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sabato 18 ottobre 2014

a che cosa devo essere favorevole? all'intolleranza dei marrani? NO!!! Che si registri o non si registri un atto privato che comporta la cosiddetta libertà negoziale costituzionalmente protetta diviene una questione di così irrilevante portata che solo gli imbecilli possono enfatizzare. 'Ngilinu pensi ai suoceri di suo fratello o a questa lurida faccenda di Racalmare. E lo Stato moderno grazie a Dio se ne fotte di bigotti e marrani. Siamo nel terzo millennio. Se poi vuol saperlo io nel mio intimo sono un omofobo. Ma è mia mania intellettualistica. Se incontro una degna persona che magari ancheggia la giudico per quello che è come essere umano. Non ho difficoltà alcuna a contrarre anche amicizia. Ne ho conosciuti di frosci nella mia lunga vita e quasi tutti erano delle eccellenti persone. Viceversa .. lasciamo perdere. Ora abbiamo persino i marrani del terzo millennio che ci vogliono insegnare a noi la civiltà giuridica che coltiviamo dal grande diritto romano. Lei è favorevole o contrario al diritto romano o si prona alla intolleranza ei moderni marrani?

a che cosa devo essere favorevole? all'intolleranza dei marrani? NO!!! Che si registri o non si registri un atto privato che  comporta la cosiddetta libertà negoziale costituzionalmente protetta diviene una questione di così irrilevante portata che solo gli imbecilli possono enfatizzare. 'Ngilinu pensi ai suoceri di suo fratello o a questa lurida faccenda di Racalmare. E lo Stato moderno grazie a Dio se ne fotte di bigotti e marrani. Siamo nel terzo millennio. Se poi vuol saperlo io nel mio intimo sono un omofobo. Ma è mia mania intellettualistica. Se incontro una degna persona che magari ancheggia la giudico per quello che è come essere umano. Non ho difficoltà alcuna a contrarre anche amicizia. Ne ho conosciuti di frosci nella mia lunga vita e quasi tutti erano delle eccellenti persone. Viceversa .. lasciamo perdere. Ora abbiamo persino i marrani del terzo millennio che ci vogliono insegnare a noi la civiltà giuridica che coltiviamo dal grande diritto romano. Lei è favorevole o contrario al diritto romano o si prona alla intolleranza ei moderni marrani?

Sapessi che è successo nel 1599 ad Agrigento a Porta di Ponte: bruciarono vivo un bardassu (il nostro TRANS) mentre il canonico Babilonia di Cammarata che se lo godeva sodomizzandolo nelle grotte sotto la Bibirria poté continuare a spassarsela liberamente. Vi è un processo tutto in siciliano negli archivi segreti vaticani cui ho potuto accedere.

Sapessi che è successo nel 1599 ad Agrigento a Porta di Ponte: bruciarono vivo un bardassu (il nostro TRANS) mentre il canonico Babilonia di Cammarata che se lo godeva sodomizzandolo nelle grotte sotto la Bibirria poté continuare a spassarsela liberamente. Vi è un processo tutto in siciliano negli archivi segreti vaticani cui ho potuto accedere.

Mai lette tante scemenze messe insieme. La legge si evolve, persino la costituzione da formale diviene materiale (si ammeta o no). Citerei un articolo del codice di diritto canonico sul crimine di "nefando". Ma lasciamo perdere. L’intolleranza dei marrani è stata sempre tanta gravida di soprusi. I marrani hanno sempre fracassato la civiltà. Ad Agrigento abbiamo avuto un tremendo vescovo marrano. L'hanno fatto santo. Le ignominie che ha commesso! E ciarlava e ciarlava. Pagarono cara quella conversione soprattutto gli ebrei dei bassi di Agrigento.

Mai lette tante scemenze messe insieme. La legge si evolve, persino la costituzione da formale diviene materiale (si ammeta o no). Citerei un articolo del codice di diritto canonico sul crimine di "nefando". Ma lasciamo perdere. L’intolleranza dei marrani è stata sempre tanta gravida di soprusi. I marrani hanno sempre fracassato la civiltà. Ad Agrigento abbiamo avuto un tremendo vescovo marrano. L'hanno fatto santo. Le ignominie che ha commesso! E ciarlava e ciarlava. Pagarono cara quella conversione soprattutto gli ebrei dei bassi di Agrigento.

Magdi Cristiano Allam ha aggiunto 7 nuove foto.

Le foto che ritraggono il sindaco della capitale d’Italia che legittima, tramite la trascrizione nei registri comunali, il matrimonio di 16 coppie omosessuali, ...nonostante la legge lo vieti, il ministro dell’Interno che con una circolare ha ingiunto ai sindaci di non farlo e il prefetto che l’ha diffidato, sono il ritratto della decadenza di uno Stato che ormai non ha più alcun riferimento di certezza né sul piano istituzionale né sul piano valoriale, facendoci toccare con mano il tracollo della nostra civiltà.
Il problema non è l’omofobia, come in automatico ribattono i fautori delle nozze omosessuali, nessuno di noi discrimina il prossimo mettendo in discussione i diritti inalienabili alla vita, alla dignità e alla libertà di scelta di tutti i cittadini a prescindere da qualsivoglia fede, ideologia o dal sesso. Nessuno di noi nega dei diritti individuali che sono ampiamente garantiti dalla Costituzione e dalle leggi.
Il problema si pone quando si vuole codificare come leggi dello Stato, che s’impongono sull’insieme della collettività accreditando una realtà oggettiva, assoluta e universale, delle scelte e degli orientamenti sessuali individuali, facendo venir meno il riferimento di certezza giuridica, naturale e culturale insito nella famiglia naturale eterosessuale.
Il problema si pone quando, mettendo sullo stesso piano la famiglia naturale, formata da un uomo e da una donna, con la coppia omosessuale formata da due persone dello stesso sesso, si scardina la certezza della famiglia naturale come fulcro della costruzione sociale, non solo sul piano naturale della rigenerazione della vita, ma anche sul piano educativo, culturale, economico e legale.
Il problema si pone quando si calpestano i diritti dei bambini che naturalmente hanno bisogno di una madre e di un padre per poter crescere in modo sano e maturo, e che si ritrovano invece a vivere in un contesto dove sono portati a considerare come un fatto naturale che due uomini o due donne facciano l’amore e siano equiparati ai genitori.
Il problema si pone quando l’Italia, che già ora trascura la famiglia naturale e ha tra i più bassi tassi di natalità al mondo, procederà in un contesto giuridico e culturale dove i giovani, sia per cause economiche sia per la cultura relativista vigente, saranno sempre più indotti a non avere delle proprie famiglie e a non mettere al mondo dei figli.
È un dato storico che la denatalità ha rappresentato l’inizio del tracollo delle civiltà, proprio perché i valori che la sostanziano e le regole che la sorreggono si tramandano attraverso la famiglia naturale e le generazioni dei figli. È successo con l’impero romano e inevitabilmente accadrà alla nostra civiltà europea contagiata pesantemente dal male assoluto del relativismo che ci porta a non avere più la certezza di chi siamo sul piano delle radici, della fede, dell’identità, dei valori, delle regole, delle leggi e complessivamente della civiltà.
Una volta relativizzata la realtà della famiglia naturale e del matrimonio eterosessuale e monogamico, è inevitabile che il passo successivo alla legalizzazione del matrimonio omosessuale sarà la legalizzazione di qualsiasi tipo di unione a prescindere dall'orientamento sessuale che, stando alle risoluzioni già approvate dall'Unione Europea, può essere eterosessuale, bisessuale, omosessuale, lesbico, transessuale, intersessuale. Presto, in ottemperanza all'islam, si dovrà aggiungere il rapporto poligamico e perché no zooerastico (rapporti sessuali con gli animali ammessi in alcuni paesi europei).
Di fronte a questa deriva e per scongiurare il tracollo della nostra civiltà, noi difendiamo la famiglia naturale e il matrimonio eterosessuale e monogamico, che è il contesto in cui un uomo e una donna che si amano scelgono di mettere al mondo dei figli e di farli crescere in modo naturale.

