5 60 5.000 12,00 28,91
    giugno 16 192 5.000 38,40 28,91
    luglio 47 564 5.000 112,80 28,91
    agosto 51 612 5.000 122,40 28,91
    settembre 27 262 5.000 52,40 28,91
    ottobre 22 264 5.000 52,80 28,91
    novembre 19 228 5.000 52,40 28,91
    dicembre 12 144 5.000 28,80 28,91
    1620(1.1-19.11) 159 179 5.000 35,80 28,91
    gennaio 20 240 5.000 48,00 28,91
    febbraio 25 300 5.000 60,00 28,91
    marzo 16 192 5.000 38,40 28,91
    aprile 15 180 5.000 36,00 28,91
    maggio 18 216 5.000 43,20 28,91
    giugno 10 120 5.000 24,00 28,91
    luglio 11 132 5.000 26,40 28,91
    agosto 9 108 5.000 21,60 28,91
    settembre 15 180 5.000 36,00 28,91
    ottobre 10 120 5.000 24,00 28,91
    novembre 10 180 5.000 36,00 28,91 !!!

     f+l2 Anche se gli sbalzi negli indici di mortalit... sono notevoli di
    anno in anno, siamo ancora in situazione di 'mortalit...
    normale'. Vi saranno nel 600 anni 'infaustissimi', come
    vedremo, in cui la morte falcidia con quozienti da capogiro.
    Un segno di recrudescenza nella mortalit... della Racalmuto del
    '600 si ha nel trimestre estivo del 1609 (con luglio
    interessato da un quoziente di mortalit... del 112,80 per mille
    e agosto quando il quoziente svetta addirittura fino al 122,40
    per mille. Come sapremo dall'analisi di altra
    documentazione pi- completa relativa ad alcuni decenni dopo,
    la calura estiva e gli inquinamenti idrici saranno le cause
    scatenanti di una vera strage degli innocenti: la mortalit...
    infantile, di per sŠ ferocemente estesa in quei secoli di
    scarsa igiene, esplode anco pi- virulenta in taluni periodi
    estivi. Tra questi, il 1619; l'anno successivo, inceve, la
    iattura risulta scongiurata. Notiamo una costante: i mesi pi-
    salubri sono quelli del quadrimestre intermedio marzo-giugno e
    di solito la mortalit... flette nei mesi che vanno da settembre
    a dicembre. !!
    In due anni e due mesi entrano nelle casse della Matrice - per
    funerali, esequie e sepolture dei 470 racalmutesi deceduti -
    38 onze e 26 tar. Al fine di orientarci sul valore della
    moneta in quei tempi a Racalmuto, ci avvaliamo del libro di
    contabilit... del Convento di santa Chiara di Racalmuto (cfr.
    Archivio di Stato di Agrigento - Inv. n. 64 vol. 533 - Libro
    di exito del Venerabile Monasterio di S. Clara fundato in
    questa terra di Racalmuto dell'anno 1649). Una salma di orzo e
    due di gesso costavano nel 1649 un'onza e 6 tar; un quintale
    di olio 3 onze e 18 tar; una 'sola' di cuoio e la relativa
    confezione di 10 paia di 'tappini' un'onza e dodici tar (42
    tar, dunque, per 10 paia di pianelle: se attribuiamo un
    valore attuale di L.10/11 mila per ogni paio di pianelle di
    cuoio, possiamo stimare in L. 2.500 circa un tar e in L.
    75.000 circa un' oncia, mentre il grano dovrebbe equivalere a
    L. 125). Vediamo altri dati: !
    - '1.12.'49 - a mastro Antonio
    Briganti lanaro per canne 50 di lana: onze 9 tt. 17 gg.10'
    (una canna equivaleva a m.2,064 e pertanto un metro di lana fu
    comprato a tt. 2 e 16 gg. e cioŠ a L. 4.500 di oggi, secondo
    il nostro calcolo); !
    - '1.12.1649 - mezza salma di 'scebba' ...onze 1 e tt. 6 (pari
    a L. 90.000) !
    - ' 1.1.1650 - vitto per un mese delle Monache <che nel 1699
    erano 8 professe, due novizie e 5 converse> ... onze 6' (pari
    ad attuali L. 450.000);
    - 'una salma di carbone ...onze 0 e tt. 24' (L. 60.000); !
