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martedì 26 giugno 2018

I CASTELLI FEUDALI TRECENTESCHI DELLA SICILIA OCCIDENTALE ED IL LORO TERRITORIO * di ELISABETH LESNES La crisi del villanaggio siciliano, iniziata già nella seconda metà del XII secolo, raggiunse il culmine nella prima metà del XIII secolo con la scomparsa della componente islamica nella popolazione. F. Maurici ha evidenziato i vuoti impressionanti lasciati dai villani saraceni sconfitti da Federico II e ha delineato la rete a maglie sempre più larghe dell’insediamento rurale siciliano (MAURICI 1995). Questo processo di mutamenti nell’insediamento dell’isola si prolungò nel tempo, intensificandosi e modificandosi in qualche modo nel XIV secolo, a causa dello stato di guerra permanente (guerra angioina nella prima metà del secolo e guerra civile a partire dal 1340), nonché della catastrofe demografica della seconda metà del secolo (peste del 1347). Il Trecento siciliano è caratterizzato, come noto, dallo sviluppo di una feudalità potente e dalla formazione sociale latifondiaria con il trionfo della monocultura del grano (BRESC 1986). Meno conosciuti sono, invece, i mezzi materiali che hanno favorito la dominazione politica ed economica del baronaggio. Con la fondazione di nuovi abitati fortificati (terre), il castello divenne il luogo dell’autorità feudale. Ma la costruzione fortificata più diffusa è il castello isolato, rimarchevole soprattutto per il suo legame con l’economia rurale: più che un mezzo efficace di difesa o di residenza, esso era il simbolo della dominazione feudale e l’espressione fortificata della società latifondiaria. L’abitabilità ridotta e la debolezza generale delle difese sono le caratteristiche dei castelli siciliani della seconda metà del XIV secolo (LESNES c.d.s.). Questi tratti generali sottolineano l’arcaismo e la povertà del mondo feudale siciliano stesso, però mettono in evidenza il carattere eccezionale dei castelli e degli osteri urbani costruiti da una aristocrazia comitale di più alto livello. IL LESSICO DEI DOCUMENTI E L’APPORTO DELLA TOPONIMÌA Per designare il castello e l’abitato fortificato, lo scriba medievale siciliano impiegava una varietà di termini che cambiarono in funzione dell’epoca. Nella documentazione d’età normanna, l’uso delle tre lingue (latino, arabo e greco), aggiunge confusione ad un lessico già ricco e spesso ambiguo (BRESC 1984a, pp. 77-87; MAURICI 1992, pp. 124- 130). Ma nel XIII secolo, la terminologia dei documenti si semplifica, cristallizzando sempre di più la distinzione tra l’intero territorio (territorium), il centro abitato munito (terra) e il suo fortilizio (castellum) (MAURICI 1992, p. 126). Dalla frequente formula terra et castellum del XIII secolo si passa alla rituale espressione terra et castrum, diffusa nel XIV secolo (Tav. 1). A seconda dell’importanza dell’abitato o del fortilizio, vennero usate anche le espressioni castrum cum casale o terra cum turri. Ma l’originalità del trecento risiede, come già detto, nella diffusione di un tipo nuovo di fortificazione: il castello isolato citato castrum seu fortellicium, mentre il suo territorio privo di abitati era chiamato terrarum tenimentum nuncupatum o feudum nuncupatum. Infine, meno frequentemente di fortilicium, si puo’ incontrare la parola colta arx: arcem dictam lu Patilaru (MICHELE DA PIAZZA, p. 185, ch.17), Brucati arcem (NICOLÒ SPECIALE, p. 502). Se il vocabolo casale si incontra ancora nei documenti dell’inizio del XIV secolo, esso non corrisponde più nella maggioranza dei casi ad un abitato, ma equivale ad un tenimentum terrarum o ad un feudo, cioè ad un territorio spopolato (MAURICI 1993, p. 16). Al contrario, i piccoli abitati, che avevano resistito al fenomeno