Lampedusa per me è l'isola accanto all'Isola Sicilia, che cinge l’intero mondo ma subito scendendo per li rami diviene persino essere singolo come canta l’amara prosa del mio Sciascia senza amicali cantori. La vecchia Sciascia, la vecchia Nalone e la vecchia Taverna stavano prossime ma ormai dannatamente sterili darrieri la Matrice di allora quando era la contorta cupola dell'Annunziatella della Racalmuto del ‘600. Né donne né nonne del grottese Vinti vi stavano. Ecco quello che mi divide dal ciclopico Accursio, il pittore del colore espanso dei giorni nostri.


 
 
LA LAMPEDUA DI ACCURSIO, i perlacei versi di Loredana, la mia cupa naca dal blasfemo dire.
 
 
Lillo Taverna:  Lampedusa, cosa è mai Lampedusa? Ho voglia di dire Isola accanto all’Isola.  E l’isola discosta accanto all’Isola madre. Ma accanto a chi? Ma alla Trinacria, questa isola a tre cosce, divaricate, aperte e pronte ad accogliere tutti i peripatetici vogliosi di sesso, tutti i falli erti di ogni policroma sporgenza.

Lillo Taverna. -  Ora le femministe dicono: no! Ci dicono che se mi permetto di spingerle a fare quello che a loro è tanto gradito e di cui sono ghiotte, ci castrano.

 

Lillo Taverna: -  Guardate questo groviglio immaginifico di questo grande e non ancora debitamente compreso  Accursio Vinti e se siete intelligenti, se non ebeti, se non di oscuro intelletto, come fate a non fulminarvi a non rintracciare la trama che prima vi tracciai?

 

Lillo Taverna: -  Accursio Vinti, il pittore bizzoso maschile e maschilista ecco come vi traccia questo strambo filo di Arianna della nostra atavica tessitura dell’assurdo, dell’inconscio, della vita e della morte. Trama diabolica ed al contempo angelica: eppure né angelica né mefistofelica: solo istanti del guazzabuglio del cuore umano.  


 Tranquilla di giorno,
agitata di notte.
Sei vento tra le mani
e culle di sorrisi
lasciate al tempo.
Non importa quante
navi, hanno toccato
le tue sponde,
le tue scogliere
sono speranze.
Di notte il cielo chiude
gli occhi, non ha più
senso il tempo, quando
è il silenzio a parlare.
E quando appare il giorno,
una lacrima cade giù,
è l'alba che si affaccia
al domani!.....

Lillo Taverna: - Cara Loredana Cioffi, certo versi lucidi, perlacei i tuoi ma io li sovvertirei, li graffierei, li sfracellerei in una notte di luna sopra un giaciglio osceno. Accursio è altro, io sono altro. E soprattutto Lampedusa è altro. Qualche volta la farò emergere dai mei incupiti sogni, dalle mie memorie per farvela vedere per quella che è. E' stata nuda e glabra per millenni, è stata violata come colonia penale, il giallo Giudice cercò di farvi  un porticciolo ascoso per fughe anzi tempo. Berlusconi non sapendo o sapendo cercò di comprarla per un qualche suo furtivo esodo; così come Pippo Baudo vi visse scomposti amori con la sua rissosa Alida: proprio là ove poi Modugno amava immergersi violando amori e uova di carrette a tartaruga quasi imponenti. Ed ora funge da approdo di predaci carrette del mare per una ipocrita transizione di esodi biblici. E non vedere tutto questo in tale trama insensa ma folle di Accursio è folle ed insenso. Io vedo e intelligo. Ma la mia intelligenza vetusta e satirica e repulsiva vede anime angeliche, donne dal petto procace, fanciulle dalle cosce accessibili, cantare inni di umana pietà. Lampedusa per me è l'isola accanto all'Isola Sicilia, che cinge l’intero mondo ma subito scendendo per li rami diviene persino essere singolo come canta l’amara prosa del mio Sciascia senza amicali cantori. La vecchia Sciascia, la vecchia Nalone e la vecchia Taverna stavano prossime ma ormai dannatamente sterili darrieri la Matrice di allora quando era la contorta cupola dell'Annunziatella della Racalmuto del ‘600. Né donne né nonne del grottese Vinti vi stavano. Ecco quello che mi divide dal ciclopico Accursio, il pittore del colore espanso dei giorni nostri.

Fallace il Li Causi nel volere i questore Messana CRIMINALE DI GUERRA



«Ma è possibile che il Ministro Scelba si possa fidare di un uomo di cui si presume che conosca anche il passato? Lasciamo stare che Messana è nell'elenco dei criminali di guerra di una nazione vicina; questo può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di stranieri!"»
 
Da qui la martellante stampa specializzata volta a colpire il Messana quale CRIMNALE DI GUERRA.  Il Li Causi, ovvio, è abile, gioca con le parole, dice e non dice. Non per nulla è siciliano  e l’omertà noi siciliani ce l’abbiamo nel sangue.

Soffermiamoci su particolari, sugli scivolamenti da verità che se vere si possono esplicare semplicemente. No. Il Li Causi esordisce con un ”lasciamo stare”.  Lui lasciò stare. Gli epigoni a iniziare da Danilo Dolci sino a finire ad una ex goriziana improvvisatasi storica, non lasciano stare; affermano, martellano, propinano, impongono. Il Messana. dicono - senza nulla sapere rispetto a quello che invece Li Causi ben conosceva  - fu con assoluta a certezza un CRIMINALE DI GUERRA.

 

Non è senza ragione che l’avvocato onorevole Li Causi, siccome  sa bene che si tratta soltanto di un elenco buttato giù da “una nazione vicina” - non aggiunge che si tratta di Jugoslavia, di nazione, cioè, addirittura nemica e siccome è vincitrice è assetata di vendetta.

Ma soprattutto sa che fine ha fatto presso il SIS di Roma cioè presso il VIMINALE quell’elenco “nemico”. Tra 50 nominativi di “ricercati” vi era stato incluso così senza specifica alcuna un “MESSANA”, “questore”.

E  c’era poco da ricercare: il Messana stava appunto a Palermo come terribile capo della polizia siciliana di Stato dell’Italia ormai repubblicana e democratica. E stava lottando contro un pernicioso banditismo, quello di Giuliano, che veniva foraggiato dagli americani. Quegli americani che ora chissà perché lo vorrebbero sine causa CRIMINALE DI GUERRA. Già, varie volte il Messana aveva relazionato che purtroppo armi moneta ed altro all’EVIS, a Finocchiaro Aprile, agli Agrari venivano appunto forniti dagli Americani. Abbiamo ben tre relazioni del Messana al suo Ministero in
 
proposito.
I denigratori del Messana sembrano non accorgersene, non percepirne l’importanza. Il più onesto,  il Mangiameli,  di codeste schiere di storici si limita a scrivere che sì il Messana aveva “prodotto continui rastrellamenti” ma si illudeva che questi rastrellamenti potessero mettere “in crisi i traffici illegali e alienare a Guliano le simpatie della popolazione che lo considerava suo protettare”. Per Mangiameli insomma il Messana, responsabile della pubblica sicurezza in Siciia in quel terribile biennio 1945-1947 era un miope funzionario di polizia incapsulatosi nel “mito della contrapposizione tra mafia  come strumento tradizionale del mantenimento dell’ordine nelle campagne, e banditi come ribelli primitivi”. Giudizio di valore dunque superficiale e gratutito che uno storico non dovrebbe mai permettersi se vuole fare scienze sociali avalutative. Ma diciamo: opinioni. E democraticamente va riconosciuta a tutti libertà di opinione. Sempre che non leda l’onorabilità della gente. Cosa invece che non fa la Cernigoi che abbiamo visto come si spinge in denigrazioni infamanti senza alcuna cognizione di causa.

Ma restiamo sbalorditi quando inopinatamente ci imbattiamo in questo passo del professore Casarrubea, quando a pag. 29 del suo ultimo libro a stampa (STORIA SEGRETA DELLA SICILIA, dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra, Tascabili Bompiani) si lascia scappare che “ci sono i rapporti dello stesso ispettore di Pubblica Sicurezza Ettore Messana, che danno Giulino  in contatto con agenti americani”.

Noi di quei rapporti ne abbiamo trovati ben tre nell’archivio centrale dello Stato e francamente ci meravigliamo come acuti storici non ne avevano notata la rilevanza e la delicatezza di quelle accuse nientemeno che agli americani che a nostro avviso hanno nel giugno del 1947 chiesto la testa dell’autore. Altro che tutta quella congerie di calunnie, insinuazioni, denigrazioni, diffamazioni contro il Messana.

