Stasera vado al Circolo per far presente che il Presidente ha tutti i diritti per passare nella fazione dei feliciani e rinnegarmi. Ho presente il suo imbarazzo un paio di sere prima che decidessero o imponessero questa partecipazione agli utili dei supposti vincenti alla Fondazione Sciascia. Ci vado per dirgli che a questo punto lui eserciti i suoi i diritti ed io adempio ai miei doveri di servitore della verità. Quindi mi prendo le mie cose e chi si è visto si è visto. Al presidente non sembra vero di volermi aggredire con le sue ragioni che poi risultano quelle di voler difendere chi so io per cui gli dico: i fatti miei personali sono miei e non ho alcuna voglia di difendermi dinanzi a te. E poi dico i miei altarini non te li svelo di certo, non faccio il gioco dei tuoi ormai egemoni pupilli. Qualche altro neofita e quindi ignaro della cultura tradizioni e se volete schizzinerie del Circolo Unione crede di avere la carta vincente facendomi quasi la morale che i panni sporchi si lavano in casa. Facile per me ribattere il fatto che non bisogna avere panni sporchi. Ma se ne doveva parlare prima e qui: Lo compatisco: quando e dove i lor signorini protesi a farsi titoli per lucrosissime mansioni consentono a me di esprimermi. Al Circolo, no, ma ingenuamente mi hanno lasciato aperto lo spioncino della Fondazione e davvero credevano che mi lasciavo perdere quella ghiotta occasione? Ma poi ci sono panni sporchi? Ecco cosa scriveva Petrotto. Petrotto bisogna pigliarlo con le pinze. Non più tardi di due giorni fa mi fatto perdere la pazienza e l'ho bistrattato come tanti hanno visto e per di più gli ho tolto l'amicizia FB. Ma il Circolo deve appunto essere al di fuori di tutte queste beghe. Appunto al di fuori, non al di sopra ché sarebbe iattanza intollerabile. E quindi tra Petrotto e Cavallaro seve starsene al difuori, e non la scusa di un inesistente Sciascia andare a parare il sacco al ritorno alla ribalta di Felice.
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Salvatore Petrottoha pubblicato qualcosa sullaCalogero Taverna
4 dicembre 2013
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Felice Cavallaro, giornalista racalmutese che si occupa della Sicilia per conto del Corriere della Sera, si è anche occupato, due anni fa, di curare il cerimoniale presso la Fondazione ‘Leonardo Sciascia’, allorquando l’allora Ministro dell’Interno, attuale Ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, ha notificato ai Racalmutesi il decreto di scioglimento del Consiglio Comunale del paese di Leonardo Sciascia, per delle presunte infiltrazioni mafiose.
Ricordo che fu proprio Cavallaro ad indicare al Ministro, pubblicamente, dentro la sala conferenze della Fondazione Leonardo Sciascia le eventuali 4 persone da dichiarare non candidabili, per chiudere definitivamente la faccenda Racalmuto.
E così è stato!
Il ministro, o chi per Lei, dopo qualche mese ha dichiarato non candidabili, a fronte dello scioglimento del Consiglio Comunale, chi, come me, si era dimesso da sindaco, un anno prima dello scioglimento del Consiglio Comunale!
Prodigi della Stampa!
Quando si dice, è la Stampa, Bellezza!
Adesso, Cavallaro si prepara a candidarsi a sindaco di Racalmuto!
Conosciamo i trascorsi della Cancellieri, recentemente al centro delle attenzioni dell’Italia intera per le scandalose vicende relative alle sue scorribande burocratiche, politiche ed affaristiche che la legano ad una delle più grosse famiglie di corruttori d’Italia, ossia i Li Gresti!
Conosciamo anche Felice Cavallaro, penna sopraffina del giornalismo siciliano che ha vissuto molte esperienze , accanto a Leonardo Sciascia, negli stessi luoghi dove lo scrittore del Giorno della Civetta ha scritto la maggior parte dei suoi libri.