    - 'a Francesco Barberi per 8 mesi di servizio .... onze 4'
    (L. 300.000); !
    - '27.3.1650 - 4 rotoli di cera lavorata onze 1 e tar 10'
    (L.100.000 e cioŠ a L. 31.500 a Kg. dato che un rotolo
    equivaleva a grammi 793,42); !
    - '1.4.1650 - a mastro Pietro Tagano per 16 paia di scarpe ...
    onze 2 e tar 4' (pari L.155.000 in totale e a L. 9.700 per
    ogni paio di scarpe a conferma dell'attendibilit... del nostro
    calcolo); !
    - '1.4.1650 - per cafisi tre di olio ... onze 1 e tt. 26' (in
    totale L. 215.000);
    - '1.6.1650 - a Francesco Barberi e Pietro Falletta per tre
    tumoli di lenticchie e 8 tumoli di fave ... onze 1 e tar 5'
    (pari a L. 87.500 e, quindi, a L. 463 a litro: 1 tumolo =
    litri 17,193); !
    - 'a Francesco Rizzo per 5 rotoli di candele onze 1 e tt. 20'
    (pari a L. 100.000 e quindi a L. 25.210 a Kg.). !!
    Ritornando alle entrate da funerali del 1618-1620, possiamo
    congetturare, sulla base dei riferimenti contabili precedenti,
    che quelle 38 onze e quei 26 tar non superassero i tre
    milioni e mezzo in lire attuali, forse i quattro e mezzo se
    supponiamo in un quarto di secolo un'inflazione comulativa del
    20/25%. Francamente un p• poco, essendo peraltro ripartiti tra
    almeno quattro cappellani accompagnatori: don Mario CURTO, don
    Giuseppe d'ASARO, don Giuseppe SANFILIPPO
    e padre Francesco Vintura, e - sia pure non sempre -
    con l'intero clero. !!
    Sono 122 i funerali a tariffa alta (pari al 25,96%), quelli
    definiti dagli archivisti di allora: 'grandi' e che costavano
    5 tar e 10 grani; i 'minori' (da un tar ad un tar e 10
    grani) sono 328 (69,79%) e 20 quelli gratuiti (4,26). !
    Il funerale gratuito era talora dovuto all'estrema miseria
    della famiglia del defunto, ma spesso era segno di rispetto
    per il risalto sociale o per le benemerenze religiose che il
    defunto vantava in vita o che riguardavano gli stretti
    congiunti. L'intero clero segue 'gratis' i funerali di:
    Vincenzo, figlio di Clementi MISSINA; mastro Giacomo BLUNDO;
    di Paula AMORELLA; di Girolamo PILLITTERI; di Pietro LO SARDO
    e del sacerdote don Francesco BUSCARINO. Ci sembrano 5
    cadaveri eccellenti per i quali la gratuit... delle onoranze
    funebri Š ben segno di distinzione. Tocca di accompagnare
    gratis al cappellano don Francesco d'Asaro, Vincenzo COFFARO
    della terra di Gibillina che Š deceduto allo 'Spitale. Qui Š
    il caso di parlare di miseria. Cos succede a padre Mario
    CURTO che gratuitamente accompagna all'ultima dimora (nella
    chiesa di S. Giuliano) Brandina LA BELLA, o Antonina LA
    SICHILIANA. A don Giuseppe SANFILIPPO tocca di farlo gratis
    per Paolo PILLICINO di Raffadali, morto all'ospedale e sepolto
    nella chiesa che vi era aperta al culto. !!