 

Il Li Causi  è ben consapevole di questo e non per nulla si lascia andare ad una banalità, quasi ad una battuta di spirito del tutto fuori posto in quel contesto permettendosi di celiare: “questo può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di stranieri!". C’era del marcio in Danimarca e Li Causi ben lo conosceva. Anzi a nostro avviso vi era coinvolto. Ma di questo a suo tempo.

Chiediamo allora subito: perché mai un CIVILE potesse divenire un criminale di guerra.

Messana nel giugno del 1941 era stato inviato a Lubiana come normale questore di una sedicente provincia italiana.

Solo la Cernigoi può affermare: «Com’è noto, il 6/4/41 l’Italia fascista invase la Jugoslavia, in perfetto accordo con l’esercito di Hitler, creando la “Provincia italiana di Lubiana” e mettendo ai posti di comando dei propri funzionari. Così, a dirigere la questura di Lubiana fu posto il commissario Ettore Messana, che resse l’incarico fino a giugno 1942, e successivamente fu a Trieste fino a giugno 1943.»

Cosa fu Lubiana, la costituzione della provincia di Lubiana, come iniziò e come purtroppo degenerò è materia che gli storici seri non sanno ancora come sceverare.
 
[continua]
 
 
la nipote di Ettore Messana GIOVANNA con la splendida nipotina
 e con le figlie

Ettore Messana onoriamolo come integerrimo servitore dello Stato


«Ma è possibile che il Ministro Scelba si possa fidare di un uomo di cui si presume che conosca anche il passato? Lasciamo stare che Messana è nell'elenco dei criminali di guerra di una nazione vicina; questo può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di stranieri!"»

 

 

Da qui la martellante stampa specializzata volta a colpire il Messana quale CRIMNALE DI GUERRA.  Il Li Causi, ovvio, è abile, gioca con le parole, dice e non dice. Non per nulla è siciliano  e l’omertà noi siciliani ce l’abbiamo nel sangue.

Soffermiamoci su particolari, sugli scivolamenti da verità che se vere si possono esplicare semplicemente. No. Il Li Causi esordisce con un ”lasciamo stare”.  Lui lasciò stare. Gli epigoni a iniziare da Danilo Dolci sino a finire ad una ex goriziana improvvisatasi storica, non lasciano stare; affermano, martellano, propinano, impongono. Il Messana. dicono - senza nulla sapere rispetto a quello che invece Li Causi ben conosceva  - fu con assoluta a certezza un CRIMINALE DI GUERRA.

 

Non è senza ragione che l’avvocato onorevole Li Causi, siccome  sa bene che si tratta soltanto di un elenco buttato giù da “una nazione vicina” - non aggiunge che si tratta di Jugoslavia, di nazione, cioè, addirittura nemica e siccome è vincitrice è assetata di vendetta.

Ma soprattutto sa che fine ha fatto presso il SIS di Roma cioè presso il VIMINALE quell’elenco “nemico”. Tra 50 nominativi di “ricercati” vi era stato incluso così senza specifica alcuna un “MESSANA”, “questore”.

E  c’era poco da ricercare: il Messana stava appunto a Palermo come terribile capo della polizia siciliana di Stato dell’Italia ormai repubblicana e democratica. E stava lottando contro un pernicioso banditismo, quello di Giuliano, che veniva foraggiato dagli americani. Quegli americani che ora chissà perché lo vorrebbero sine causa CRIMINALE DI GUERRA. Già, varie volte il Messana aveva relazionato che purtroppo armi moneta ed altro all’EVIS, a Finocchiaro Aprile, agli Agrari venivano appunto forniti dagli Americani. Abbiamo ben tre relazioni del Messana al suo Ministero in proposito.

I denigratori del Messana sembrano non accorgersene, non percepirne l’importanza. Il più onesto,  il Mangiameli,  di codeste schiere di storici si limita a scrivere che sì il Messana aveva “prodotto continui rastrellamenti” ma si illudeva che questi rastrellamenti potessero mettere “in crisi i traffici illegali e alienare a Guliano le simpatie della popolazione che lo considerava suo protettare”. Per Mangiameli insomma il Messana, responsabile della pubblica sicurezza in Siciia in quel terribile biennio 1945-1947 era un miope funzionario di polizia incapsulatosi nel “mito della contrapposizione tra mafia  come strumento tradizionale del mantenimento dell’ordine nelle campagne, e banditi come ribelli primitivi”. Giudizio di valore dunque superficiale e gratutito che uno storico non dovrebbe mai permettersi se vuole fare scienze sociali avalutative. Ma diciamo: opinioni. E democraticamente va riconosciuta a tutti libertà di opinione. Sempre che non leda l’onorabilità della gente. Cosa invece che non fa la Cernigoi che abbiamo visto come si spinge in denigrazioni infamanti senza alcuna cognizione di causa.

Ma restiamo sbalorditi quando inopinatamente ci imbattiamo in questo passo del professore Casarrubea, quando a pag. 29 del suo ultimo libro a stampa (STORIA SEGRETA DELLA SICILIA, dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra, Tascabili Bompiani) si lascia scappare che “ci sono i rapporti dello stesso ispettore di Pubblica Sicurezza Ettore Messana, che danno Giulino  in contatto con agenti americani”.

Noi di quei rapporti ne abbiamo trovati ben tre nell’archivio centrale dello Stato e francamente ci meravigliamo come acuti storici non ne avevano notata la rilevanza e la delicatezza di quelle accuse nientemeno che agli americani che a nostro avviso hanno nel giugno del 1947 chiesto la testa dell’autore. Altro che tutta quella congerie di calunnie, insinuazioni, denigrazioni, diffamazioni contro il Messana.

 

Il Li Causi  è ben consapevole di questo e non per nulla si lascia andare ad una banalità, quasi ad una battuta di spirito del tutto fuori posto in quel contesto permettendosi di celiare: “questo può far piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di stranieri!". C’era del marcio in Danimarca e Li Causi ben lo conosceva. Anzi a nostro avviso vi era coinvolto. Ma di questo a suo tempo.

Chiediamo allora subito: perché mai un CIVILE potesse divenire un criminale di guerra.

Messana nel giugno del 1941 era stato inviato a Lubiana come normale questore di una sedicente provincia italiana.

Solo la Cernigoi può affermare: «Com’è noto, il 6/4/41 l’Italia fascista invase la Jugoslavia, in perfetto accordo con l’esercito di Hitler, creando la “Provincia italiana di Lubiana” e mettendo ai posti di comando dei propri funzionari. Così, a dirigere la questura di Lubiana fu posto il commissario Ettore Messana, che resse l’incarico fino a giugno 1942, e successivamente fu a Trieste fino a giugno 1943.»

Cosa fu Lubiana, la costituzione della provincia di Lubiana, come iniziò e come purtroppo degenerò è materia che gli storici seri non sanno ancora come sceverare.
 