dello spopolamento grazie alla presenza di un castello recentemente costruito – o ricostruito –, erano chiamati castrum cum habitacione. Alcuni di loro divennero delle terre, altri scomparvero nel corso del XIV secolo (Tav. 1). Se la parola motta ha talvolta sostituito, in modo univoco, il solito termine castrum e cioè castello: Terra Sale cum Motta (LIBRINO 1928, p. 208), come toponimo, motta puo’ indicare un casale fortificato nel corso del XIV secolo (Motta S. Stefano) – come già proposto da H. Bresc (BRESC 1975a, p. 430) – o un abitato difeso di nuova fondazione (Motta S. Agata). Altri abitati fortificati portarono il nome sala (Sala di Partinico o Salaparuta). Petra, invece, designa solamente una fortificazione isolata (Petra Belichi, Petra Calatasudemi, Petra Margana, Petra Jancasi, Petra Jusalbergu, Petra Perciata, Petra Sancti Benedicti) tranne nel caso di Petra D’amico dove è documentato un casale, ma si tratta di un abitato temporaneo costituito da domus coperte palearum XX (GLÉNISSON 1948, p. 257). L’INSEDIAMENTO CASTRALE Possiamo distinguere diversi tipi d’insediamento castrale a secondo delle funzioni che queste costruzioni dovevano compiere. Alcuni castelli sono stati eretti dentro – o vicino – gli abitati (Alcamo, Bivona, Ciminna, Favara, Gibellina, Palazzo Adriano, Partanna, Racalmuto, Sclafani, Sutera) che da semplice casale passarono allo status di terra. Altri stabilimenti militari sono localizzati presso un piccolo porto da dove veniva esportato il grano (Agrigento/ Porto Empedocle, Castellammare, Solanto). Ma la grande maggioranza dei castelli fu costruita ex novo su un sito isolato o spopolato. Alcuni dei castelli del XIV secolo hanno recuperato una struttura militare precedente che è stata ingrandita e trasformata (Caccamo, Calatafimi, Carini, Castronovo, Delia, Misilmeri, Prizzi, Vicari); altri sono castelli rupestri (Petra Jancasi, Petra Sancti Benedicti) di cui alcuni di origine antica (Guastanella, Petra Calatasudemi). Se la Motta dei documenti o della toponomastica siciliana non corrisponde mai alla motte francese, cioè ad un monticello artificiale di terra, la parola Petra, invece, indica quasi sempre una grossa pietra isolata in un vasto paesaggio agricolo. Di norma, i castelli trecenteschi sono localizzati su rocche elevate, all’estremità e nel punto più alto di uno sperone scarpato, per trarre maggior vantaggio dal sito. Nonostante tutto, quando si è trattato di una creazione ex novo, la scelta è caduta su siti più accessibili delle alte rocche o dei picchi che caratterizzano i castelli normanni: il castrum trecentesco di Cefalà è molto più accessibile del castellum cognomento Cephalas di epoca normanna situato sul monte Chiarastella; la sala Partinici sul versante del monte Cesarò è situata ad un’altitudine inferiore a quella dell’hisn localizzato sulla cima dello stesso monte. Se i rilievi della Sicilia appaiono fattore determinante nella scelta di un sito, non bisogna comunque dimenticare il ruolo di altri elementi naturali o no: confluenza di corsi d’acqua (Favara), territorio molto fertile (Bivona, Naro, Mussomeli, Racalmuto), presenza di una strada importante (Alcamo), sono elementi che hanno sicuramente determinato la costruzione del castello e lo sviluppo dell’abitato. Il castello, elemento principale del borgo, assunse un ruolo importante nell’organizzazione dell’abitato. Alcune località attuali conservano ancora intatto il tracciato di origine dove, ai piedi del castello, si annidavano le case della * Per Sicilia occidentale, si vuole indicare il Val di Mazara (compreso l’area agrigentina) fino ai due fiumi Imera (Imera settentrionale e Imera meridionale o Salso). ©2001 Edizioni all’Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale – 2 “terravecchia”, cioè il borgo fortificato (Caccamo, Calatafimi, Caltavuturo, Carini, Prizzi, Vicari). Ma gli abitati di origine medievale arroccati ai piedi del castello soffrono dell’esiguità del terreno. Essi presentano nella loro pianta delle affinità che provengono dalla natura e dalla forma dei siti di altura: gli elementi dominanti (il castello e la chiesa) e le stradine sinuose, sviluppatesi nel rispetto del terreno naturale con le numerose scale per il passaggio tra i vari livelli. L’IMPATTO DEL CASTELLO FEUDALE SUL POPOLAMENTO Se la presenza di una fortezza normanna non ha sempre impedito lo spopolamento di alcuni abitati in altura, nel corso del XIII secolo (Petterana, Cefalà, Calatrasi, Calathamet, Partinico), la sopravvivenza dei casali è molto spesso legata alla costruzione di un castello nel corso del XIV secolo e, soprattutto, al riconoscimento giuridico che permise ad alcuni di questi abitati di imporre i loro diritti e di definire un territorio. La crisi della monarchia, la crescita delle grandi famiglie comitali, la guerra con gli Angioini, le lotte dei partiti e quindi la necessità di difendere gli abitati e i feudi, sono le cause della moltiplicazione dei castelli nel XIV secolo, a partire prevalentemente dal 1350. Per resistere alle ripetute incursioni napoletane sulla costa tirrenica, numerosi casali dovettero provvedere alla chiusura dell’abitato e alla costruzione di un castello. Nella regione di Termini, così presa di mira dagli Angioini, il casale di Ciminna fu circondato da mura e protetto da un castello (BRESC 1984b, p. 49). Nella zona di Castellammare, il cui castello era già stato preso dagli Angioini nel 1314 (RAIMONDO MUNTANER, p. 334), fu ricostruito e fortificato il casale di Alcamo, dopo un lungo periodo di abbandono da parte dei suoi abitanti rifugiatisi sul Monte Bonifato (BRESC 1986, p. 791). Nel Belice, il casale Labita divenne, prima del 1374, la terra Gibellina grazie alle mura costruite attorno all’abitato (BRESC 1986, p. 7999, nota 150). A pochi chilometri da Gibellina, il castello di Sala (Sala di Madonna Alvira quindi Salaparuta) nacque verso il 1350 per proteggere il casale Sale preesistente (BRESC 1975a, p. 430-431). Più a sud, il castrum Partanne cum habitatione si sviluppò anche grazie alla continuità dinastica dei “Graffeo” (STALTERI RAGUSA 1993, p. 454), così come i “del Carretto” furono determinanti per quanto riguarda il casale di Racalmuto, nell’agrigentino, protetto da un castello prima della metà del XIV secolo (LIBRINO 1928, p. 208). Favorito da una posizione topografica eccezionale, il casale di Sutera, già popoloso e fiorente all’epoca di Idrisi, si sviluppò attorno ad un castello prima del 1355 (COSENTINO 1885, p. 30, doc. XLIV). A partire dalla fine del XIII secolo, Bivona divenne terra strategica, teatro di lotte sanguinose tra Federico III Chiaramonte e Francesco II Ventimiglia (MICHELE DA PIAZZA, p. 377, cap. 49). Appare evidente il ruolo di questi nuovi castelli nell’evoluzione dei casali in terre, che resistettero fino a divenire i villaggi o le cittadine odierne, anche se non si può generalizzare: i piccoli abitati fortificati di Bonifato, Brucato, Cristia, Guastanella, Misilindino, Motta S. Agata, Palazzo Adriano, Patellaro scomparvero tra il XIV secolo ed il XV secolo. Problematico spiegare il successo o il fallimento di un borgo castrale. Il sito alto di Bonifato perse la sua importanza di terra fortificata mentre cresceva Alcamo e si ridusse in luogo di rifugio della popolazione di Alcamo finché quest’ultima non prese lo status di terra, sotto la protezione di un imponente castello. La terra di Brucato fu vittima della guerra contro Napoli ma, secondo H. Bresc e J.