    Le annotazioni d'archivio provano che
    all'inizio del '600 erano le seguenti chiese quelle adibite
    alle sepolture: la chiesa di S.MARIA di GIESU;
    la chiesa del MONTE; la
    chiesa di S.GIULIANO; la chiesa di S. FRANCESCO; la chiesa
    della NUNZIATA; la chiesa del CARMINE; la chiesa di Santa
    ROSANA (in sei funerali Š citata in tale modo); la chiesa di
    S.NICOLAO; la chiesa dell'HOSPITALI. Sono
    nove dunque le chiese di Racalmuto documentabili
    con le carte parrocchiali in esame: siamo ancora lontani
    dalle 15 chiese foranee di cui parla la relazione 'ad limina'
    del 1699 fatta dal vesvovo di Agrigento, l'arc. Francesco
    Ramirez. Le chiese di S. Francesco, dell'Annunziata (e cioŠ la
    'major ecclesia parochi'), del Carmelo, di Santa Maria de
    Jesu e di S. Giuliano sono citate dal PIRRI che scrive proprio
    in quel periodo (le sue NOTITIAE SICILIENSIUM ECCLESIARUM sono
    del 1630-1633). Quanto alla chiesa che crediamo di leggere in
    Santa Rosana, si pu• formulare l'ipotesi che ad essa si
    riferisca il Pirri nel seguente passo: (r)pervetusta erat aedes
    ab an. 1400 circiter ubi, ad annum 1628, dipincta videbatur S.
    Rosalia V. in habitu eremitico, crucem et librum prae manibus
    gestiens; sed incuria aliquorum ob novum aedificium dicatum
    eidem Virgini, cuius colunt reliquias, cum societate animarum
    Purgatorii habente unc.70, deleta est. Il Pirri accenna anche
    alla 'domus hospitalis' che Š dedicata a S. Sebastiano: nei
    nostri atti la chiesa Š indicata solo come 'hospitali'. Non
    viene menzionata dal Pirri solo la chiesa di S. Nicola;
    peraltro questi accenna ad un 'coenobium cum Ecclesia S.
    Benedicti' che sarebbe sorta in tempo immemorabile 'prope viam
    qua itur Agrigentum', presso la via che conduce ad Agrigento;
    una chiesa comunque di cui ai suoi tempi si era persa la
    memoria. Olim erat, precisa infatti l'erudito abate netino. !!!
    Usuale interpolare note di cronaca nel libro contabile: forse
    oggi ci Š indifferente sapere che 'ad 9 di 9bre (1618) and•     
    alli Grutti Don Gioseppe Sanfilippo' e che 'a 23 di 9bre venne
    in Racalmuto d. Gioseppe Sanfilippo delli Grotti', ma allora
    l'interruzione era importante segnarla nel libro dei morti per
    don Filippo Acquista. Un'altra chiosa indica che 'ad 20 di
    Xbre ho visto le predette somme di denari e ci siamo agiustati
    con don Giuseppi Sanfilippo sino al presente giorno, Don
    Filippo Acquista'. 'A 8 di luglio (1619) - Š annotato altrove
    - venne il signor Archiprete di Roma'. Poi, 'a 9 di 7bre
    (1619) and• il sig.r Archiprete in Palermo' e, dopo una
    settimana, il 14 settembre 'venne il signor Archiprete di
    Palermo'. Quest'andare dell'arciprete, prima (a luglio) a Roma
    e subito dopo (a settembre) a Palermo fa pensare a qualch'una
    delle liti curiali ricorrenti nel Seicento in cui Š investito
    anche il clero Racalmutese. Memorabile rester... il processo
    romano al vescovo Traina, nel 1650-1, intentato da canonici
    ribelli di Agrigento (cfr. ASV - Relationes ad Limina 18/A -
    f 119 e ss.) !!!!
    GLI ANNI '60 DEL XVII SECOLO RACALMUTESE !!!!
    Uno spaccato tragico, triste, accorante, ma pur sempre trepido
    ed di marcata puntualit... storica, della RACALMUTO del seicento
    si coglie in un libro rilegato in carta pecora, ben tenuto e
    ben leggibile. !
