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sabato
6 maggio 2017
15:33
Calogero taverna
Rispondi |
gio 07/08/2014,
00.14
nuovaalabarda@gmail.com
...
Vedo adesso
che la signorina Cernigoi cerca di infilzarmi con la sua femminea alabarda.
Intanto non sa che il prof. Casarrubea si è disociato dalla querula
goriziana.
Attacca tanto il
siciliano Messana e poi si scandalizza che in Sicilia chiamarsi Lillo è cosa
usuale. Ma per una titina è ben comprensibile che il tutto si fermi nelle foibe
triestine. Non solo quello di cui si scandalizza la signorina
goriziana ma molto altro ho scritto a difesa del buon nome di Messana, con
ferrea documentazione che frantuma le ampollosità documentaristiche della
trentaduenne sposata. Il tasco torto non sa cos'è? non sa nulla di mafia? Mi ha
tagliato tutti i canali di comunicazione e quindi non ho potuto farle avere
questa mia ultima fatica che la chiama (in negativo) in causa. Vedrà quando
affronterò la faccenda della sua Lubiana. Trascrivo sotto tutto quello
che mi dice sperando che mi denunci, visto che qualche familiare del
Messana la potrebbe denunciare penalmente e perseguirla civilmente. La smetta
di dare apodittici giudizi basandosi su fasulli documenti. Quanta alla
fasullità o incongruenza delle carte che cita ho già molto pubblicato nel mio
CONTRA OMNIA RACALMUTO e molto pubblicherò ancora, non mi fermo alla prima
taverna. E così forse le ho giustificato il mio cognome dato che quanto
al mio diminutivo di Calogero, Lillo appunto.
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La Nuova Alabarda
MA CHE GLI FACCIO,
AGLI UOMINI?
Dopo avere
attizzato gli appetiti malsani e paranoici del già citato su queste pagine
Melchiorre Gerbino, da un paio di mesi sono oggetto di invio di messaggi che
oscillano tra l'intimidatorio e l'offensivo di persona che si firma "Lillo
Taverna" (come un uomo adulto possa chiamarsi Lillo mi è peraltro oscuro)
e che con questo nome ha una pagina FB. Tale Taverna sembra essersi eretto a
difensore sperticato della figura del defunto questore Ettore Messana, sul cui
operato all'epoca del fascismo ebbi modo di scrivere un paio di articoli (che
ho recentemente inserito anche su questa pagina), citando documenti ufficiali
conservati negli archivi di stato di Trieste e Lubiana e facendo riferimento
alle ben più approfondite ricerche condotte da Giuseppe Casarrubea. Insomma il
sedicente Taverna, che mi apostrofa con l'anacronistico termine di
"signorina", non so se per suggerire un mio stato civile peraltro non
corrispondente (duole deluderlo, ma sono sposata da 32 anni) o se per sminuirmi,
in quanto l'idea che generalmente si ha di una "signorina" non è
quello di una ricercatrice storica seria, mi ha inviato una serie di messaggi
privati sulla mia pagina FB (condividendoli, se ho capito bene, anche con altre
persone, a me sconosciute) millantando con queste persone di
"disporre" di un "canale riservato" (veramente la
messaggistica è disponibile a tutti sulla mia pagina personale...) nei quali
vorrebbe dimostrare che Casarrubea ed io avremmo diffamato la figura di
Messana. Per sminuire la credibilità delle mie ricerche scrive (ad un cugino,
presumo, del quale non riporto il nome, ma al quale mi ha descritta come
"tal Carnigoi (sic) triestina, filoslava e con scarso amore patriottico
per questa nostra Italia) che
"la
Cernigoi si basa su un fascicolo postumo di gente titina che ha cercato invano
di ricattare l'Italia".
Curioso
termine "fascicolo postumo" eccetera per definire il carteggio che
contiene i documenti originali della questura fascista che operò nella Lubiana
occupata diretta dal questore Messana tra il 1941 ed il 1942, ma tant'è. Per
dare più forza alla propria teoria che Messana non fu un criminale di guerra
(come denunciato dalla Jugoslavia ed il cui modus operandi fu stigmatizzato
anche da una relazione della Polizia civile del Governo militare alleato di
Trieste, amministrazione angloamericana) ma un eroe, il Taverna afferma:
"Non può
credere (Cernigoi, n.d.r.) che l'Italia degasperiana abbia conferito l'alta
onorificenza al Messana ignara o peggio correa di quella caterva di accuse
infamanti titina contro chi avesse avuto dallo Stato Italiano incarichi in
quella tragica storia della costituzione della provincia di Lubiana che lei non
può antipatriotticamente ridurre ad un crimine di guerra".
