Sul ciliu, tremante, il mio primo nipote maschio della famiglia di lu
'zzì Peppi Taverna. Giuseppe Taverna
pure lui, Oggi avvocato, orbo di capelli superbamente sposato, sprizzante
incontenibile gioia per il figlioletto Cristian-giacomo. E sempre questo per noi
nipotino , allora veramente vezzoso, me lo tengo in braccio a due anni , nel
1970. Sono nell’astracu della mia vecchia
casa, prima via Fontana n.80 poi per risse fra due dioscuri della politica
demo-comunista del dopoguerra . Gramsci, ma sempre n. 80, là di fonte alla Baruna. Astracu strategico per la festa del Monte, vi
si potevano godere comodamente seduti gli affollatissimi "firrioli" e
deliziarsi con la musichetta della bandella, quella che indulgeva con “ Serenata celeste a
comodo degli innamorati del tempo. Ora quell'astracu non c'è più l'hanno cementificato
in un sorta di obbrobriosa asfittica torrucola intasata tra altre case di
gesso. Siamo di fronte purtroppo nel ricordo evanescente di una peculiare
Racalmuto che non c' più. Anche questo un crimine degli strampalati uffici
tecnici di questo Comune superbo ma eternamente angariato
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