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lunedì 29 gennaio 2018

Sommessamente mi pare di poter dire che con l'Etruria Renzi c'entra eccome! Altra cosa se mi chuedono come. Renzi ha grandissime responsabilità vantandosi persino di esere l'artefice della disastrosa legge distruttiva delle POPOLARI, a cominciare dell'Etruria (dico io) che Popolare era ed ora è un rudere esiziale. Renzi con l'Etruria c'entra nel senso che non seppe adoperarsi onde non far disperdere un grande patrimonio bancario e creditizio, Si fa insolentire da Visco che neppure gli risponde. Se non aveva complessi di colpa, il giorno dopo Visco andava a casa. L'affossamento dell'Etruria nasce da una dissennata indebita illegittima qualificazione 'soffrente' di buoni crediti dovuta ad imberbi ispettorini della BI e ad una condanna anticostituzionale della BCE. Un Renzi con le palle avrebbe dovuto fustigare queste devianze nazionali e comunitarie. Diciamo che ha peccato per ingenua incompetenza. E mi si scusi: chi sbaglia deve pagare. La Repubblica tutela il risparmio dice la Costituizione e nel caso di specie la BCE ha impartito un ordine anticostituzionale. A opporsi doveeva essere la Repubblica per il tramine del Capo del Governo pro-tempore, come dire Renzi. Il quale Renzo non è certo responsabile della legge Letta che ribaltando la legge Tremonti ordinò la dissennata 'privatizzazione' di Bankitalia, ma dopo fu lui a sollecitarne l'attuazione ben al di là dello stesso spirito della legge Letta. E poi si mise a piangerci sopra. Lagrime di coccodrillo' O peggio? Non si accorgeva che si scavava la fossa? La banca d'italia con quella privatizzazione azionaria finiva castrata di ogni sovrana vigilanza a difesa del risparmio ai sensi dell'art. 47 della Costituzione; cadeva nelle grinfie mercantilistiche dei c.d. costi/benefici della BCE, Visco diveniva automaticamente un subalerno di Draghi. Lo sfascio bancario italiano che ne seguì è sotto gli occhi di tutti. E' Renzi che doveva correre ai ripari. Non seppe non fece neppure capì. E che cavolo di uomo di Stato era? I suoi sicofanti per cortesia non rompano. Ancor più gravi le colpe per inidoneità di Renzi nella storia del MPS. Il MPS sino al 6 agosto del 2010 era una superna BANCA per merito dei comunisti delle precedenti DEPUTAZIONI. Lo posso dimostrare con il rapporto Bankitalia a firma del dr. Vincenzo Cantarella, del dr. Biagio De Varti, del dr. Giordano di Veglia, del dr. Angelo Rivieccio (dal 18.05) del dr. Federico Pierobon, del dr. Omar Qaram. In meno di cinque anni mi vogliono far credere che il gloriosissimo MPS della vetusta Senesità sarebbe diventato una cloaca massima. Impossibile! La BCE ha comandato. Renzi non ci ha capitro nulla. Almeno insufficiente lo è stato. Quindi lasciamo stare Bersani e D'Aema che mi risultano non avere incarichi governativi in questo apocalittico (per il MPS) tracollo. Anticomunismo viscerale ancora una volta, Fecale linguaggio di siffatti patetici 'viscerali'. E le mie riserve d'indole bancaria e creditizia si estendono ai casi della esplosdiva Banca Popolare dci Vicenza (alias Zonin) e di quell'altra veneta che ai miei tempi si diceca di Montebelluno. Una parola chiarificatrice la doveva dire l'apposita Commissione Banche voluta da Renzi. Abbiamo assistito ad una commedia degli equivoci con l'epigono farsesco di Casini finito nelle grazie di Renzi.
Calogero Taverna

 

 

 

 

 