    Gi... l'esordio Š un ricordo storico di forte interesse. La
    prima pagina Š di dedica, di intitolazione e di rilevanza
    documentale. (r)JESUS.MARIA.JOSEPH - premette il registro, che
    riguarda: - LIBER MORTUORUM IN TERRA RACALMUTI, in anno 3:e
    IND:s 1664 . 1665 . 1666 . 1667. 1668 . 60 . 70 ---
    Archipresbitero S. T. D:re Don Salvatore PETROZZELLA eiusdem
    terre qui hodie p:ma die Septembris 3:e Ind.s 1664, virtute
    Bullarum Apostolicarum datarum Rome die 18 Aprilis, et in
    Regno die 14 Augusti 1664, executarum, ac Agrigenti die 29
    eiusdem Augusti per ecc:mum et R:mum D:num D. Fra:cum GISULFO
    et USOVIO Agrig.num Antistitem presentatarum et executarum,
    possessionem eiusdem Archipresbiteratus Dei gratia est
    adeptus.¯ Con altra grafia, ed evidentemente otto anni dopo,
    viene annotato: (r)usque ad annum 1672 X ind. Die 31 Ag. ...¯. !!!
    Racalmuto era dunque un centro ecclesiale di grande
    importanza: per avere la sua arcipretura occorreva una Bolla
    pontificia (che il racalmutese Petruzzella ottiene il 18
    aprile del 1664); la quale doveva essere resa esecutiva dalle
    autorit... laiche del Regno (e nel nostro caso, da aprile si
    deve aspettare sino al 14 agosto del 1664); per essere infine
    esaminata ed approvata dal presule di Agrigento (sia pure a
    tambur battente, meno di 15 giorni dopo e cioŠ il 29 agosto di
    quell'anno). L'exursus d'esordio ci ragguaglia, in un latino
    limpido ed elegante, sulle procedure seicentesche che quanto a
    inceppi burocratici sono intricati come quelli d'oggid. !!
    Facciamo subito conoscenza con un altro eccellente arciprete -
    abbiamo avuto modo di apprezzare don Michele Romano - e
    apprezziamo che l'andazzo cinquecentesco di dare la parrocchia
    racalmutese a forestieri che, percetti i proventi tramite
    procuratori scelti fra i canonici di Agrigento, non avevano
    alcuna voglia di raggiungere il nostro altopiano, come quel
    non meglio precisato don Lexandro CAPOZZA o CAPOCCIA di chiss...
    dove che vien citato negli atti matrimoniali del 1598. !!
    Il Petruzzela Š dottore in Sacra Teologia e quanto a latino sa
    il fatto suo: quel 'possesionem est adeptus (da _adipiscor_)'
    Š un tocco di perizia quasi ciceroniana. Ci pare pi- bravo del
    suo predecessore cinquecentesco don Michele Romano che qualche
    sbavatura se la concedeva. Don Salvatore Petruzzella, dottore
    in teologia e nostro arciprete nella seconda met... del
    seicento, non ebbe purtroppo vita lunga: moriva a soli 43
    anni, il 29 maggio 1666. Fino a pochi giorni prima (l'11
    maggio) era sulla breccia nel suo ministero sacerdotale,
    confessando ed assistendo moribondi come il marito di
    certa Angela, Antonino LA LICATA BUMBOLO morto a 65 anni. !!
    (r)Anno domini 4.e Ind.is 1666 die 29 Maij Hora X:a - Sacerdos
    S. T. Dr. Don Salvator _PETROZZELLA_ Archipresbiter huius
    Matricis eccl.e Terre RACALMUTI, annorum 43 circiter, in sua
    propria domo huius predicte terre in Commmunionem sancte
    matris eccl.e animam Deo redidit cuius corpus eodem die
    sepultum est in hac Matrici eccl.a presente clero; confessus
    mihi Don Paulino Falletta Cappe.no die 23 eiusdem mensis Maij
    ac sanctiss.mo viatico refectus et tandem sacri olei untione
    roboratus die 27 eiusdem per D. Libertinum de AGRO' et
    Cappellanum.¯ A fianco dell'atto Š stato annotato: (r)il 6 di
    luglio 1666 si hanno agiustati li festuarij delli Ragioni di
    quarta per mano di don Libertino di Agro' a tutto il presenti
    giorno del 29 di Maggio presenti - Et finis sui
    Archipresbiteratus.¯ L'arida logica della contabilit... prendeva
    il sopravvento, oppure Š da ammettere che la vita (specie
    religiosa) continuava. !