[continua]

venerdì 17 ottobre 2014

la malerba del 104

ed anche carcerato e deve pure rifondere al valore attuale i danni procurati. Mi pare che esista l'istituto della provvisionale- La  si applichi. Per una indagine che mi dicono che si sia protratta  da almeno sette anni, non vi sono responsabilità degli inquirenti, dilazioni, accidie, compiacenze? Questi giudici sono troppo pagati per non venire a loro volta inquisiti.

contrappunto ad un discepolo ammodino di una professoressa di Sicilia

Sono un ottuagenario. Sono entrato qui di straforo. Conosco ed apprezzo la professoressa. Non si offenderà se le dico che quel Marco o non esiste o bara. Vissi i miei vent'anni tra Racalmuto ed Agrigento. I riti dell'amore siculo erano glabri. Vigeva la "taliata". Lei dietro la persiana socchiusa. Tu la guardavi, lei ti guardavi? successo amoroso. Grande spreco insomma di coito oculare. Per la ragazza arrivare intacta virgo la notte terribile delle nozze era ossessione inibente. Se il panno rosso non si sventolava, lo si mostrava tra preoccupati parenti stretti. Venne poi l'albergo. Il viaggio di nozze. Oh, che liberazione!- Molte divennero maestre a Messina e i legittimi mariti spesso ebbero tragiche sorprese. Matrimoni flaccidi. Se la vicina coniugata si prestava, si doveva. I figli si impressionavano? Era giusto, equo e livellatore. I figli si adontavano? Non penso. O meglio, v'era molto complesso di Edipo. Il ragazzo sai quanto se ne fregava se il padre faceva il maschio. Era geloso della mamma. Crederla senza sesso era liberatorio. Se invece era la genitrice che sgarrava, scattava il complesso del cocu  e bruciava. Di solito lo si perpetuava sposando la fanciulla che si sapeva iniziata dall'amico di infanzia. Strane poi certe coppie incrociate. Forse ci si scambiava i favori. Per le ragazze non so. Non ne praticai. Emigrai. A Modena questi meridionalismi suonavano medievali tabù. Certo che l'emigrante non colto aveva tanto successo nelle balere ove caschetto d'oro spingeva all'abbraccio lubrico. Ma quello scendeva poi al paese per farsi una moglie.
Torno quaggiù  dopo diecine di lustri e trovo tutto mutato. Dietro il mio cancello in campagna, rimasto chiuso  per anni, trovo di tutto: Vi avevano parcheggiato le auto delle coppiette come a Roma o a Cento o a Rimini d'inverno. E per quel che vedo, anche le quattordicenni non hanno - o sembra che non abbiano - ritegno- Oggi a Roma se sali su un bus all'ora del ritorno da scuola, vedi che le parti si sono invertite: aggressive, sfacciate esperte se le guardi negli occhi le fanciulline anche di tenera età. Infrosciati, remissivi, distratti i giovincelli dalle mesce dorate, dall'orecchino equivoco e dalla mosceria impressionante.  E in Sicilia? Non so! Leggendo quel che ho letto qui sopra mi disoriento: mi pare che nulla sia cambiato dai tempi miei. Il ragazzo che ha voglia di suicidarsi perché il padre talora cavalca la cavallina mi sembra improbabile. Ma confesso la mia ignoranza.



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QUESTA LA LETTERA CHE ANNOTO:



Marco, 22 anni, ultimo anno di Scienze della comunicazione. Abbiamo appena concordato l’argomento della tesi, la metodologia, i libri da studiare e di solito finisce qua. Invece esita, sembra che non voglia andarsene. Ha la faccia imbarazzata, guarda per terra. Poi finalmente:
«Volevo ringraziarla, prof.»
«Per la tesi? Non ce n’è bisogno. Comincia a lavorare, mi ringrazierai alla fine.»
«No no, – sorride, – mica per la tesi. Per il blog. Per le cose che scrive sul blog.»
«Ne scrivo tante… quali?»
«Quelle sulle donne, – Marco arrossisce, – no, ma che dico: sulle donne e sugli uomini, sul fatto che i problemi delle donne sono anche nostri. È una cosa che mi ha colpito molto, la prima volta che l’ho sentita. Cioè no, in realtà non l’ho sentita, l’ho letta. Sul suo blog, appunto.»
«Ah. Ma perché dici questo?»
«Perché grazie a quello che scrive ho capito tante cose.»
Si appoggia sullo schienale e distende i lineamenti. Sembra che la tensione si stia allentando.
«Vede prof, a un certo punto ho cominciato a pensarci. E c’è stato un momento che ci pensavo giorno e notte, era diventato una specie di chiodo fisso. Poi finalmente ho capito.»
«Cos’hai capito, Marco?»
«Che i problemi non ce li hanno solo le donne, anche noi uomini ne abbiamo un casino. Anche se guadagniamo di più, lavoriamo di più, abbiamo l’immagine vincente e balle varie. Sì, quelle cose che lei scrive sul blog e che a molti danno fastidio. A dire il vero anche a me davano fastidio all’inizio. Molto. Mi facevano proprio incazzare, sa. Ma da quando ho capito, non più. Anzi…»
«Hai capito… cosa?»
«I nostri problemi, quelli dei maschi. Ci penso un casino, sa? A me certe cose di noi maschi cominciano a darmi molto fastidio. No, ma che dico: certe cose mi fanno proprio schifo, prof.»
«Quali cose?»
«Che dobbiamo fingere che siamo forti a tutti i costi, che non riusciamo a piangere, che trattiamo le ragazze in quel modo schifoso…»
«Cioè cosa fate?»
«Ma sì, prendi e molla. La fissa che sei più figo se ci vai a letto e il giorno dopo te ne freghi. L’idea che uno sia più ganzo se non si coinvolge, se non s’innamora. Balle, sono tutte balle. E il peggio è che certe cose me le ha insegnate mio padre, le ho imparate in casa, prof. Perché vede, la mia è una famiglia normalissima e in apparenza mia madre è indipendente, ha il suo lavoro, guadagna, ma sono tutte balle, perché in realtà le cose stanno diversamente, mio padre la tradisce da sempre, lei è infelice e io e mio fratello lo sappiamo da quando eravamo piccoli…»
Abbassa gli occhi, è di nuovo paonazzo.
«Marco, non dirmi niente, dai. Mi pare che questa cosa ti faccia star male…»
«No, prof. Certe cose a un certo punto bisogna buttarle fuori. Ci metto due minuti ma voglio dirle una cosa. Posso?»
«Certo.»
«Ricordo sempre una frase che mio padre mi disse la prima volta che ho scoperto che faceva le corna a mia madre. Avevo dieci anni e forse… be’ forse lo stavo guardando male, doveva esserci qualcosa di storto nella mia faccia, perché mi disse: “Vedi Marco, gli uomini sono fatti così. Un uomo non si giudica da come tratta le donne. Un uomo si giudica dal lavoro, dalle cose che costruisce, da come tratta i figli. Le donne sono un’altra cosa”.»
«E tu?»
«Ci pensai un casino, mi convinsi che aveva ragione lui e che anche per me e mio fratello le cose sarebbero andate in questo modo.»
«Ne sei ancora convinto?»
«Per niente, anzi. È proprio per questo che l’ho ringraziata. Perché grazie al suo blog ho capito che in realtà a me questa cosa di mio padre mi ha sempre fatto schifo. Io non voglio essere così. Gli uomini si giudicano anche da come trattano le donne. No, ma che dico: soprattutto, non anche. E mio padre mi avrà anche dato i soldi per mangiare, per studiare e per andare fuori con gli amici la sera. Ma mi fa schifo lo stesso, ecco l’ho detto: mi fa schifo. E io non voglio essere come lui. Voglio essere diverso. Mi aiuta, prof?»

venerdì 25 ottobre 2013 una mia vecchia rissa: abbasso le donne!


venerdì 25 ottobre 2013

Pruriti post-dannunziani di un'avvenente imatura aspirante scrittrice.