 

lunedì 1 gennaio 2018


Banca Popolare di Vicenza

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Banca Popolare di Vicenza S.p.A. in L.C.A.
Logo
StatoItalia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione1866 a Vicenza
Sede principaleVicenza
FilialiBanca Nuova e FarBanca
Persone chiave (commissari liquidatori)
SettoreBancario
Utile nettoRed Arrow Down.svg - 497,1 milioni di (2014)
Dipendenticirca 5000 (2016)
Slogan«Tradizione e futuro»
Sito web
La Banca Popolare di Vicenza è un ex istituto bancario con sede a Vicenza, in liquidazione coatta amministrativa dal 25 giugno 2017 a seguito del Decreto-legge n. 99/2017.
Per effetto dell'atto di cessione d'azienda stipulato nella notte fra il 25 e il 26 giugno 2017, le centinaia di filiali della banca appartengono ora ad Intesa Sanpaolo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce nel 1866 come prima banca vicentina e prima banca popolare nel Veneto. Per più di un secolo rimane radicata esclusivamente nel territorio cittadino.
A partire dagli anni 80 del '900 inizia un'importante politica di sviluppo dell'istituto, prima con l'acquisizione di alcune banche locali vicentine (Banca Popolare Agricola di Lonigo nel 1985, Popolare di Thiene nel 1988, Popolare dei Sette Comuni-Asiago nel 1991) poi con l'apertura di filiali nel Nord Ovest e nel Nord Est, assorbendo altre banche (Banca Popolare di Venezia nel 1994, Popolare di Castelfranco Veneto e Popolare di Trieste nel 1996, Popolare della Provincia di Belluno nel 1997, Popolare Piva di Valdobbiadene e Popolare Udinese nel 1998), dando vita al Gruppo Banca Popolare di Vicenza.
Nel 1998 la Banca Popolare di Vicenza entra a far parte, insieme al Banco Bilbao Vizcaya Argentaria e all'INA, del nucleo degli azionisti di riferimento di Banca Nazionale del Lavoro (BNL).

L'acquisizione di Banca Nuova e CariPrato[modifica | modifica wikitesto]

Nel biennio 2000/2002 è stato avviato un complesso ridisegno dell'istituto. Dal restyling di logo e marchio (che passa da Banca Popolare Vicentina a quello attuale) si arriva al "Progetto Centro-Sud" con l'acquisizione di Banca Nuova (sede a Palermo) e Banca del Popolo di Trapani che vengono fuse in Banca Nuova. L'Istituto è presente in tutti i principali centri di Sicilia e Calabria con più di 100 filiali.
Nel 2002 entra a far parte del gruppo BPVi anche la CariPrato.
Il gruppo taglia il traguardo dei 500 sportelli ai quali vengono aggiunti 30 sportelli acquisiti dall'Antonveneta in Sicilia.
Nel 2007 acquisisce da UBI Banca 61 sportelli nel bresciano e nel bergamasco[1].
Il 2 novembre 2008 il palazzo che ospita "BPVi Formazione" di via Cengio in città (il centro di formazione per i dipendenti dell'istituto) è stato oggetto di un attentato estremista verificatosi intorno alle sei di mattina che, vista la giornata e l'ora, non ha causato vittime. Una pentola a pressione con tre bombole da campeggio collegate con cavi, un tubo con polvere da sparo e alcune bottiglie infiammabili innescate dalla diavolina sono state collocate davanti all'ingresso dello stabile e fatte esplodere. L'attentato (rimasto senza rivendicazione) ha causato danni per alcune decine di migliaia di euro.
Il 1º gennaio 2011 il gruppo incorpora completamente la CariPrato. Nello stesso anno l'istituto apre due sedi di rappresentanza: la prima a Milano, in via Turati 12 (nei pressi del palazzo della Borsa Italiana), e la seconda a Roma, nel Palazzo delle Assicurazioni Generali in piazza Venezia (di fronte all'Altare della Patria); inizia, inoltre, la prima campagna pubblicitaria televisiva su scala nazionale.
Inoltre la banca è presente nell'azionariato della Banca della Nuova Terra (19,61%)[2]

Inchiesta giudiziaria del 2015 e la trasformazione in S.p.A.[modifica | modifica wikitesto]