    Qualche tempo prima(il 10 marzo 1665)
    era morto un altro racalmutese arciprete:
    si chiamava don Pietro CURTO e anche lui era dottore in sacra
    teologia. L'arcipretura, per•, l'aveva nella diocesi di
    Palermo e precisamente a Ventimiglia di Sicilia, ma era nato a
    Racalmuto (huius terre Racalmuti, viene annotato) e qui,
    assistito dall'arciprete Petruzzella e da don Mariano di
    Agro', viene a morire. Ha funerali gratuiti, Š presente
    l'intero clero ed Š sepolto nella Matrice. !
    Dell'arciprete CURTO parla il nostro Tinebra Martorana (cfr.
    pag. 163). Trae la notizia dalla lettera del governatore arabo
    di Racalmuto (Rahal-Almut) all'emiro di Palermo che sappiamo
    essere un volgare falso dell'abate Vella (sapida Š l'ironia
    sull'argomento di Leonardo Sciascia che pure degn• della sua
    mirabile prefazione il libro del Tinebra-Martorana - v. pag. 8
    ss.). Sulla fallace scia del malevolo abate Vella, il nostro
    storico Tinebra fa dell'arciprete Curto un gesuita autore di
    un non meglio precisato Corso filosofico che avebbe pubblicato
    nel 1656. A quel tempo il vero e non gesuita arciprete Pietro
    Curto era morto gi... da un anno. Chiss... perchŠ l'abate Vella
    fu preso dall'uzzolo di prendere un arciprete vero nato solo
    nella terra di Racalmuto e farne un sussiegoso filosofo
    gesuita. (r)Di quest'uomo che onor• Racalmuto, poco si conosce¯,
    dice il Tinebra. I nostri archivi parrociali ci fanno ora
    scoprire quando nacque e quando mor e dove fu arciprete. Non
    Š molto, ma Š gi... qualcosa. !!
    L'arcipretura di Racalmuto rimane vacante per un paio di anni
    e la sua amministrazione Š affidata ad un padre Economo.
    Succede a D. Salvatore Petruzzella,
    don Vincenzo LO BRUTTO il 7 novembre 1668. Anche costui Š un
    dottore in Sacra Teologia: (r)Anno D.ni 7.e Ind.nis 1668 Die 7
    novembris - precisa il nostro registro - liber mortuorum sub
    cura S(acre) T(eologie) D(octor) D. Vincentii _LO BRUTTO_
    arch.ri - vidit (segue la firma illeggibile, ma sicuramente
    attribuibile al nuono arciprete). Francamente, la sua cultura
    non ci sembra all'altezza del predecessore, ma forse Š anche
    lui racalmutese dato il cognome. !
    Come si vede, il Seminario di Agrigento sfornava dottori in
    teologia e Racalmuto non era da meno nel mandarvi suoi figli
    per addottorarvisi in teologia e divenire poi arcipreti che
    sappiamo essere ben remunerati. Don Francesco GISULFO -
    succeduto al chiacchierato e, pare, avarissimo Mons. TRAINA
    che per• istitu il seminario - in una sua relazione 'ad
    limina' (cfr. ASV - Realtiones ad Limina, AGRIGENTUM - A 18)
    esalta il seminario divenuto meta di studi da tutta la
    diocesi. Di tirocinanti (r)ad quod seminarium - scrive al Papa
    l' 8/11/1661 (cfr. ib. f. 173 e ss.) - magnus ex tota
    Dioecesi confluit numerus¯. Tali tirocinanti, che confuiscono
    in Seminario da tutta la Diocesi in gran numero, sono in
    quell'anno 40 alunni e 34 convittori. Da l provengono gli
    arcipreti di Racalmuto che abbiamo citato. !!!
    Dal 3 settembre 1664 al 27 agosto 1671, sono avvenuti a
    Racalmuto 1270 decessi. Dopo, si ha un'epidamia funestimma:
    (r)incipit indictio X.a amarissima - scrive in bella grafia il
    prete - in anno millesimo sexcentesimo septuagesimo primo
    (1.9.1671) infaustissimo¯. E' ancora arciprete don Vincenzo Lo
    Brutto che ci tiene a precisare di essere un dottore in sacra
    teologia. In quell'anno i morti furono tanti (quanti se ne
    erano verificati nei precedenti sette anni) da uscire dalla
    normalit.... E' il classico anno a 'quoziente di mortalit...
    anomala'. Per i nostri appunti di statistica racalmutese,
    traqlasciamo per il momento quei dati 'erratici'. Del resto la
    normalit... era tutt'altro che confortante: la vita media -
    esclusa la mortalit... al di sotto dell'anno - era appena di
    32,7 anni. Circoscrivendo la statistica a quelli che avevo
    superato il decimo anno di et..., la vita media non va oltre i
    47,2 anni ed anche a prescindere dalla mortalit... al di sotto
    dei vent'anni, la media della vita nella Racalmuto della
    seconda met... del seicento Š contratta in appena i 51,4 anni. !!
