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venerdì 6 ottobre 2017

Ritorno da Racalmuto, dopo un periodo di purificazione mentale e spirituale trascorso nella mia aprica Villa Merycal, in compagnia del mio loquace romeno.
Metto un po' di ordine tra le mie confusionarie carte e mi ritrovo questa graveolente paccottiglia di fotocopie di infami scritti a firma della Cernigoi e di Casarrubea, della Redazione di Malgrado Tutto e pure dell'ANPI di Palermo.
Ecco un turpiloquio storico e morale tendente a dare la patente di CRIMINALE di GUERRA per Lubiana al grande nobilissimo intemerato racalmutese nato nel 1884 nell'attuale via Messana n. 4 di Racalmuto, il gran. uff. commendatore dell'ordine sabaudo di san Maurizio e san Patrizio, il dottore Ettore Messana.
Ma quando mai?
Già nella pur furibonda chiassata parlamentare dell'on. Li Causi del 15 Luglio del 1947 la cosa veniva maliziosamente ventilata sapendo che era stata una smargiassata del regime titino che aveva preteso di mettere tutti nel sacco della criminalità di guerra dai civili ai militari che avevano dovuto svolgere mansioni amministrative civili e purtroppo anche militari a Lubiana per quella infelice avventura mussoliniana.
Il nome di Messana (anzi il solo cognome, non ne sapevano neppure il nome) finisce inserito per riempimento in uno scriteriato elenco che vien poi a Roma ridimensionato e portato al rigore giudiziario. E Messana viene immediatamente cassato. Non certo per raccomandazione o per altro ma soltanto perché del tutto estraneo ai fatti pur sospetti di criminalità militare.
In contesa con la Cernigoi che oltre a minacciarmi di stalking continua a giudicare Messana come "impresentabile" sono andato a procurarmi tutta la letteratura seria in ordine alla disavventura italiana a Lubiana.
In due testi di contrapposto orientamento che qui riproduco Ettore Messana non è neppure citato. Messana viene invece citato in un grosso testo in due tomi dello Stato Maggiore Italiano ma per documentare quello che si sapeva di già sin dai tempi dello storico T. Sala e cioè Messana, già fregato come questore di Palermo fu mandato a Lubiana come primo questore di quella neo provincia per collaborare con Robotti che in un primo tempo era fautore di una politica pacifista persino protettrice degli ebrei. Ma poi le cose peggiorano. Il Robotti spogliò la questura di ogni potere e poi ancora venne l'esercito per una politica aggressiva militarmente. Allora Messana entrò in conflitto con codesti suoi superiori tanto da perdere la questura di Lubiana dopo appena un anno e finire promosso ma rimosso a Trieste. E lì è tutta altra storia. Messana finisce male tanto da dovere scappare appena si costituisce la RSI in quanto con Senise aveva tramato contro la feroce gerarchia fascista. E Senise, profondo conoscitore del fascicolo personale di Messana nel descriverlo come questore "bravo" e coraggioso ne afferma la qualità di non avere "animo fascista". Altro che agente dell'Ovra o altre infamie arrogantemente stigmatizzate da Cernigoi, Casarrubea, I'ANPI di Palermo e purtroppo da Malgrado Tutto avallato da Egidio Terrana autore di una risposta insolente avverso la nobilissima e signorile nipote (vera) di Ettore Messana.
Mi domando a questo punto cosa aspetta la famiglia (vera) di Ettore Messana a sporgere denuncia per calunnia o in subordine di diffamazione aggravata a mezzo stampa di
- Claudia Cernigoi;
- il blog di Giuseppe Casarrubea;
- l'ANPI di Palermo-
e purtroppo Malgrado Tutto nella persona del direttore responsabile che dichiara di condividere le infamanti accuse ad Ettore Messama dott. Egidio Terrana e di altri fiancheggiatori più o meno palesi.
Non perché come scrive sapidamente ma alquanto impudentemente un mio amico di Malgrado Tutto io pretenda essere la STORIA mentre a la storia sono loro. Lo dimostrino.
Come racalmutese io mi sento offeso da tanta perfida calunnia verso Ettore Messana e se la la famiglia non si muove, se il Ministero degli Interni di Angelino Alfano, se l'omonimo sindaco di Racalmuto fa orecchie da mercante (ed io saprei perché) vorrà dire che mi rivolgerò a mie spese ai miei avvocati per una denuncia di delitti perseguibili di ufficio, dichiarandomi parte lesa.
Calogero Taverna

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