-M. Pesez “Brucato n’est pas seulement victime de la guerre, il est la proie de l’impérialime de Termini, de la politique des massarie qui absorbent son territoire utile, de la concurrence d’une nouvelle localité, établie sur les sources, auprès des moulins, autour des sucreries” (BRESC-PESEZ 1984, p. 711). Sull’esempio di queste considerazioni per Brucato, si nota che l’abbandono di alcune terre fu provocato dalla prossimità di una terra feudale più importante: Motta S. Agata e Petra d’Amico, situate nell’antica baronia di Cammarata, uno dei territori cerealicoli più ricchi dell’isola, hanno sicuramente subito l’attrazione della terra principale. D’altronde, anche Muxaro – castrum et terram verso la metà del XIV secolo (LIBRINO 1928, p. 208) ma ridotto a semplici pagliai nella seconda metà del XIV secolo (PERI 1982, p. 245) – venne aggregato alla baronia di Cammarata (MAURICI 1992, p. 333). La terra di Petterana, ancora citata nel XIV secolo (MICHELE DA PIAZZA, p. 54; LIBRINO 1928, p. 208) ma anch’essa sicuramente ridotta a semplici pagliai (è quanto si puo’ dedurre dalla tipologia del sito), subì verosimilmente l’attrazione della contea di Caccamo. Vuoti impressionanti si crearono, tra il XIV e il XV secolo, con la scomparsa di vari abitati anche fortificati. La terra di Misilindino protetta da una torre nel XIV secolo (MICHELE DA PIAZZA, p. 229, ch.95 – nel 1354 –) era diventata un feudum cum fortilicio nel XVI secolo (SILVESTRI 1985, p. 8), prima della concessione di una licentia populandi nel 1610 e della sua rifondazione come Santa Margherita Belice (GIUFFRÈ 1979, p. 228). Dalla definizione di terra et castrum nuncupatum data da G. L. Barberi, nei primi del Cinquecento, per Palazzo Adriano (SILVESTRI 1985, p. 102), si deduce che anche questo abitato, forse ripopolato da Federico II (MAURICI 1995, p. 54) e citato turris Palaciorum cum habitatione verso la metà del XIV secolo (LIBRINO 1928, p. 209), non resistette a lungo. Misilmeri scomparve nel corso della seconda metà del XIV secolo per quasi due secoli, malgrado i tentativi di ripopolamento di Ylaria Talamanca nel XV secolo (BRESC 1986, p. 680) e quelli di Bonanna Cattolica all’inizio del XVI secolo (GARUFI 1947, p. 111). Per questi abitati, nella seconda metà del XIV secolo coincisero due eventi tragici: guerra e Peste Nera. Stessa realtà per Melia, Sala di Partinico, Petra d’Amico, Sommatino, Canicattì e per Comiso, malgrado la presenza di un fondaco (BRESC 1975b, p. 97). Solo nel caso di Partinico, Sommatino e Canicattì sarà attuata una rifondazione verso la fine del XVI secolo (GARUFI 1947, p. 111). Infine, per Cristia (514 m) e Guastanella (609 m) si può pensare che l’inaccessibilità del sito sia stata una delle ragioni dell’abbandono dell’abitato. I fallimenti furono importanti e sottolineano le difficoltà dei baroni di trattenere la popolazione o di ripopolare le loro terre. Alla fine del XIV secolo, su 90 castelli della Sicilia occidentale, 50 erano senza abitato cioè 17 casali abbandonati, 16 abitati in estinzione e 17 castelli costruiti in feudi vuoti (Tav. 2). CONCLUSIONE La ristrutturazione dei territori per la produzione estensiva dei cereali, le guerre angioine della prima metà del XIV secolo e la guerra civile misero fine all’abitato intercalare costituito dai casali dei secoli XI e XII. Su ordine di Federico III, gli abitanti disseminati nei villaggi dell’interno dell’isola furono trasferiti nelle terre fortificate (RAIMONDO MUNTANER-BERNARDO D’ESCLOT, p. 370, cap. 282). Questi trasferimenti autoritari e lo slancio di fortificazione dei casali costieri si spiega facilmente con la pressione napoletana che, dopo numerose sconfitte, si orientò verso una guerra fatta di razzie, di distruzioni dei