    Questo non significa che non vi fossero dei fortunati dalla
    vita lunghissima. La moglie del fu Paolino Missina, Antonia
    visse 102 anni (+ 15.8.1669); novantasei anni vissero Vincenza
    de Napoli e soro Francesca Curto una terziaria che era vedova
    di Antonino Curto; Geronima Vaccari visse 94 anni; il pi-
    longevo tra i maschi Š CIACHA (Sciascia) Vito che visse 90
    anni (+ 7/11/1669). Un primo scandaglio ci consente il
    seguente riparto: !
    f-l1 anni di vita n. su totale defunti %
    da 90 a 102 5 1.270 0,39
    da 80 a 87 24 " 1,89
    da 70 a 79 64 " 5,04
    da 60 a 69 80 " 6,30
    da 50 a 59 84 " 6,61
    da 40 a 49 97 " 7,64
    da 30 a 39 84 " 6,61
    da 20 a 29 53 " 4,17
    da 10 a 19 70 " 5,51
    da 1 a 9 188 " 14,80
    fino a 1 anno 521 " 41,02 !!
    f+l2 La mortalit... infantile, raggiungendo il 55,82% del totale dei
    morti nel periodo, Š perentoriamente sottolineata nella sua
    enorme dimensione. Pur se le donne sono le uniche a sfondare
    quota 90, appartiene a loro la preponderanza nel numero dei
    morti: 647 (50,94%) rispetto a 623 (49,06%). !!
    Una schematica sintesi dell'andamento della mortalit... in
    quegli anni pu• essere presentata come dal seguente prospetto:!!
    f-l1 Ind.ne Anni morti popolaz. quoz.nte quoz.mor.
    1.9-31.8 presunta mortalit... Sicilia       
                                            (a) per mille 1861 (b) !!!
             --------------------------------------------------------------
    III 1664-65 249 5.106 48,77 29,12
    IV 1665-66 198 " 38,78 "
    V 1666-67 136 " 26,64 "
    VI 1667-68 189 " 37,02 "
    VII 1668-69 229 " 44,85 "
    VIII 1669-70 185 " 36,23 "
    IX 1670-71 84 " 16,45 " !!!
    --------------------------------------------------------------
    (a) Da Dizionario Topografico della Sicilia, di Vito Amico.
    (b) Gino Longhitano, op. cit., pag. 987. !!!
    f+l2 L'indice medio di mortalit... del triennio 1618-1620 era stato
    del 42,47 per mille abitanti: quello del settennio 1664-1671
    scende addirittura a 35,54 per mille, di poco superiore al
    quoziente calcolato in Sicilia nell'anno dell'annessione
    all'Italia. La nona indizione 1.9.1670-31.8.1671 si
    contraddistingue per un quoziente di mortalit... tanto basso
    (16,45 per mille) da rangiungere livelli accettabili da
    inoltrato novecento. Si pensi che un siffatto quoziente viene
    raggiunto in Sicilia soltanto attorno al 1930 (1931=15,92 per
    mille). Ma Š segno fallace: col settembre del 1671 arriva la
    peste che si protrae sino all'agosto del 1672 uccidendo quasi
    un quarto della popolazione racalmutese. Si dovette aprire un
    cimitero, non bastando pi- le chiese per le fitte 1.260
    sepolture (con un quoziente di mortalit... pari a 247,77 per
    mille). Se consideriamo quest'ultimo quoziente, quello medio
    del periodo sale da 35,54 per mille a 141,15 per mille:
    quoziente tanto anomalo ed inconsueto quanto tragico e
    raccapricciante. Dopo quella mora, a Racalmuto non dovettero
    rimanere pi- di quattro mila persone. Ma la sciagura dette
    l'aire per una procreazione pi- intensa di quella gi... alta in
    uso e in un venticinquennio la popolazione di Racalmuto torn•
    sulle cinquemila unit..., come ci attesta il vescovo Ramirez nel
    1699. !!!
