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venerdì 19 gennaio 2018

Dispersi 1916 - soldato Scibetta Giuseppe, nato a Racalmuto il 23 gennaio 1890 - arruolato nel 5° Rgt. Fanteria Brigata Aosta - disperso il 14 giugno 1916 - a Zagora  nell'attacco al Monte Kuko - Monte santo Stefano 

 
 

Fanteria - 5° e 6° reggimento, brigata Aosta



Scheda

Alla vigilia della guerra la Brigata si trova a Gemona, alle dirette dipendenze del Comando zona Carnia; il 3 luglio il 6° reggimento é inviato nel settore passo Monte Croce Carnico - Pal Piccolo - Pal Grande, mentre il 5°, a Sella Nevea ed in Val Raccolana, appoggia le truppe del IV° corpo d'armata che attaccano il caposaldo di Plezzo. Nei mesi successivi la Brigata, in concorso con truppe alpine, tenta la conquista della linea nemica sul monte Rombon. Dopo giornate di dura lotta la nostra prima linea è a pochi metri da quella avversaria; il 23 agosto, resistendo gli austriaci sul Rombon, si decide per un obiettivo secondario, la cima del Kukla, che viene preso da una colonna mista di alpini dei battaglioni Ceva e Val Ellero. Terminate le azioni di assestamento del fronte Carnico, col sopraggiungere dell'inverno 1915 -1916, solo piccole pattuglie esplicano funzioni di controllo lungo la prima linea. Ai primi di marzo del 1916, i due reggimenti della Brigata Aosta si riuniscono nella conca di Plezzo, scaglionandosi nel settore destra Isonzo-pendici del Kukla; il 19 marzo gli austriaci (la Quinta battaglia dell'Isonzo, 11-15 marzo 1916, era appena terminata), preceduti da un bombardamento a carattere distruttivo, attaccano di sorpresa riuscendo a superare le nostre difese in fondo valle, a sera l'8° e 9° compagnia del 5° reggimento contrattaccano alla baionetta e la prima linea torna quella del mattino. Con la ripresa della spinta offensiva sull'Isonzo, Sesta battaglia dell'Isonzo (6-17 agosto 1916), i due reggimenti della Aosta vengono separarti: il 6° rimane nella conca di Plezzo ed il 5° si scagliona con due battaglioni attorno a Zagora ed uno sul Carso. Particolarmente intensa è la lotta attorno a Zagora, dove le truppe italiane attaccano a fondo il settore Kuk-Monte Santo, difeso ad oltranza e mantenuto dalla 62° divisione austriaca. Il 2 novembre, iniziatasi la Nona Battaglia dell'Isonzo (1-4 novembre 1916), la Brigata, riunitasi già a fine agosto, viene dislocata nel settore del Pecinka, dove l'artiglieria nemica non da tregua, causando sensibili perdite soprattutto nel 5° reggimento. Fino alla fine dell'anno i fanti della Aosta rimangono in trincea tra il Pecinka e Dosso Fajti. Nell'aprile del 1917, la Brigata si trasferisce sull'Altipiano d'Asiago, quale riserva del XX° corpo d'armata, a luglio passa in prima linea dislocandosi nel tratto Strigno-Cima Caldiera, di fronte all'Ortigara. Dopo la Dodicesima battaglia dell'Isonzo (24 ottobre-10 novembre 1917), la Aosta arretra sul Grappa, raggiunto l'8 novembre, schierandosi sulla nuova prima linea di Col Caprile-Col della Berretta-Col Bonato. Su queste posizioni i due reggimenti attendono la spinta austro germanica. Il 26 novembre la lotta per il possesso di Col della Berretta è in pieno svolgimento, il nemico, col continuo affluire di rinforzi, sfonda le difese italiane; il contrattacco è portato dal II° battaglione del 5° reggimento che riesce a contenere gli avversari fino all'arrivo di nuove truppe di rincalzo. In questa azione il battaglione viene praticamente annientato, il valore dei fanti della Aosta è riconosciuto dallo stesso avversario, nel diario di guerra della XIV armata germanica si legge: "Alle 4 del pomeriggio reparti della divisione Edelweis occupano il Col della Berretta, ma non riescono, in seguito a contrattacchi del nemico, a mantenere il successo." La Edelweis era una delle migliori divisioni germaniche. Dopo queste giornate di lotta, la Brigata viene mandata a riposo. Il 15 giugno 1918 l'Austria lancia l'Ultima grande offensiva (15-23 giugno 1918) la Brigata in quei giorni è in linea sul Montello; il giorno 17 è tra le case di Nervesa, con la 48° divisione, schierata lungo l'argine della ferrovia presso San Mauro ed impegnandosi con tutti i reparti nel contenere l'attacco avversario. Il 21 giugno, dopo che in soli sei giorni ha perduto 1223 uomini, viene sostituita ed inizia turni di riposo e trincea nella regione del Grappa. Durante le giornate della battaglia di Vittorio Veneto (24 ottobre-4 novembre 1918), riceve l'ordine di impadronirsi dei monti Vaderoa e Spinoncia, partendo dalle posizioni sul Salarolo. Alle ore tre del giorno 24 ottobre, la nostra artiglieri apre un fuoco distruttivo sulle posizioni austriache del Valderoa, alcune ore dopo il 5° reggimento attacca, mentre il 6° ne protegge il fianco dislocandosi sul Monte Medata; l'azione ha successo, tuttavia la reazione del nemico non si fa attendere ed un cannoneggiamento violentissimo sorprende allo scoperto i fanti dell'Aosta sulle rocce del monte Spinoncia. Nei giorni seguenti la situazione diviene critica perché sul Salarolo nuclei nemici fermano la nostra avanzata ed il Valderoa, conquistato, è dominato dallo Spinoncia ancora austriaco. Il 31 ottobre, finalmente, le creste del Salarolo e dello Spinoncia sono occupate, il 6° reggimento incalza il nemico in ritirata lungo le valli Cinespa, Tas e Maora. A sera giunge nella Conca di Schievenin, dove si accampa ed attende la fine della guerra.
Paolo Antolini


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