Ci riferiamo a quella Contrada Noce che insiste tra le amene campagne racalmutesi.
Lì si è formato Felice, prossimo candidato a sindaco di Racalmuto.
Il percorso di Felice Cavallaro è a buon punto.
Del resto, assieme ad altri suoi illustri colleghi e numi tutelari, Felice Cavallaro, prima del mio ultimo avvento come sindaco di Racalmuto, faceva parte della compagine del mio predecessore, quale membro del Consiglio di Amministrazione del Teatro Regina Margherita di Racalmuto, oltre ad essere un supporter di tutte le iniziative amministrative del Comune di Racalmuto.
Felice Cavallaro è uno che conosce bene come funziona il paese di Sciascia, se non altro perché ha condiviso molte delle scelte amministrative di uno dei cosiddetti Sciascia boys, di uno dei Ragazzi di Malgrado Tutto, suo intimo amico, ossia l’ex sindaco Gigi Restivo.
Anche se nel corso della campagna elettorale del 2001 Cavallaro sosteneva l’allora candidato a sindaco, contrapposto a Restivo, ossia l’On. Vincenzo Milioto, sua vecchia fiamma socialista.
Poi, a distanza di anni, nel 2007, proprio Milioto che, fino a quel momento ed a partire dai primi anni Ottanta, era stato da sempre supportato dal Cavallaro, diventa ai suoi occhi un personaggio da condannare, con tanto di sigillo ‘antimafia’.
Ci riferiamo anche alle vicende del figlio dell’ex deputato nazionale che, assieme al sottoscritto, si è reso responsabile di aver vinto le elezioni amministrative, decretando la sconfitta elettorale della cordata sostenuta da Cavallaro e dai ragazzi di Regalpetra o se preferite di Malgrado Tutto.
Da ciò si desume l’intensa partecipazione del giornalista Cavallaro nelle vicende locali racalmutesi.
Adesso il Gotha di Confindustria e l’elite dell’Intellighenzia e del Giornalismo italiano e, ne siamo sicuri, a breve, anche la creme de la creme della Cultura internazionale, oltre che i ministri del Governo Letta, con la tanto discussa Cancellieri in testa, Crocetta ed il suo Governo Regionale e tutta quanta la diplomazia internazionale, scenderanno a suo fianco!
In Sicilia i nostri avi avrebbero sentenziato: ‘quantu uogliu pi un cavulu!’.
E però, stu cavulu è dunci.
I cavoli amari sono stati riservati a chi ha osato sfidare gli amici di Cavallaro che, per poter rovistare indisturbati tra i rifiuti, grazie ad una truffaldina metamorfosi, hanno fatto scomparire tutte le piccole discariche pubbliche, facendo apparire soltanto quattro megadiscariche che sono diventante le loro private miniere d’oro!
I bravissimi ‘professionisti dell’antimafia di la munizza’, sono stati condotti per mano a Racalmuto proprio dal Cavallaro, allorquando ci hanno notificato, per mano del ministro Cancellieri, quel cocente decreto di scioglimento per infiltrazione mafiosa del Consiglio Comunale, figlio di una delle più classiche imposture che da sempre si consumano in Sicilia.
E fu così che il vicepresidente di Confindustria nazionale, Ivan Lo Bello, il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, lo strano e nostrano giornalista del Corriere della Sera, Felice Cavallaro e dulcis in fundo il mandrake delle discariche private siciliane, ossia il magico ed illusionista vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, tutti quanti a Racalmuto, hanno fatto fuori chi, come me, aveva denunciato alla Procura della Repubblica di Agrigento a febbraio del 2011 gli appalti illegali per centinaia di milioni di euro riguardanti la scandalosissima gestione dei rifiuti in provincia di Agrigento.
Così a noi, in Sicilia, grazie a questi signori di Confindustria, tocca il secondo posto in Italia dopo la Campania, riguardo ai disastri ambientali con tanto di annesse e connesse infiltrazioni mafiose.