Ciò che io
credo è del tutto ininfluente, sta di fatto che l'Italia post-degasperiana (nel
1954, quando era in carica il governo Scelba) conferì una medaglia di bronzo al
torturatore e capo di una banda di torturatori ed assassini, il commissario Gaetano
Collotti dell'Ispettorato speciale di PS.
Alla fine,
dopo avere accusato la sottoscritta e Casarrubea di essere
"antitaliani", Taverna conclude nel seguente squisito modo:
"Porto
il tasco torto, infilzo la Cernigoi e il suo pigmalione siciliano Casarrubea.
Per me sono artefici di una indegna campagna di stampa infondatamente
calunniosa contro il Gr. Uff. dottore Ettore Messana".
Cosa sia il
"tasco torto" è cosa per me incomprensibile, però mi duole constatare
che i toni del "signorino" Lillo Taverna ricordano in modo
inquietante quelli del noto Melchiorre Gerbino. Taverna ci "infilza",
Gerbino ci molla "calci in culo" (cito).
Bene, i
documenti sono pubblici e disponibili, non sono "propaganda titina",
checché ne dica Taverna, i verbali della questura italiana di Lubiana sono
documenti italiani, se Taverna ritiene che l'occupazione fascista della
provincia di Lubiana non sia stato un crimine di guerra è padrone di pensarlo,
ma ciò fa supporre che le sue polemiche non siano innescate tanto per amore
della verità, quanto per volontà di riabilitare un sistema fascista che è stato
condannato dalla storia. E rimando al mittente le accuse di
"antitalianità", "antipatriottismo" eccetera che mi lancia
Taverna, dato che nessuno più dei fascisti ha offeso ed insultato l'Italia
riducendola ad una dittatura imperialista e sanguinaria che ha seminato morte e
distruzione in Europa.
GIORNALE
DI SICILIA 11-12 ottobre
GIORNALE
DI SICILIA 11-12 ottobre
Dopo i
tumulti di Riesi
Truppe
rientrano a Riesi
Lo stato
dei feriti
Un
sottotenente ucciso
CALTANISSETTA
10 notte.
Finalmente,
stamane dopo tre giorni di tumulti e di ansie nella cittadina di Riesi è ritornata una
relativa calma. Stamane alle 2 dalla miniera di Trabia, ove si trovava
concentrata, tutta la forza, composta di arditi, fanteria, carabinieri, agenti,
mitragliatrici, ed artiglieri, mosse in colonna alla riconquista del paese. Da
due giorni in vari punti della città si vedevano ad una certa distanza i contadini
armati che guardavano l’ingresso montando a turno la sentinella.
Stamane
però all’alba quando gli arditi giunsero per primi alla porta della città, i
contadini si squagliarono di sangue.
Immediatamente
si prese possesso di tutti i servizi pubblici, compreso il telegrafo.
Secondo le
notizie segrete pervenute al questore comm. Presti, comunicato subito al
commissario Caruso, poterono essere rinvenute le armi, le munizioni e la
mitragliatrice che i tumultuanti avevano tolto alla truppa. Il paese è occupato
militarmente e vi regna una certa calma.
Stamane
qualche negozio cominciò a riaprire e i cittadini, dopo due giorni in cui sono
rimasti serrati in casa, cominciarono a far capolino per le vie della città.
Dai paesi vicini e da questo centro sono partiti dei medici per apprestare le
cure ai feriti.
I morti
accertati finora ammontano a 10 dimostranti e fra gli stessi vi sono 50 feriti.
Fra i
militari sono stati feriti due soldati, ed è stato ucciso il sottotenente Di
Caro Michele, da Villarosa, con un colpo di rivoltella alla gola.
Il
deputato provinciale ingegnere Accardi, ferito ieri nei tumulti, migliora
sensibilmente. Trovasi sul posto l’Ispettore del Ministero dell’Interno comm.
Trapi, inviato appositamente per procedere ad una inchiesta.
L’on.
Pasqualino Vassallo ha pubblicato un proclama alla cittadinanza, invitandola
alla calma e promettendo tutto il suo interessamento per la soluzione dei più
urgenti problemi che la interessano. L’on. Pasqualino Vassallo partirà presto
per Riesi, per fare opera pacificatrice.
In città
ha fatto impressione l’arresto dell’avvocato Carmelo Calì, sul cui movente la
questura mantiene il massimo riserbo.
