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mercoledì 14 gennaio 2015

Mai empatia tra Racalmuto e lo Sciascia. quando in vita

Carissimo Roberto, concordo pienamente con te che concordi pienamente con me. Infatti, mi sono offerto a tutte cinque le liste elettorali della primavera scorsa per entrarvi non dico come candidato sindaco o assessore in pectore della squadra ma almeno quale medesto candidato consigliere comunale: niente. Sotto sotto dicevano: sì, chissu nni fa perdiri voti (credo che avessero ragione). Un capolista autorevole (che però non ce la fece) candidamente mi rimbeccò: tra far fallire il comune e far fallire i racalmutesi, io se eletto faccio fallire il Comune. Gli risposi: non ti auguro di essere eletto; fallirebbe il comune beccherebbero mazzate i racalmutesi e tu finisci in galera. Peccato, però, questo malinteso. Se ci mettevamo d'accordo, lui avrebbe vinto le elezioni, Racalmuto sarebbe risorto ad una nuova primavera economica e soiale. Carissimo Roberto, sono tutt'altro che un albatro bodeleriano; ho conoscenze per callide gestioni della cosa pubblica; saprei mungere le banche senza far fallire i racalmutesi. Pensa un po': tra i "debitori pretermessi del comune di Racalmuto", c'è la locale banca tesoriera. Non farsi assolvere quel debito e non farsi monetizzare quello di altri facoltosi nostri debitori comunali che manco racalmutesi sarebbero, dovrebbe essere un gioco da bambini. Se fortune del genere ce le avessero i grottesi, stanne certo che mi assolderebbero GRATIS come consulente operativo. Fore calpesterò la sintassi come mi dileggia il Butera ma insomma il fatto mio credo di saperlo . Racalmuto non è stato mai il paese della ragione, delle cicale sempre, nè in vita vi fu mai empatia con il solitario e astratto re della NOCE.

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