 
POPOLAR-PENSIERO di Ornella Pennacchioni. Dame ammiccanti, riunitevi al grido di quello che vi pare, ma mostrando caviglie d'appartenenza personale! Foto fregate da internet? Non vale. Nomi impropri, improponibili, improbabili di cappuccetti rossi, gatti con gli stivali, ramboclonati dal palestrato pensiero, cosa c'è dietro la tenda che non risponde al vero? Di trama tramata quanto prima scriverò un pensiero da merceria. La leggenda della lampo, tenetevi pronti, e così sia, caviglie e faccia mia. Parola di Ornella Pennacchioni.. POPOLAR-PENSIERO di Ornella Pennacchioni. Dame ammiccanti, riunitevi al grido di quello che vi pare, ma mostrando caviglie d'appartenenza personale! Foto fregate da internet? Non vale. Nomi impropri, improponibili, improbabili di cappuccetti rossi, gatti con gli stivali, ramboclonati dal palestrato pensiero, cosa c'è dietro la tenda che non risponde al vero? Di trama tramata quanto prima scriverò un pensiero da merceria. La leggenda della lampo, tenetevi pronti, e così sia, caviglie e faccia mia. Parola di Ornella Pennacchioni. — con Giuseppe Rossi e altre 7 persone. . POPOLAR-PENSIERO di Ornella Pennacchioni. Dame ammiccanti, riunitevi al grido di quello che vi pare, ma mostrando caviglie d'appartenenza personale! Foto fregate da internet? Non vale. Nomi impropri, improponibili, improbabili di cappuccetti rossi, gatti con gli stivali, ramboclonati dal palestrato pensiero, cosa c'è dietro la tenda che non risponde al vero? Di trama tramata quanto prima scriverò un pensiero da merceria. La leggenda della lampo, tenetevi pronti, e così sia, caviglie e faccia mia. Parola di Ornella Pennacchioni. — con Rosalba Di Vona, Giuseppe Rossi, Piero Biancardi, Cristiana Lionello, Roberta Mabilia, Luca Lionello, Nikita Fujikobeth Gray Haring e Fabraxas Choule Gwynplaine Calogero Taverna Certo se scendeva più giù si rivoltava il senso per un lubrico consenso, si strabuzzavano cupidi gli occhi, si ergevano spade normali, s'invocava il perdono al buon Dio che ebbe a punire Onan qui semen in terram spargebat. Calogero Taverna Mi pare che così dica la bibbia. Certo io il testo di Jeronimus l'ho un po' deformato. Andrò all'inferno? Lucia Bartalesi uhmmm...non c'è mica più posto! Calogero Taverna Se c'è qualche colto che mi segue, mi piacerebbe che mi svelasse la traduzione dei Settanta. Calogero Taverna Ma sto andando troppo sul "sofistico". Ornella credo che si stia arrabbiando. Smetto. Bruno Cuore Cuore CAVIGLIE CONSACRATE, COME PARTICOLE diafane sottili anime di donna, che a stuzzicar sotto le maxigonne, della belle epoche..a lascivi passanti, e donne decot, come cineserie sui servizi da te' al ginepro..raffigurate con faccine rosse e kimono e ventagli..La messa ha inizio, e le navate dense di infedeli, con scimitarre infoderate , fanno confessioni pubbliche dei loro scempi, e stuoli di Crociati, a chiedere venia..dei mille stupri ideologici ,in nome di Dio... Ornella Pennacchioni Calogero Taverna, se la lampo scendesse, l'abito farebbe difetto. Pensiero da "sartoria", fidati. Ma si sa, ci sono pensieri che superano anche Houdini, l'ultimo mago. Ornella Pennacchioni Calogero Taverna, non mi arrabbio mai, semmai mi risento con i veri "castigatori" di fb. Amo il confronto e se si va fuori tema, è lostesso. Siamo nel mio salotto, tutti liberi di pensare, dire !!! Calogero Taverna Non sono uso ad abbassare "lampi" .. ma credo che se si impiega molto tempo il tuono "sbrodoli" prima. Non "in terram" ma nei pantaloni (pensiero maschile). Ornella Pennacchioni Restiamo in sartoria. Calogero Taverna Ed io posso uscire fuori dal salotto, non intendendomi assolutamente di sartoria. 23 ottobre alle ore 21.12 · Mi piace · 1.. Marco Belli ramboclonati dal palestrato pensiero.....la trovo splendida...azzardi figure retoriche molto spinte non è da tutti...mescoli i semi con molta perizia... Ornella Pennacchioni Grazie Marco. Calogero Taverna Domanda (finale mia) insolente: perché i grandi sarti per signora sono frosci? 23 ottobre alle ore 21.15 · Mi piace.. Ornella Pennacchioni Calogero Taverna. Non è insolente ma discriminante. Anche i colti scivolano, ahimé. Paola M Leonardi ...bella foto, teatrale, densa di significato....è di classe ciò che siamo o ciò che sembriamo? bella domanda, eh? 2 Ornella Pennacchioni mi piace credere che lo siamo, Paoletta. Calogero Taverna No, non è discriminante almeno nelle mie intenzioni: è solo indicativa. Padronissimi lor signori di essere quello che vogliono. La mia è una semplice curiosità sartoriale. Che siano quello che sono sono loro i primi a dichiararlo. Sono degli artisti. E' chiaro che sono esseri particolarmente "liberi". Perché, come li dovevo indicare per non essere discriminante? Posso solo dirti che difronte ad una traboccante bellezza femminile come quella tua - nella giusta età - non dovrebbero esserci "devianze " di sorta. Ma tutti i gusti son gusti! 2 Ornella Pennacchioni Indicativa, hai detto, Calogero. A cosa serve? Io allora dichiaro di essere etero. Le persone si identificano in opere. Salotto sempre aperto, per te, per tutti. Calogero Taverna Beh, forse li dovevo chiamare come li chiamava santa romana chiesa "nefandi". Ma nel '500 ad esempio li bruciavano vivi. Nell'Archivio segreto vaticano ho rinvenuto un processo redatto in siciliano contro un povero "bardasso", finito giustiziato coram populo a porta di Ponte in Agrigento nel 1959. Che pièce teatrale che sarebbe. Come ti ci vedrei bene sulla scena. Ti farei recitare la parte del Bardasso. Che provocazione. Che grido di libertà! Appunto che momento di alta cultura. Calogero Taverna Guarda che a me è venuta da dire quella parola "frosci" perché mi suonava stilisticamente ed io non ho paura delle parole. Non sono bigotto. Ornella Pennacchioni Persone, sono persone. Ti va di leggere questo articolo che ho scritto nella mia page? https://www.facebook.com/ornella.pennacchioni... OMOFOBIA dall' Eter(e)o me. Ho sempre dissentito dal potere deformante della c...Visualizza altro di: No all'abuso, Ornella Pennacchioni e Premio Città - Futuro. Ornella Pennacchioni Non ti sto dando dell'omofobo, ovvio. Ma ci tengo passarti la mia opinione. Ornella Pennacchioni Detesto i bigotti e il cattivo impiego che fanno del loro credo. Loretta Bonansea Posso discostarmi un attimo da tutti queste lungimiranti osservazioni e dire che il tuo scritto per me è semplicemente bellissimo? 