Pare
che il Calì sia accusato di aver provocato i tumulti, d’accordo con l’Angeletti inducendo i
contadini all’occupazione delle terre. Però nulla di preciso si è potuto finora
sapere. Oggi intanto tanto l’Angeletti che il Calì sono stati condotti nel
nostro carcere giudiziario. Molti altri arresti sono stati operati sul luogo.
L’Angeletti, secondo notizie pervenute alla nostra questura, sarebbe un
anarchico e disertore della Regia Marina.
--------------
Questo
il completamento della cronaca dei fatti di Riesi del successivo numero del
Giornale di Sicilia. Come al solito, cronaca stringata ma molto efficace e
soprattutto molto attendibile. Vorrei vedere come i detrattori attuali del
Messana possano ficcare le loro infamanti calunnie in questo quadro effettuale
di tragiche vicende. Certo, il movimento contadino non ci fa bella figura e noi
che siamo di una certa parte politica e siamo fanatici e ne soffriamo, abbiamo
voglia di sovvertire la verità dei fatti per comprovare la qualità delle nostre
idee persino quali si calano nella inflessibile storia.
Fede
politica, attaccamento alle proprie scelte ideali, voglia di salvaguardare
ricostruzioni storiche a noi favorevoli sono comprensibili ma come poi si possa
arrivare alle calunnie e scempiaggini storiche dell'ANPI di Palermo è cosa
sconcertante. Ecco quello che per l'ANPI di Palermo sarebbe avvenuto in
quell'otto e nove ottobre del 1919 a Riesi e di chi sarebbe stata la colpa. E
guarda caso in quel tempo in cui almeno in Sicilia di fascismo ancora nulla,
ebbene non poté che essere un fascista il colpevole di tutto e non poté che
essere stato il Messana il solito stragista e non più tardi del 2012 ci tocca
leggere:
“Orcel
viene assassinato ad un anno dalla strage di Riesi del 1919 dove vengono
assassinati 15 contadini compreso un tenente di fanteria che si era opposto
all’ordine fascista di sparare sui contadini che manifestavano per la riforma
agraria. Ad ordinare il fuoco in solidale intesa con la mafia è stato un
fascista della prima ora, Ettore Messana di Racalmuto, ufficiale di P.S., poi
membro dell’OVRA, il servizio segreto, efferato criminale di guerra questore a
Lubiana negli anni 40 ed infine lo ritroveremo inspiegabilmente ….Ispettore
generale di polizia in Sicilia negli anni 1945!”
Di
sicuro, il Messana, dceduto nella metà degi anni ’60 non può più rintuzzare e
sporgere una raffica di denunce per calunnia aggravata come fece con l’allora
onorevole comunista Montalbano che fu cotretto ad una serie di contorcimenti
giuridici etici e storici per cavarsela da una esemplare condanna. Forse a
qualcuno può venire in mente che trattasi di personaggio ormai storico e quindi
lo si può dileggiare come più fa comodo.
E no! E lo
dico a tutti i detrattori del Messana, da Malgrado Tutto a Link Sicilia, alla
Cernigoi, a Lucarelli, a Rai tre, a Bompiani, a Casarrubea, a Procacci e ad un
altro paio di cronisti che abboccarono alla lauta pietanza offerta dall’ANPI et
similia.
La
famiglia Messana c’è ancora, sta pagando costi altissimi morali economici e
materiali per questa martellante campagna di infamie assurde e inventate contro
il gr. Uff. comm. di SS. Maurizio e Lazzaro, l’ispettore generale di PS dott.
Ettore Messana da Racalmuto, il paese di Sciascia.
E’
in corso ancora una indegna lite che un ex genero della nipote diretta del
Messana ha intentato presso i costosissimi tribunali della Sacra Rota e presso
altrettanto costosissimi tribunali civili italiani contro la figlia della irrefrenabile
dottoressa Giovanna Messana, in quanto vuol divorziare o addirittura conseguire
l’annullamento religioso del vincolo matrimoniale perché lui non puo vivere
coniugalmente con una disendente del “famigeraro Ettore Messana, stragista di Stato,
criminale di guerra, capo del banditismo (‘politico’ da scrivere in piccolo per
non
farlo
apparire) siciliano”, quello dei tempi insomma bandito Giuliano di Montelepre.
E costoro,
codesti detrattori vogliono almeno procedere ad un ravvedimento operoso, ad una
resipisenza specie ora che vengono a galla mari di documenti non tanto
giustificativi del Messana quanto comprovanti senza ombra di dubbio che al
Messana non possono appiopparsi le infamie che artatamente e in modo martellato
stanno facendo circolare.