Ma siamo riusciti ad ottenere il primo posto riguardo alle tariffe sui rifiuti che, a Racalmuto, ad esempio, grazie agli amici del prossimo candidato a sindaco, Felice Cavallaro, sono le più salate d’Italia!
Si pagano più di 700 euro l’anno per una casa di 100 metri quadri, a fronte di una media nazionale di poco più di 200 euro!
Ma in Sicilia, i bizantinismi politico-burocratici ed una più sottile e mascherata, oltre che sofisticata e complessa infiltrazione mafiosa, quella vera, ha prodotto scandali che, in alcuni casi, sono più gravi della stessa Campania.
Eppure, sino ad oggi, grazie ad una serie di illustri avvicendamenti nei posti chiave dei settori acque, rifiuti ed energia, della Regione Siciliana, tonnellate di sabbia hanno coperto una miriade di scandali e scaldaletti!
Basta solo ricordare che nel 2009, l’elaborazione del piano che ha previsto di affidare la gestione del perverso ed illegale ciclo dei rifiuti in Sicilia, è stato affidato, da parte dell’allora Presidente della Regione Raffaele Lombardo, all’allora Prefetto ed attuale Ministro della Giustizia e già Ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri.
Stiamo parlando della stessa Cancellieri che, al di là delle sue personali e familiari vicende relative ai legami milionari con i Li Gresti o la Telekom, ha sciolto Racalmuto, il comune in cui ero sindaco, allorquando ho denunciato proprio le illegalità scaturenti dal suo piano e commesse dai suoi ulteriori potenti amici siciliani nonché, ovviamente ‘professionisti dell’antimafia dei rifiuti’ .
Quegli stessi amici che l’hanno condotta a Racalmuto ad insediare personalmente la Commissione Straordinaria che sostituisce, dallo scorso anno, sindaco, Giunta e Consiglio Comunale.
Ironia della sorte, gli amici della Cancellieri, sono anche amici del giornalista e loro accompagnatore ufficiale, Felice Cavallaro.
E sono proprio gli amici degli amici del Catanzaro, della Cancellieri e del Cavallaro a gestire il miliardario affaire rifiuti, attraverso appalti illegali e senza celebrare alcuna gara.
E tutto ciò avviene impunemente, malgrado le denunce della Corte dei Conti Sicilia, dell’Autorità Nazionale di Vigilanza sugli Appalti, oltre che dell’Antitrust.
Malgrado Tutto!
Denunce che sono ben visibili nei siti ufficiali di queste autorità di controllo.
Che cocente impostura giornalistico- mediatica oltre che culturale!
Tutti quanti questi soggetti ed i loro amici e sodali, come sosteneva anche il racalmutese Leonardo Sciascia a proposito di certa nobiltà siciliana, ne Il Consiglio d’Egitto, hanno inscenato la parodia di un crimine inesistente, nel nostro caso le presunte infiltrazioni mafiose del comune di Racalmuto, per coprire i loro veri e miliardari crimini che hanno commesso e continuano a commettere attraverso la loro schifosa, scellerata ed illegale gestione dei rifiuti.
Che bluff questo giornalista Cavallaro ed i suoi amici, tutti quanti riparati sotto l’ombrello di un’antimafia di facciata, buona solo a fare affari e succhiare il sangue dei Siciliani!
Adesso l’unico che sta provando a vederci chiaro, in queste intricate e scandalose gestioni dei rifiuti in Sicilia, finalmente (era ora!), è il coraggiosissimo assessore al ramo, il magistrato in aspettativa Nicolò Marino.
Chissà se Marino avrà più fortuna di me, dopo le sue precise e circostanziate denunce nei confronti proprio di quel Catanzaro Giuseppe, vice presidente di Confindustria Sicilia, capo della lobby dei rifiuti, sempre in Sicilia, amico del Ministro Anna Maria Cancellieri ed amico del prossimo candidato a sindaco di Racalmuto, il giornalista Felice Cavallaro.
Salvatore Petrotto