23 Ornella Pennacchioni Grazie Loretta. Hai riassestato le sedie? Loretta Bonansea Sì! Calogero Taverna La discussione sta prendendo una piega che mi va a fagiolo. Stiamo diventando forse meno salottieri ma più veraci. Essendo un provocatore nato il termine "froscio" (che non mi si addice) l'ho buttato lì provocatoriamente per vedere se quella patina di elegantissimo snobismo del tuo appunto "salotto" era molto spessa. Complimenti ancora a te: non ci sei mica cascata. Hai avuto un moto , una piccola reprimenda, ma sei passata oltre; non mi hai cacciato come mi capitò con un "salotto-bene" milanese". Che debbo dirti? certo che sono persone, aggiungo persone umane e quelli che ho citato (sparando nel mucchio) sono anche artisti e taluni geniali artisti che io ammiro. Poi se per i fatti loro amano ceri piaceri anziché altri, a me non importa nulla come non m'importa se Berlusconi ama bazzicare talami estravaganti. Quanto alle faccende di culo, si sa che è cosa vecchia. Giove voleva perforare il deretano di Giunone. E adiposa com'era andava proprio a fagiolo. Ma Giunone non ne voleva sapere. Ad Agrigento (Akragas) le eressero uno splendido tempio. Illuminato la sera è un incanto. Le donne maritate della Magna Grecia andavano a lamentarsi: mio marito vuole quello che non voglio. E. tu non darglielo, ma mio marito (il mio coniuge, diciamo) se ne va da altre che acconsentono, ed allora acconsenti pure tu; no, mai! e allora beccati le corna anali e taci!. Ornella Pennacchioni Tu sei verace, io sono colei che non tace. Ornella Pennacchioni .......... e scrive. Calogero Taverna E mi pare che in definitiva non confliggiamo anche se diversi. Per fortuna! Ornella Pennacchioni non confliggiamo poiché siamo spessi. Calogero Taverna e molto ma molto "liberi". Possiamo dire che entrambi non amiamo l'ipocrisia? Ornella Pennacchioni esatto, ma siamo divergenti. Calogero Taverna Ma mi aspettavo uno strale più pungente per quanto riguarda la storiella (tragedia) del bardasso. Calogero Taverna Divergenti davvero? Boh! Marco Rucci Be' di cultura in cultura qui c e' chi si e' acculturato troppo, troppo vicino a l'eiaculazione precoce del pensiero che spero non rispecchi la realta': senno il senso si capisce: spari subito e poi sei nervoso, quindi il mondo e' bastardo e gli altri sono cosa, non lo ricordi piu'. Troppo occupato a cullllturare i sensi del non sapere fino a riconoscerli tuoi. 23 Calogero Taverna Se la cosa ri riferisce a me, la cosa mi torna davvero spassosa. Qui la patina è spessa. 23Marco Rucci direi troppo, i pensieri si fermano a riflettere prima di dedicarsi al mondo esterno guardandosi dall'uscita posteriore. Calogero Taverna E tutto per una lampo che la signora non sembra essere in difficoltà nel chiuderla. I pensieri posteriori di qualcuno si vede che sono troppo diafani Marco Rucci Credo tu abbia delle origini molto nobili, all'epoca del: che schifo! lo faccio di nascosto, i pensieri suonavano note stonate. I grandi compositori si sono ispirati a cosi' tanta cultura per arrivare a ricordalcelo a giorni nostri. Ornella Pennacchioni Non sono mai in difficoltà. Salire la lampo sulla faccia dei rocciatori mi è congeniale. 23 ottobre alle ore 22.47 · Mi piace.. Maria Rosaria Cesareo E tutti questo per una lampo, non oso immaginare per una caviglia d'appartenenza personale! Che questo mondo virtuale sia beffardo e bluffardo, non v´è dubbio, ma che dire di coloro che le commentano pure certe immagini? Ciao Ornella Ornella Pennacchioni Ciao Maria Rosaria Cesareo! Rosalba Di Vona non trovano giaciglio né ristoro nella mia dimora se non garantiti da comuni amici. Un'attenta analisi mi ripara da antipatiche sorprese, ma se ci casco mi basta un click e via. Ornella Pennacchioni Brava Ross. Roberta Mabilia Buongiorno Ornella, bella idea menzionare nuovamente la cerniera lampo, oggetto di squisita femminilità indiscussa, se poi sei tu a discuterne con raffinata maestria allora...A presto rileggerti" Ornella Pennacchioni Grazie Roby. La raffinatezza si palesa sempre almeno quanto la volgarità. Lampanti entrambe. La prima rende indiscutibile ogni pensiero, la seconda lostesso ma al contrario. Ci sono modi che certificano le persone, si sa. Basta lasciarle esprimere, a volte non si accorgono di etichettarsi da sole. Un bacio mia cara. Calogero Taverna Posso anche convenire .. ma la vita non è un velo! E' una cosa tragica e la danza dei sette veli è solo follia mistica, oppiante menzogna, svago lubrico. Ornella Pennacchioni Hummm risposta fiacca!!! Ornella Pennacchioni Calogero Taverna ma non stavi commentando l'altro post??? Ornella Pennacchioni Comunque la scrittura, come ogni forma d'arte, non ha niente a che vedere con l'ordinario. Ne è la via di fuga, una scappatoia, una trasferta emotiva. La vita, non c'entra. 20 Calogero Taverna Non so a cosa devo rispondere. Ma devo andar via. Credo he cercherò di essere pungente stasera o addirittura stanotte. Mi sa che tu tendi a molto sopravvalutarti. Calogero Taverna C'è poi qualche tuo cicisbeo che crede di poter fare l'insolente elegantone con me. Corre brutti rischi. Quanto a te, mi domando: dove vuoi andare a parare? a sedurre cicisbei? Mi aspetto da te, dal tuo vero valore tanto di vero profondo serio significativo. Sia chiaro: non sono né moralista né missionario. Apprezzo in te la tua anima LIBERA. Io amo la libertà. Quindi scrivi e di' quel che ti pare. Vorrà dire che venendomi in uggia certo martellato vacuo snobismo, passerò ad altro. Ornella Pennacchioni Non io, Calogero, non mi sopravvaluto. Solitamente rispondo a chi fa caso a me. Che siano gli altri a sopravvalutarmi? E' possibilissimo. Ornella Pennacchioni Mi domando, caro Calogero, cosa spinga le persone in uggia (lo dico anche io come vedi) di noiose accademìe e spunti arditi che rasentano il volgare, di venirmi a trovare. Non è libertà, non è modernismo, è quello che sembra. Infine penso che chi non ha pensieri propri vada a graffiare quelli degli altri e si disturbano delle risposte. Tu sai, considero questo spazio un luogo privo di pareti o porte. Se il vacuo ti crea disturbo, ho un salvacondotto per te, come Scarpia per Cavaradossi. Ma io non sparo, neppure a salve. Mai sia che tu venga a capire che mi diverto!!!! Il cicisbeo, ha diritto di opinione, non credi? O vuoi scorrazzare da solo? Chi prevalica ha il brutto difetto di non tollerare il dissenso degli altri. Non mi deludere. Che tu non sia democratico, ma solo arrogante? Piero Biancardi Cacchio!!! Ornella Pennacchioni Pier Piero Biancardi Il caro Calogero non ne uscirà tanto facilmente....mi sa che finirà con l'infarinarsi nel tuo mulino e ne uscirà bianco...come un lenzuolo di lino d'altri tempi! 17 ore fa · Mi piace · 1.. Rosalba Di Vona Orn 17 ore fa · Modificato · Mi piace · 1.. Ornella Pennacchioni Piero Biancardi granGALANTUOMO portatore sano di Bicerin, ti consiglio di metterti in affari coi Mulini. Lascia perdere lo studio di commercialista!!! 