    La curva di mortalit... nel corso dei mesi si atteggia spesso in
    modo non difforme da quella vista per il triennio 1618-1620,
    ma frequenti sono le eccezioni che per di pi- sono molto
    chiarificatori della drammatica altalena della salubrit... del
    nostro paese nel seicento, giusta l'emblematicit... del
    seguente prospetto: !!!
    f-l1 _NUMERO DI MORTI PER MESI NEL 1664-1671_ !!!
    mese _@@@@@@@@@@@@@@i n d i z i o n i@@@@@@@@@@@_ media
    '64-5 '65-6 '66-7 '67-8 '68-9 '69-70 '70-71 media 1618-20
    III IV V VI VII VIII IX
    --------------------------------------------------------------!!!
    set. 15 13 9 17 49 18 7 19 21
    ott. 18 14 13 4 33 28 8 17 16
    nov. 20 8 13 11 17 19 5 13 18
    dic. 24 25 13 14 13 19 9 17 13
    gen. 23 29 16 23 15 23 21 21 21
    feb. 24 18 15 23 11 13 5 16 22
    mar. 28 17 14 15 10 8 3 14 14
    apr. 24 11 8 12 16 17 2 13 14
    mag. 18 12 8 10 8 9 5 10 12
    giu. 17 12 7 9 13 12 5 11 13
    lug. 23 22 9 16 12 9 4 14 29
    ago. 15 14 11 34 30 10 13 18 30
    --------------------------------------------------------------!!!!
     f+l2 Innanzitutto, la media dei sette anni Š conforme a quella del
    triennio 1618-1620 per il mese di gennaio (con un quoziente di
    mortalit... in ragione di anno pari a 49,35 su mille abitanti,
    che Š sempre un alto quoziente di mortalit.... Inclemenza del
    tempo e stenti vari, con problemi anche di nutrizione (si dice
    ancor oggi:dopu natali, lu friddu e la fami), il peggioramento
    repentino delle condizioni di vita, insomma, falcidiava la
    vita di vecchi e bambini. Per gennaio, tale recrudescenza di
    mortalit... Š una costante sia all'inizio del secolo sia verso i
    tre quarti. Marzo, aprile e maggio sono pure, conformemente
    alla media dei primi decenni del secocolo, mesi flessivi
    quanto a mortalit.... La primavera giovava proprio ai
    racalmutesi. Diverge la media di agosto: le more per tifo e
    per malattie infettive specie tra i bambini non erano puntuali
    in quel caldo mese, ma quando scoppiavano era davvero
    devastanti. Nel settennio, l'agosto simile al agli anni venti
    del 1600 si verific• nel 1668 e nel 1669, con quozienti di
    mortalit... in termini annui rispettivamente del 79,91 e 70,51,
    indici raccapriccianti. Il mese di agosto fu per• di bassa
    frequenza nei decessi nell'anno 1665 (35,25%o); 1666
    (32,90%o); 1667 (25,85%o); 1670 (23,50%o) e 1671 (30,55%o).
    Furono mesi di contratta mortalit...: novembre 1665 (18,8%o);
    settembre 1666 (21,15%o); aprile e maggio del 1667 (18,8%o);
    giugno 1667 (16,45%o); luglio 1667 (21,15%
     
    o); ottobre del 1667
    (9,4%o); giugno 1668 (21,15%o); maggio 1669 (18,8%o); marzo
    (18,8%o) maggio e luglio 1670 (21,15%o) e il terzo
    quadrimestre di quell'anno (17%o). Il mese che in assoluto
    ebbe il pi- basso quoziente di mortalit... fu aprile 1671
    (4,7%o), beffardo preludio della peste del successivo mese di
    settembre, peste che si protrasse per un anno come abbiamo
    prima segnalato. !! 

Lillo Taverna alle 23:44
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