Il 22 settembre 2015 vengono effettuate perquisizioni da parte della GdF.[3][4][5] Le indagini riguardano il periodo precedente al dicembre 2014, cioè prima che la vigilanza sulla banca Popolare di Vicenza passasse dalla Banca d'Italia alla Banca centrale europea e che quest'ultima intervenisse imponendo una drastica pulizia nei conti che ha comportato svalutazioni e perdite per miliardi di euro.
Risultano indagati per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza il presidente Gianni Zonin e l'ex direttore generale Samuele Sorato.
L'amministratore delegato Francesco Iorio ha varato un nuovo piano industriale che punta ad un ritorno all'utile nel 2016, con la chiusura di 150 filiali "improduttive", l'eliminazione di tutte le partecipazioni non profittevoli (eccetto la partecipazione in Cattolica assicurazioni, ritenuta strategica), l'aumento di capitale in aprile 2016 e, subito dopo, la quotazione in Borsa.
Il 23 novembre 2015 il presidente Zonin rassegna le sue dimissioni dopo quasi 20 anni alla guida della banca. Al suo posto viene nominato l'imprenditore vicentino e vicepresidente di Confindustria, Stefano Dolcetta.
Il 5 marzo 2016 più di 11 mila soci della banca si sono riuniti in assemblea per votare la trasformazione in società per azioni, l'aumento di capitale e la quotazione in Borsa. Tutte le tre delibere sono state approvate, non senza polemiche e contestazioni.

Il controllo del Fondo Atlante[modifica | modifica wikitesto]

All'aumento di capitale di fine aprile 2016 aderiscono solamente 5.000 vecchi azionisti su 120 mila, corrispondenti al 7,66% del capitale sociale, notevolmente meno della percentuale minima stabilità dalla Borsa Italiana per assicurare un flottante sufficiente, pari al 25%; per cui il 2 maggio viene negata l'autorizzazione alla quotazione sulla Borsa di Milano. Come conseguenza di ciò le domande presentate sono considerate nulle e tutto l'aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro, con l'emissione di 15 miliardi di nuove azioni a 0,10 euro, viene interamente sottoscritto dal Fondo Atlante, che arriva così a controllare il 99,33% del capitale azionario dell'istituto.[6]
In seguito alla strategia perseguita dal fondo Atlante di fondere le 2 controllate Popolare di Vicenza e Veneto Banca, Francesco Iorio[7] ha rassegnato le dimissioni il 6 dicembre 2016, il suo posto è stato preso da Fabrizio Viola che persegue tale strategia.

La cessione gratuita ad Intesa SanPaolo[modifica | modifica wikitesto]

Il 23 giugno 2017 la Banca Centrale Europea accerta che la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca sono in dissesto o a rischio di dissesto. Il 25 giugno 2017 il Governo Gentiloni approva il Decreto-legge n. 99/2017, che dispone la liquidazione coatta amministrativa delle due banche. Nella notte fra il 25 e il 26 giugno i commissari liquidatori nominati dalla Banca d'Italia, in attuazione delle indicazioni del Ministero dell'economia e delle finanze, provvedono alla cessione di attività e passività aziendali a Intesa Sanpaolo, al prezzo simbolico di 50 centesimi di euro per ciascuna delle due banche. I crediti deteriorati, esclusi dalla cessione, saranno successivamente trasferiti a una società a partecipazione pubblica.

La struttura della banca[modifica | modifica wikitesto]

La banca contava 418 filiali (più 80 della controllata Banca Nuova) distribuite così:
(Dato aggiornato al 25 giugno 2017)
Regioni Filiali
Veneto 190
Lombardia 67
Toscana 61
Friuli Venezia Giulia 49
Lazio 19
Emilia-Romagna 16
Liguria 5
Piemonte 2
Puglia 2
Trentino 2
Umbria 2
Abruzzo 1
Campania 1
Marche 1
La presidenza e la direzione generale dell'istituto è nella "zona banche" di Vicenza in via Battaglione Framarin. La sede storica è situata in Corso Palladio presso il palladiano Palazzo Thiene.
La banca è articolata in 5 direzioni regionali: direzione regionale Lombardia-Liguria e Piemonte (sede a Milano), direzione regionale Veneto occidentale (sede a Vicenza), direzione regionale Veneto orientale (sede a Treviso), direzione regionale Toscana (sede a Prato), direzione regionale Centro Sud Italia (sede a Roma).
Logo Banca Popolare di Vicenza.png
Cariche sociali
La Banca d’Italia ha nominato gli Organi liquidatori nelle persone dei sigg. dott. Claudio Ferrario, prof. avv. Giustino Di Cecco e dott. Fabrizio Viola, quali Commissari liquidatori, e dei sigg. avv. Maria Elisabetta Contino, prof. avv. Francesco De Santis e prof. avv. Raffaele Lener quali componenti del Comitato di sorveglianza.