17 ore fa · Mi piace · 2.. Roberta Mabilia Quando è troppo è troppo, cos'è questo baccano, la faccia finita signor Calogero Taverna che sto studiando! 17 ore fa · Mi piace.. Piero Biancardi Ho appena terminato un "Atto dichiarativo di Impresa Familiare" da spedire al Notaio ...e mi stavo rilassando 5 minuti.....ma ora riprendo dopo il caffè. Lo desideri un buon caffè? 17 ore fa · Mi piace · 1.. Ornella Pennacchioni Roby, che sia la sindrome Cotroneica? 17 ore fa · Mi piace · 1.. Ornella Pennacchioni Yes Pier. 17 ore fa · Mi piace · 1.. Piero Biancardi ...pensi che Bruno faccia rima con Calogero? ...Calogero Cotronei non sarebbe male!! 17 ore fa · Mi piace · 1.. Roberta Mabilia Altrochè. La sconfitta non piace a nessuno, tuttavia è necessaria una resa. Qui in questo salotto non c'è via di scampo. 17 ore fa · Mi piace.. Ornella Pennacchioni I vaccini non fuzionano. L'ho sempre detto che bisogna guardarsene. 17 ore fa · Mi piace · 1.. Roberta Mabilia Ciao Piero, non è tanto la rima, quanto la sindrome Cotroneica. 17 ore fa · Mi piace · 2.. Ornella Pennacchioni Qualcuno sa dirmi come mai i miei post scatenano i virus latenti dei malcontenti? 17 ore fa · Mi piace · 1.. Piero Biancardi ...al peggio non c'è mai fine! 17 ore fa · Mi piace · 1.. Piero Biancardi Ciao Roberta Mabilia. Il lavoro mi recl_ama!!! 17 ore fa · Mi piace · 2.. Roberta Mabilia I vaccini non sono per le persone sane. I vaccini (scaduti tra l'atro) sono ancora giacenti nelle Case Farmaceutiche in attesa di essere svenduti... 17 ore fa · Mi piace · 1.. Rosalba Di Vona perché permetti loro di fare sfoggio della cultura altrimenti rischierebbe di essere accantonata..a qualcuno devono pur mostrarla... 17 ore fa · Mi piace · 1.. Roberta Mabilia Gelosia Ornella, poichè sei irraggiungibile originale sincera. 17 ore fa · Mi piace · 2.. Roberta Mabilia Buon lavoro Piero. 17 ore fa · Mi piace · 1.. Ornella Pennacchioni Trovo che la cultura sia pericolosissima per i soggetti vuoti. Se la cultura sovrasta vuol dire che non si hanno pensieri propri. Spesso è il mezzo per colpire a nome d'altri, sia favorevolmente, quanto per il contrario. Al di sopra delle opinioni che sono sempre lodevoli per ogni confronto, s'intravedono i dati caratteriali e dell'anima di chi partecipa ad un incontro. Emerge sempre il meglio e il peggio. Lasciar fare è di gran spessore, sicché ognuno si dichiari da solo. Dallo splendore, al livore. Comunque sono un soggetto che attrae gli estremi, e questo non mi annovera fra le persone banali. Mai mi taccerei di falsa modestia, mi vergognerei davvero. Grazie Ros- grazie Roby-grazie Pier-grazie Calogero. 16 ore fa · Modificato · Mi piace · 2.. Roberta Mabilia Più che altro Ornella, è la caduta di stile che spesso si ripercuote contro come un giudice boomerang severo e selettivo. I bambini nel loro linguaggio molto personale esprimono opinioni anche contrarie o disapprovono con insistenza, ma non hanno mai una caduta di stile ridicola. Le persone semplici idem. Quindi, coloro che hanno una cultura specifica, in primo luogo hanno di conseguenza stile, eleganza educazione e signorilità. 17 ore fa · Mi piace · 1.. Ornella Pennacchioni Vero Roby, ma non dimenticare che prima della cultura c'è la persona, la sua indole, la sua anima, che sarà tramite indiscusso di qualunque partecipazione, nel bene e nel male. Ultimamente trovo che le persone colte siano le peggiori. Che la cultura sia un paracolpi da mandare allo sbaraglio al posto proprio? Nulla ovviamente contro la cultura, ci mancherebbe, ma l'indole arriva prima. Ne sto facendo collezione, ultimamente. 16 ore fa · Modificato · Mi piace · 4.. Roberta Mabilia Infatti, come ho scritto sopra. Stile, eleganza educazione e signorilità. Un bacione ciao. 15 ore fa · Mi piace · 1.. Ornella Pennacchioni ciao. 15 ore fa · Mi piace.. Rosalba Di Vona Sono onesta Ornella, non voglio assolutamente adularti...tu fai parte di un spazio culturale che va oltre confini, si incontrano pochi come te, anzi in questo mondo di fb, sei decisamente UNICA. Qualcuno vorrebbe somigliarti, altri imitarti, altri semplicemente t'invidiano... tu oltre la bravura poni l'anima e la disponibilità su un vassoio d'argento, è questo che fa di te un personaggio UNICO....sei qui nonostante potresti tirartela . Non meravigliarti quindi e continua a donarci un po' della tua visione delle cose...la tua ARTE e non ultima LA TUA DISPONIBILITA'...non sei facilmente imitabile...ripeto...SEI UNICA E PREZIOSA....Ed ora faccio un giuramento davanti a Dio...quello che ho scritto non è adulazione ma e' quello che penso. 15 ore fa · Mi piace · 1.. Ornella Pennacchioni Ti ringrazio immensamente Rosalba Di Vona. Sarò sincera come sempre, e nessuno azzardi considerare questo scambio di pensieri, una sviolinata in cui mi stia facendo bella, ricambiandoti. In verità sono consapevole della mia particolarità letteraria che sembra rendermi unica. Non ho mezzi a cui paragonarmi, poiché scrivo molto, e leggo poco. Magari è vero che sono così come tu affermi. E della tua considerazione come autrice, ti ringrazio immensamente. Ma la cosa che mi lusinga e mi fa davvero sentire bene, è che tu riconosca il mio slancio di persona verso gli altri, che è scevro dall'autrice. Anima e carattere, come dicevo sopra. Non ho mai minimamente pensato d'insultare nessuno, e nessuno può provare il contrario. Non è questo il modo in cui mi piace apparire, tantomeno mi sentirei originale investendomi di cattiva educazione, perversante su fb, come a suo tempo, la peste de I promessi sposi. Grazie di Ros. 15 ore fa · Modificato · Mi piace · 1.. Rosalba Di Vona persone del tuo livello si tengono lontane da questo nostro mondo, ma io ringrazio il cielo di essere tra i tuoi amici... 15 ore fa · Mi piace · 1.. Ornella Pennacchioni Non riesco a capire cosa arrivi della mia persona a chi non mi conosce nella realtà. Sono semplicissima, consapevole dei miei pregi e dei miei limiti (non chiedetemi le tabelline). Amo le persone, la condivisione, detesto l'ipocrisia, l'arroganza, la volgarità, l'invidia, i pregiudizi. Solo dal malanimo umano bisogna guardarsi. Grazie a te. 14 ore fa · Mi piace · 1.. Rugger Carla MEDIANTE LA TUA OPERA LETTERARIA,ORNELLA, RIVELI IL TUO STILE INCONFONDIBILE DI DONNA E D'ARTISTA UN PO' FOLLE... CHE NON GUASTA... 14 ore fa · Mi piace · 1.. Ornella Pennacchioni Oh Donna Rugger Carla! Hai ragione sono un pò folle. 14 ore fa · Mi piace.. Rosalba Di Vona Virgilio guidando Dante disse...Non ti curar di loro , ma guarda e passa...Sorridi Orn. siamo tantissimi a stimarti e volerti bene, non farti inutili domande continua a regalarci i tuoi pizzi, le tue perle, le tue scarpette rosse 14 ore fa