villaggi aperti e delle campagne del litorale. La storia del popolamento della Sicilia occidentale è quindi segnata, nella prima metà del XIV secolo, da due fenomeni: 1) l’“incastellamento” deciso dal potere centrale, ma diverso dai movimenti di perchement e di encellulement conosciuti nell’Italia centrale o in Francia. Con questa espressione, si intende semplicemente lo spostamento degli abitanti dai piccoli casali verso le terre fortificate. ©2001 Edizioni all’Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale – 3 2) La “castralizzazione” del casale secondo il sistema difensivo solidale e “gerarchizzato” del villaggio che, protetto dalla sua cinta, costituiva la prima linea di difesa, mentre il castello dominava più in alto. Nella seconda metà del XIV secolo, invece, si assiste alla moltiplicazione di piccoli castelli isolati su iniziativa dell’aristocrazia impegnata nella guerra civile. Molti di questi nuovi castelli erano situati nel cuore di vaste zone cerealicole, per il controllo delle attività rurali e per la sicurezza degli uomini e del raccolto. Occupando gli spazi spopolati della campagna siciliana, il castello feudale della seconda metà del XIV secolo fu il trait d’union tra il casale normanno ed i nuovi insediamenti creati a partire dal XVI secolo. In molti casi, il nuovo abitato prese il nome del castello che, in realtà, è quello del vecchio casale scomparso. BIBLIOGRAFIA BRESC H. 1975a, Motta, Sala, Pietra: un incastellamento trecentesco in Sicilia, «Archeologia Medievale», II, pp. 428-432. BRESC H. 1975b, BRESC H. e G., Fondaco et taverne de la Sicile médiévale, in Etudes médiévales. Hommage à Genviève Chevrier et Alain Geslan, Strasbourg 1975, pp. 95-106. 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LA LORO EVOLUZIONE A PARTIRE DAL XV SECOLO LOCALITÀ XI-XII XIII XIV XV DOPO XV Agrigento civitas civitas terra terra abitato castellum castellum castrum castrum permanente Agrigento — — torre torre XVIII(Porto caricatore Empedocle) Alcamo casale casale terra terra abitato castrum castrum permanente Al Khazan hisn/casale — — — — Baida casale? casale? castrum castello/feudo ? Barangi — tenimento castrum castello/feudo — Barrugeri — casale castello castello/feudo — Batticano — castello? feudo castello/feudo — Bellumrepar — castrum castrum torre/feudo — (Berribaida) Bellumvidere — castrum castrum — — Bivona casale casale terra/turri terra abitato castello? permanente Bonifato casale terra castrum — — Brucato hisn casale terra feudo — arcem Brucato — — — torre — Marina Burgimillusi — habitacio casale/ torre/feudo XVII palazzo torre (Menfi) Burgio castello? casale castrum castrum XVII feudum Caccamo oppidum terra terra terra abitato castellum castrum castrum permanente Calatabarbaro casale castrum — — — Calatafimi hisn terra terra terra abitato rabad castellum castrum castrum permanente Calatamauro qal’a castrum castrum castrum — feudum feudum Calathali castello? abitato — — — munito Calathamet hisn castrum feudum feudum — Calatialci qal’a? forteresse — — — Calatrasi castellum castellum fortilicium castrum — municipium Calatubo hisn castellum castrum castello — feudum feudo Caltanissetta qal’a terra terra terra abitato oppidum castellum castrum castrum permanente Caltabellotta hisn terra terra terra abitato castellum castrum castrum permanente Caltavuturo hisn terra terra terra abitato castrum castrum castrum permanente Camastra — — turri torre/feudo XVII Cammarata casale terra terra terra abitato hisn castellum castrum castrum permanente Canicatti ? casale casale castrum XVI castrum casale/feudum Capobianco — — torre? torre/feudo — Carini terra terra castrum castello abitato hisn castellum habitatione abitato permanente Castellammare hisn castrum / caricatore / tonnara XVI Castelvetrano casale terra terra terra abitato ruqqah castrum castrum castrum permanente Castronovo mahallal terra terra terra abitato castrum castrum castrum castrum permanente Cefalà casale casale — — — (chiarastella) castellum castellum Cefalà — — castrum castrum XVIII (Diana) feudum feudum Chabica casale casale turri torre/feudo — Chiusa ? casale terra terra abitato castello? permanente Ciminna ? casale terra locum abitato castrum castrum permanente Cinisi abitato — tenimentum terrarum XVII munito tonnara Colobria — — castrum ? — Comicchio casale universitas castrum feudum — ospedale Comiso — — castrum fondaco — habitatione feudum Corleone hisn terra castra castra abitato qal’a castellum abitato abitato permanente Cristia — ? terra fortilicium — castrum feudum Delia casale casale casale castrum XVI-XVII castello? castello? castrum feudum Entella castrum castellum — — — abitato (XI) abitato (1246) Tav. 1 ©2001 Edizioni all’Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale – 5 Erice hisn terra terra terra abitato abitato castellum castrum castrum permanente Favara — — castrum terra abitato habitatione castrum permanente Favignana castello? castello terra terra XVII castrum castrum Gibellina — — casale/terra terra abitato castello castrum permanente Gibellini — torre? castrum castello — Giuliana casale castrum terra terra abitato castrum castrum permanente Guastanella fortezza castellum castrum castello — tenimento pagliai feudo Hasu abitato/castello? — — — — Iato qal’a castello — — — municipium abitato (1246) Jambruno — — castello/ castello/ — feudo feudo Licata hisn terra terra terra abitato abitato castellum castrum castello permanente Manfrida/ — — terra terra abitato Mussomeli castrum castrum permanente Marsala abitato terra terra terra abitato fortificato castrum castrum castrum permanente Mazara madina civitas terra terra abitato castellum castrum castrum castrum permanente Melia casale casale casale feudum — castrum Milocca casale? pagliai casale feudum — (Amorella) castellum castrum Milocca — — — feudum XVIII (San Martino) torre (Milena) Mirga hisn/rabad — — — — Misilcassimo — casale turri castrum/turri — feudum/castrum feudum Misilindino manzil casale terra feudum XVII turri fortilicio (S. Margherita B.) Misilmeri hisn casale castrum castrum XVI qars habitacione feudum Mokarta — casale casale castello/ — castrum feudo Monreale castellum castellum civitas civitas abitato castra castra permanente Montechiaro — — castrum castrum XVII caricatore (Palma) Montelepre ? ? ? torre XVII Motta — — castrum/ terra motta — S. Agata sive mocta Motta chiesa casale casale casale abitato S. Stefano castrum motta permanente Muxaro qal’a castellum terra feudum XVI castrum castrum (S. Angelo M.) Naro casale terra terra terra abitato castrum castrum castrum permanente Palazzo casale casale turris feudum XVI Adriano habitatione castrum Palerme urbs/hisn/ urbs urbs urbs abitato castellum castra castra castra permanente Partanna — casale castrum terra abitato habitatione castrum permanente Partinico hisn — sala castello/ XVI abitato castrum feudo Patellaro casale — arcem castell — hisn abitato loch Petra hisn pietra petra pietra — Belichi ruqqah Petra — casale castrum feudum — Calatasudemi petra Petra d’Amico — — castrum castrum — casale feudum Petra di casale — mansio/ baglum — Margana fortellicium Petra Jancasi — casale castrum feudum XVII (Ioppolo petra Giancaxio) Petra — — castrum castello/ — Jusalbergu feudo Petra Perciata — — castrum castello/ — feudo Petra — — castrum castello/ — S. Benedicti feudo Petterana hisn casale terra feudo — castrum Platani hisn — — — — ruqqah Prizzi hisn terra castrum castrum abitato casale castellum casale