La banca e il territorio[modifica | modifica wikitesto]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

La Banca Popolare di Vicenza è proprietaria di due importanti palazzi:
  • Palazzo Thiene a Vicenza: fa parte dei palazzi vicentini Patrimonio Mondiale dall'Unesco. Aperto al pubblico dopo un complesso restauro, nel 1999 è stato inoltre insignito del Premio Europa Nostra patrocinato dalla Comunità Europea. Edificato nella metà del '500 da Andrea Palladio, ospita al suo interno in esposizione permanente la Pinacoteca con la collezione d'arte antica della Banca, la collezione di Arturo Martini, il piccolo museo dedicato a Remondini e l'unica collezione completa al mondo visibile al pubblico di Oselle dogali veneziane.
  • Palazzo degli Alberti a Prato: è stato sede storica della Cassa di Risparmio di Prato. Il Palazzo risale al XIII secolo come testimoniano i loggiati e le aperture. Ospita attualmente nella Galleria d'Arte la collezione d'arte raccolta da Cariprato tra cui tre dipinti: la Madonna col Bambino di Filippo Lippi, il Crocifisso con cimitero ebraico di Giovanni Bellini e la Coronazione di spine del Caravaggio. Nel 2013 è emerso che queste opere, prestate due anni prima per una mostra temporanea a Vicenza, non saranno restituite a Prato. Contro tale decisione e contro la minaccia di ulteriori spoliamenti della galleria pratese si sono mobilitate la cittadinanza e le autorità della città toscana[8].

Film[modifica | modifica wikitesto]

Da alcuni anni la banca collabora con le case cinematografiche finanziando le nuove pellicole avvalendosi dello strumento del tax credit[9]; tra i film co-prodotti dall'istituto ci sono:

Sport[modifica | modifica wikitesto]

In campo calcistico l'istituto è stato sponsor ufficiale del Vicenza Calcio, della prima squadra del Real Vicenza, top sponsor dell'Udinese Calcio e sponsor amministrativo del Palermo Calcio (attraverso Banca Nuova).
Nel rugby è stato sponsor del Rugby Vicenza, del Rugby Rovigo, i Rugby Club I Cavalieri di Prato e del Petrarca Padova.
Nel basket è stato sponsor della Pallacanestro Vicenza e, nel settore giovanile, della Scuola Basket Reggio Emilia e la Pallacanestro Reggiana.
Nell'ambito podistico l'Istituto ha sostienuto gare quali la StraVicenza e la Maratonina di Udine.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le Banche del Gruppo Ubi Banca approvano la cessione di 61 sportelli a Banca Popolare di Vicenza, su gruppopopolarevicenza.it.
  2. ^ Azionariato - Banca della Nuova Terra, su bancanuovaterra.it. URL consultato il 25 aprile 2014.
  3. ^ Perquisizioni nella Banca Popolare di Vicenza, indagato presidente Zonin. URL consultato il 22 settembre 2015.
  4. ^ Guardia di finanza alla Popolare di Vicenza. Indagato Zonin. URL consultato il 22 settembre 2015.
  5. ^ Popolare di Vicenza, inchiesta della Procura dopo anni di denunce ma nessuna sanzione da Bankitalia, su Il Fatto Quotidiano. URL consultato il 22 settembre 2015.
  6. ^ Bocciata la quotazione in borsa di Popolare di Vicenza. URL consultato il 2 maggio 2016.
  7. ^ Ritratto di Iorio, su lultimaribattuta.it.
  8. ^ I quadri contesi, su iltirreno.gelocal.it.
  9. ^ Tax Credit Produzione, su cinema.beniculturali.it. URL consultato il 25 gennaio 2013.
  10. ^ La Popolare di Vicenza entra nel cinema, su corrieredelveneto.corriere.it. URL consultato il 25 gennaio 2013.
  11. ^ La felicità, finalmente Pieraccioni la scopre così fra tepore di casa e musica, su ilgiornaledivicenza.it. URL consultato il 25 gennaio 2013.
  12. ^ Commedia "seria" di Verdone solidale con i padri separati, su ilgiornaledivicenza.it. URL consultato il 25 gennaio 2013.
  13. ^ Banca Popolare di Vicenza: produttore associato del film "La Grande Bellezza", su popolarevicenza.it. URL consultato il 3 marzo 2014.

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