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martedì 27 marzo 2018

Innanzitutto c'è un 27% di ITALIANI socialmoderati con retaggi culturali che hanno fatto grande l'Italia, quale grossa fetta di cittadini che non si può mettere in frigo: è lì pronta a fare l'ago della bilancia ma in termini pesanti e condizionanti, ben al di là dell'utilità marginale di un vecchio La Malfa.
Gli uomini possono essere incapaci o arroganti oppure mirabili e angelici ma son tratti di individualistica accidentalità.
Sono gli intellettuali collettivi che contano in POLITICA.
E' la storia che fa i protagonisti, non i protagonisti che fanno la storia. Filosofema che per la mia cultura è basilare.
Stando in certi osservatori rammento l'inondazione americana di titoli infetti, di derivati, di finanza creativa alla Tremonti.
Poteva e doveva finirci come la Grecia.
Nessuno può negare che il bistrattato Renzi è riuscito a farci traghettare da quel mare mosso non solo senza danni ma con qualche inizio di crescita globale.
Se l'incultura chiassosa e moralistica di straripante popolino incantato dagli urla di Grillo o dal camaleontismo razzista di Salvini ci ha trascinato in questa palude parlamentare ove per quel che vedo i vincitori non contano, i vinti Berlusconi e Renzi dettano leggi e condizioni, questo non significa vox populi vox dei, tutt'altro!
Non c'è più la classe operia COSCIENTE, non c'è più l'alta borghesia illuminata, non ci sono più nè gli sfruttati né i 'padroni' dell'Ottoento, in una parola non c' più POPOLO, non c'è più la Nazione e gli interessi nazionali vengono fagocitati dall'economia globale.
Discorso che dovrei ma non saprei meglio articolare.

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