Odio Montedoro


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Calogero Taverna ha aggiunto 6 foto.


Si dà il caso che scartabellando tra i mucchi di fotocopie di casa mia a Roma trovo questa impresentabile riproduzione dell’ormai lady Chatterley di Montedoro: il mondo di Louise . L’originale resta a Racalmuto e quindi le foto che qui riproduco non fanno giustizia alla indubbia abilità fotografica di questa fragile creatura d’Inghilterra.
E’ inutile negarlo: scrive soavemente; ha periodo lucido, ha aggettivazione accattivante, la sua paratassi non è di fattura scolastica. Certo, l’animo è femmineo, esile, e l’immagine è talora sdolcinata. Ma i luoghi sono resi per la loro avvenenza. E quel che mi appassiona è una Racalmuto solare, mediterranea, persino possente con i suoi due torrioni di piazza Castello.
La Louise incontra un prete: padre Giuseppe. Saprà dopo (o crederà di sapere) che da giovane fu brigante e chiamava “crocifisso il suo coltello”. Ma sono due villici montedoresi a cimentarsi a chi la sparava più grossa contro l’invidiato e più evoluto paese contiguo, il mio Racalmuto. Uno si chiamava Alessandro che a Montedoro credo si dica Lisciannaru e l’altro Turiddu (l’inglesina non lo italianizza). Come vede Louise quei due rozzi montedoresi?  con tocco di romantico travisamento, in un misto tra l’armonia dell’aprico monte Castelluccio ed il pittoresco dell’afrore contadino di questi due selvaggi compagni di viaggio.
A guardarli questi due villici accompagnatori della diafana Louise non saprei a chi dare lo scettro dello stalliere di lady Chatterley, ma nessuno dei due mi appare con le phisique du role di David Herbert Lawrence (1885-1930);  e l’arditezza del peccaminoso “strusciamento” a chi toccasse credo che manco l’onnisciente Messana di Montedoro saprebbe dirlo.
Va anche aggiunto che Sciascia non è perspicuo nel sintetizzare queste pagine di Louise, l’inglesina sposatasi a Montedoro: la sua consecutio temporum (storica e logica) mi pare inquinata da un lapsus memoriae come anche la vedova non ebbe ritegno ad ammettere per una mia cosa. Anche Sciascia, quando andava a memoria, cadeva nei “lapsi mamoriae” come ogni comune mortale. E siccome questo è un mio difetto che con il passare degli anni si aggrava , non sarò io a contestarlo. Certo, dimentico quanto volete ma non credo che dopo attente consultazioni possa davvero cascare in scivoloni grotteschi come il motedorese Messana impudentemente mi rinfaccia.
Sciascia invero s’indusse in errore perché indusse in errore l’arciprete Casuccio con quel magro e fuorviante padre Giuseppe della Caico. Forse l’attenzione andava spostata dall’ex francescano all’altro tonacato a cognome Romano, che mi risulta piuttosto discolo. Ma comunque non tale da potere dire di lui (e men che meno di padre Giuseppe Bufalino Maranella): un prete molto “originale … perché nonostante la sua tonaca, viveva da feroce bandito. Chiamava crocifisso il suo coltello, ed era fedele amico e compagno di autentici briganti; arrestato più di una volta come ladro e assassino, è stato condannato a molti anni di esilio, e persino ora da vecchio, non se ne sta tranquillo come dovrebbe, dato che il vescovo gli ha ridato il permesso di dire messa”.
Ciarla di Alessandro da Montedoro, che il Messana mi pare cognomina come Augello. Lasciamolo stare come “grottesco microstorico ecclesiastico di Racalmuto”; ma neppure come loico mi pare che brilli. Se il vescovo a questo innominato padre Giuseppe “ridà il permesso di dire messa” (meglio leva la suspensio a divinis) vuol dire che il vecchio brigante si era ravveduto e che quindi da “vecchio se ne sta tranquillo come dovrebbe”. Il Messana lo “scivolone grottesco” dovrebbe appiopparlo al suo prediletto compaesano.
Ma dove casca ancor più l’asino è in questo passo della deliziosa Louise: “L’ho mandato a chiamare, rispose Alessandro (alias Lisciannaru), perché sapevo che ci voleva una persona intelligente per parlare con Voscenza, e padre Giuseppe è l’unica persona intelligente a Racalmuto!”.
Non è del tutto fedele Sciascia quando fa dire alla “guida: E’ il solo uomo intelligente che c’è a Racalmuto; purtuttavia cade in uno intenzionale scivolone grottesco il Messana di Montedoro quando vuol tutto attenuare trasformando l’apodittico anatema di Liscianaru Augello in un passabile “ padre Giuseppe è tra le persone PIU’ INTELLIGENTI di Racalmuto”. Et de hoc satis.
L’abbiamo scritto quando eravamo innamorati di Montedoro (e su via! Lo siamo ancora ed anzi ancor di più; se una persona degna, intelligente e positiva incappa in una cazzata, poco male: succede a tutti .. il grave sarebbe per qualche carnalivari ca ‘cci va appriessu) dichiaravamo di grande importanza archeologica lo scritto di Louise e soprattutto le foto di Louise. Ci ha tramandato squarci di Racalmuto unici e preziosissimi. Innanzi tutto, sul Castello: hanno avuto di che fracassare padre Cipolla e certi santoni della Soprintendenza (e persino il genio militare nella guerra del 40-43 – per noi di Racalmuto). Louise ci ha tramandato una serie di foto di lu Cannuni (Cannuni, perché i militari del ’40 avevano piazzato un cannone sopra la torre di Nord-est; così almeno noi la sappiamo e potremmo venire documentalmente smentiti  - ma non per sentito dire), che mi consentiranno quando sarò sindaco di fare sagace e sapiente restitutio in integrum, depurando ogni tintura al ducotone, e recuperando i reperti archeologi del sotto-castello che so esservi a completamento del sarcofago romano di patri Cipudda e delle ceramiche che una ragazzuola protetta ha dichiarato del quattrocento saccense.
Louise incontra padre Giuseppe che ci appare molto agguerrito in microstoria Racalmutese (altro che incallito brigante in senescente ladroneria); dice all’inglesina cose di recente apprese e piuttosto corrette (qualche sbavatura è perdonabile). Si vede che codesto padre Giuseppe ha letto le memorie del Tinebra; e le ha lette per il verso giusto, senza bizzarrie fantasmatiche.
Padre Giuseppe affascina l’inglesina; Lisciannaru ne è geloso: non può competere sul piano dell’erudizione da ostentare a Voscenza. Si sbizzarrisce in “grottechi scivoloni” microstorici tanto da fare “inorridire” la lady e le donne son volubili ma non come le vorrebbe Verdi; sempre pronte a mutare “d’accento e di pensiero”.
Lisciannaru credo che tutto sommato confondesse e l’ex padre francescano e il non santo padre Giuseppe Romano con qualcuno che, non la condanna al carcere ebbe, ma processi civili sì e sospensioni a divinis tante: il padre Burruano.

Questi però a tempo della gita a Racalmuto della lady Chatterley di Montendoro era morto da una quindicina di anni. Ne ho scritto, su codesto davvero singolare prete capostipite della gloriosa (almeno per tanti) famiglia Burruano (quella del feci quod potui, faciant meliora potentes): mi si è rotto il computer ed ho perso le ricerche. Ne ha una copia quasi integrale l’avvocato Burruano: spero che ne faccia tesoro.


Interessante è soprattutto la descrizione del Castelluccio. Molto più veritiere delle notizie del Tinebra, quelle di carattere storico anche se non del tutto corrette; sono però, le foto, davvero di somma importanza. Quella chiesa là è cimelio storico da recuperare. Vi era un vero e proprio villaggio attorno a quel Castrum, fortezza militare comunque imprescrittibile, inalienabile, inusucapibile.

 Non semplice “piccola cappella ora abbandonata” che un tempo fu rifugio, non di “pacifici abitanti” assaltati da” pirati , sbarcati nelle baie ridenti” (farneticazioni di inglesine in fregola romantica) ma da veri e propri coloni dell’altro feudo “quello di Gibillini” in mano a varie nobili famiglie sino alla decadenza dei Tulumello; e questi coloni in quella chiesa, che piccola non era, andavano ogni domenica a sentir messa. Erano i castidddruzzara – ed un sopravvissuto diede uva e ristoro alla triade della lady – che in una numerazione delle anime del 1828 sono in Matrice segnati per nome , cognome, età e consistenza familiare.
Seguiamo con voluttà la ormai diruta conformazione archeologica: “ la vista di una misteriosa scala ricavata nello spessore delle mura, che conduceva chissà dove, evocava alla mia mente ogni sorta di romantiche avventure medioevali, e intanto gli uomini, che avevano condotto i cavalli nelle stesse stalle del castello, così ampie da poter accogliere ottanta cavalli, tornavano a disperdere crudelmente il mio fantasticare su quelle misteriose rampe di scale, domandandomi se non avessi fame, etc. etc.”


Preziosità da potere persino sfruttare per un turismo d’élite, scomunicando i nostri contigui nemici architetti di Grotte che penserebbero invece a fare di quel romantico castello una bolgia peccaminosa per ruffianerie e gozzoviglie di depravato turismo.



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A Salvatore Petrotto piace questo elemento.

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Nicolò Falci Lillo, mi pare che tu te la stia prendendo con il Messana, quasi ti avesse offeso mortalmente, e non per aver scritto cose (addirittura riportato cose scritte 100 anni fa da altri) che, può darsi a ragione, non da te condivise. Dico questo a meno che mi siano sfuggite parole offensive nei tuoi confronti. Se così fosse ti prego di segnalarmele. Se poi il tutto avesse avuto origine da canzonature che paesi limitrofi erano e sono soliti scambiarsi ("muntidurisi panzuti" "safarchisi fanatici e fissa" "sancatallisi foddri" "racarmutisi salinara"), nel nostro caso l'intelligenza dei racalmutesi, mi pare che, a questo punto la polemica sia superata e pertanto da chiudere.


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Calogero Taverna Premetto che mi ci sto divertendo un sacco. Chi manco mi conosce dovrebbe essere un po’ più cauto ad insolentirmi, e ad insolentirmi in sedi aliene approfittando della probabile invidiuzza di qualche meschinello nei miei confronti. Se ci si sbilancia in derisioni offensive, ci si attenda la replica e salace. Figurati poi da uno come me che quanto a polemica scarnificante ci va a nozze.
Non capendo neppure quello che scrivevo mi si controbatte che sarei caduto più da babbeo che da microstorico in una esaltazione (appassionata) di un pretonzolo racalmutese (che invece sarebbe originario montedorese, ma per l’onore di entrambi i due paesi non era né brigante né il solo intelligente della Racalmuto del primo Novecento).


Senza un minimo di accortezza Costui (montedorese e mi dispiace essendo Montedoro un paese che adoro e che continuo ad adorare) mi rimprovera “scivoloni” storici. Certo tutti scivoliamo; ma Costui non in scivoloni incappa ma in tonfi di intelligenza oltre che di informazione storica. E fin qui transeat. Solo che ha bisogno di aggettivare e scrive testualmente “scivoloni GROTTESCHI”. E qui siamo nell’offesa, nella denigrazione. Imperdonabile!
Dicevo che per di più ricorre all’ospitalità di chi non gliela doveva dare. Ora quest’altro fa il pentito.
Con te dico: de hoc satis. Non prendertela più di tanto. Ma lasciami a me intero il sardonico divertimento.