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domenica 19 novembre 2017

QUESTA è TELA SECENTESCA CHE SI ESPONE IN UN ALTARE DELLA NAVATA LATERALE SINISTRA DELLA MATRICE D RACALMUTO.
E' opera spuria. Nulla ha a che fare con la grande vicenda religiosa umana e civile di Racalmuto.
Una targhetta sempre più minuscola sempre più annerita sempre meno leggibile ci dice che fu dono di Aldo Scimè.
...
La strana donazione avvenne dopo che il laudato giudice Falcone mise sotto torchio il nostro grande Leonardo Sciascia. Gli contestava una visita ricevuta dal racalmutese Joe Macaluso volta ad estorcergli un pamplet a difesa di Sindona.
Smarrito Sciascia, il vanesio giudice Falcone, come si vanta in una intervista concessa alla giornalista francese Marcelle Padovani, ebbe a terrorizzarlo minacciandolo di contiguità con la mafia.
Da questa violazione del segreto istruttorio trasse spunto poi il figlio del generale Della Chiesa (Nando) per indecenti infamie contro Sciascia, come appare in un duro articolo dello Scrittore sull'Espresso ( ripubblicato tempo dopo silla 'a futura memoria, se la memoria ha un futuro', dell'intemerato nostro concittadino).
Sciascia ne fu talmente sconvolto da quella crudeltà accusatoria del Falcone da perdere le sue difese immunitarie e finire i suoi giorni con il male estremo del Secolo in quel di Milano.
Temendo irruzioni della Guardia di Finanza come colluso con la mafia di Sindona, Leonardo Sciascia cerco di liberarsi di carte, documenti tele e quadri di un qualche temuto sospetto.
Mi si disse che questa fu una tela appertnuta a Sciascia. Affidata ad Aldo Scimè, l'astuto amico la trafugò a Racalmuto e la 'regalò' all'allora arciprete mons. Alfonso Puma, che a scanso di equivoci la espose, sì, ma con una targhetta sotto di precisazione del donante,
Pare che il donante consegnava una tela 'non sua', mi si sussuirra pervenuta da una chiesetta belga che si era incendiata.
Noi racalmultesi non credo che abbiamo voglia di tenerci nella nostra mirabile chiesa madre una tela belga trafugata. Forse il nucleo carabinieri dediti al recupero delle opere d'arte rapinate dispongono di denunce o segnalazioni riguardanti anche questa tela inverecondamente esposta sopra uno storico altare racalmutese. Nel caso potrebbero (e dovrebbero) venirsela a prendere. Fedeli come me, fanatici della intangibilità della veridica nostra storia, ne sarebbero lieti, come liberati da un colto imvroglio.
Calogero Taverna
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