loco permanente Qal’at at qal’a — — — — Tariq LOCALITÀ XI-XII XIII XIV XV DOPO XV Tav. 1 ©2001 Edizioni all’Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale – 6 Racalmuto casale casale castrum terra abitato habitatione castrum permanente Salaparuta — — casale/terra casale abitato turri/motta castello permanente Salemi casale terra terra terra abitato hisn castrum castrum castrum permanente Sambuca — — terra casale XVII castrum castello S. Michele — — fortellicium castello/feudo — Sciacca abitato terra terra terra abitato castellum castellum castra castra permanente Sclafani oppidum casale terra terra abitato castrum castrum permanente Siculiana — — castrum casale abitato castrum permanente Siculiana — — — caricatore — Marina torre Solanto tonnara tonnara caricatore feudum — castello turris Sommatino castello? casale casale feudum XVI castrum castrum Sutera casale terra terra terra abitato castellum castrum castrum permanente Termini civitas terra terra terra abitato castellum castellum fortellicium castrum permanente Trapani terra terra terra terra abitato castrum castrum castra castra permanente Vicari terra terra terra terra abitato castellum castellum castrum castrum permanente Tav. 1 LOCALITÀ XI-XII XIII XIV XV DOPO XV Tav. 2 ABITATI O CASTELLI CASALI SALVATI ABITATI IN ABITATI FEUDI ABITATI IN VIA ANTERIORI (DIVENTERANNO TERRE) IN ESTINZIONE ABBANDONATI DI SVILUPPO Agrigento+ Alcamo Baida Barangi Barrugeri Bivona Bonifato Brucato Brucato Burgimillusi Burgio? Burgio Caccamo Calatafimi Calatamauro Calatamauro Calatrasi Calatrasi Calatubo Calatubo Caltanissetta Caltabellotta Caltavuturo Camastra Cammarata Canicatti Capobianco Carini Castellammare Castellammare Castelvetrano Castronovo Cefalà Cefalà Chabica Chiusa Ciminna Colobria Comicchio Comiso Corleone+ Cristia Delia? Delia Erice+ Favara Favignana Favignana Gibellina Gibellini? Gibellini Giuliana Guastanella Guastanella Jambruno Licata+ Manfrida Marsala+ Mazara+ Melia Questa tavola sinottica e quella successiva sono il risultato dello spoglio della documentazione solamente edita, fatto nel quadro di una tesi di dottorato in archeologia (E.H.E.S.S. Paris), sotto la direzione di J.-M. Pesez, dal titolo “Les châteaux féodaux de la Sicile occidentale au XIVème siècle: localisation, fonctions et essai de typologie”. I CASTELLI ED IL POPOLAMENTO DEL VAL DI MAZARA NEL XIV SECOLO ©2001 Edizioni all’Insegna del Giglio - vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale – 7 ABITATI O CASTELLI CASALI SALVATI ABITATI IN ABITATI FEUDI ABITATI IN VIA ANTERIORI (DIVENTERANNO TERRE) IN ESTINZIONE ABBANDONATI DI SVILUPPO Milocca Milocca Misilcassimo Misilindino Misilmeri Misilmeri Mokarta Monreale++ Monreale Montechiaro Montelepre Motta S.Agata Motta S.Stefano Muxaro Muxaro Naro Pal. Adriano Palermo+ Partanna Partinico Partinico Patellaro Patellaro P.Belichi P. Belichi P. Calatasudemi P. D’Amico P. di Margana P. Jusalbergu P. Jancasii P. Perciata P. S. Benedicti Petterana Petterana Prizzi Racalmuto Salaparuta Salemi+ Sambuca S. Michele Sciacca+ Sclafani Siculiana Solanto Sommatino? Sommatino Sutera+ Termini+ Trapani+ Vicari I NUMERI 28 terre } } 9 casali salvati }..............................28+9+7= 44 castelli con abitato } 6 abitati in progressione } 16 abitati in estinzione } }...........................................16+17= 33 abitati persi 17 casali abbandonati } }.............................17+17= 34 castelli senza abitato 17 feudi } Alla fine del XIV secolo: 25 terre antiche } }....................................25+15= 40 terre cum castro 15 terre recenti } 33 abitati abbandonati } }.....................................33+17= 50 feudis et castris

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