sabato 6 maggio 2017

Antonio Persico io ho sempre sostenuto che il sindacato giallo fosse il CIDA, e in parte la Cgil. Sbaglio?

Lillo Taverna Manco dal 1980 per sapere. La cida più che gialla diciamo che ha cercato di essere apicale. Più che sindacato giallo diciamo una accolta di Proci. La CGIL può dirsi sindacato giallo? Il guaio è che la FiSAC non mi pare CGIL. Figurarsi poi il sindacatino rosso di Cottini. Ma questi son guai miei, della mia famiglia politica. Reputo giallo il maggioritario sindacato (lo dobbiamo chiamare sindacato) del rispettabilisimo Leone, grande creatura di Finocchiaro. Comunque dei tanti fringe benefit della BI il duo Leone-Finocchiaro erano riusciti a farne grandi pappatoie invero a favore della compagine impigatizia e pensionistica (anche quella indiretta). A me pare che Leone domini ancora come signore in giallo. Un gruppo chiuso che chiamano bancaditalia ma con la cappa imprigiona oltre milleeseicento adepti apparentemente sotto lil comando nazista di Calandrino. A me mi tengo da lì ringhiosamente lontano. Penso che riusciranno a far dare 40 mila euro ad Anfosso. Tanti soldi poi perché ? il nuovo presidente dopo la non autorizzata modifica statutaria dell'anno scorso non ha rilevanza alcuma, manco primus inter pares. Ma tanto rimore per nulla. La BI ormai autocastratasi con quell'intestardirsi a privatizzarsi di più fregandosene del famoso art. 19 di De Mattia sta rinsecchendo con quel teorema di Visco dei costi/benefici. Sarà il mio prossimo cavallo di battaglia- Vorrò chiarimenti su quelle mpetamorfosi del capèitale sociale della BI. Nel 2004 Fazio il tanto disprezzato Fazio teneva ancora bloccato in trecento milioni di vecchie lire il Capiarle sociale, facilmente rimborsabili dal Tesoto ai detentori ormai privatizzati. E così si poteva eradere quel bubbome che è ancora il Consiglio Superiore della Banca d'Italia. Visco che pur dicono comunista, strafregandosene della legge e del famigerato art. 19 ha abnormente pribvatizzatto la sua BI: senza raccogliere neppure un euro in denaro fresco mi dice che nel 2013 quei trecento milioni di vecchie lire per una sorta di moltiplicazione dei pani e dei pesci si erano insufflati sino a 107.000.000 di euro, euro che si sopravvaluta rispetto al dollaro di Tump, e dopo un anno a fine 2014 ecco uno zompo di 400 milioni di euro: e così contabilmente il capitale socale acende a 507.000.000 di euro. Che bel rgalo alle grandi banche amiche, si chiamino pure MPS. Diffile ora anche per Padoan rispettare il famoso art. 19. Il Consiglio superiore della BI può dormicchiare negli scranni di via Nazionale, vigilando che le rappresentate banche ultraprivate non abbiano molestie dal pur evirato Organo di Vigilanza. Il M5S aveva intuito l'inghippo. Ma non è riuscito a bloccare questa grande operazione a mio avviso ben oltre un indecente peculato di stato. Calogero Taverna

LIVE.IT

sabato 6 maggio 2017

15:33

Calogero taverna


Rispondi |

gio 07/08/2014, 00.14

nuovaalabarda@gmail.com

...

 Vedo adesso che la signorina Cernigoi cerca di infilzarmi con la sua femminea alabarda. Intanto non sa che il prof. Casarrubea si è  disociato dalla querula goriziana.

Attacca tanto il siciliano Messana e poi si scandalizza che in Sicilia chiamarsi Lillo è cosa usuale. Ma per una titina è ben comprensibile che il tutto si fermi nelle foibe triestine. Non solo quello di cui si scandalizza la signorina goriziana ma molto altro ho scritto a difesa del buon nome di Messana, con ferrea documentazione che frantuma le ampollosità documentaristiche della trentaduenne sposata. Il tasco torto non sa cos'è? non sa nulla di mafia? Mi ha tagliato tutti i canali di comunicazione e quindi non ho potuto farle avere questa mia ultima fatica che la chiama (in negativo) in causa. Vedrà quando affronterò la faccenda della sua Lubiana.  Trascrivo sotto tutto quello che mi dice  sperando che mi denunci, visto che qualche familiare del Messana la potrebbe denunciare penalmente e perseguirla civilmente. La smetta di dare apodittici giudizi basandosi su fasulli documenti. Quanta alla fasullità o incongruenza delle carte che cita ho già molto pubblicato nel mio CONTRA OMNIA RACALMUTO e molto pubblicherò ancora, non mi fermo alla prima taverna. E così forse le ho giustificato  il mio cognome dato che quanto al mio diminutivo di Calogero, Lillo appunto.

-------------

 

facebook

 

 

 

La Nuova Alabarda

MA CHE GLI FACCIO, AGLI UOMINI?

  Dopo avere attizzato gli appetiti malsani e paranoici del già citato su queste pagine Melchiorre Gerbino, da un paio di mesi sono oggetto di invio di messaggi che oscillano tra l'intimidatorio e l'offensivo di persona che si firma "Lillo Taverna" (come un uomo adulto possa chiamarsi Lillo mi è peraltro oscuro) e che con questo nome ha una pagina FB. Tale Taverna sembra essersi eretto a difensore sperticato della figura del defunto questore Ettore Messana, sul cui operato all'epoca del fascismo ebbi modo di scrivere un paio di articoli (che ho recentemente inserito anche su questa pagina), citando documenti ufficiali conservati negli archivi di stato di Trieste e Lubiana e facendo riferimento alle ben più approfondite ricerche condotte da Giuseppe Casarrubea. Insomma il sedicente Taverna, che mi apostrofa con l'anacronistico termine di "signorina", non so se per suggerire un mio stato civile peraltro non corrispondente (duole deluderlo, ma sono sposata da 32 anni) o se per sminuirmi, in quanto l'idea che generalmente si ha di una "signorina" non è quello di una ricercatrice storica seria, mi ha inviato una serie di messaggi privati sulla mia pagina FB (condividendoli, se ho capito bene, anche con altre persone, a me sconosciute) millantando con queste persone di "disporre" di un "canale riservato" (veramente la messaggistica è disponibile a tutti sulla mia pagina personale...) nei quali vorrebbe dimostrare che Casarrubea ed io avremmo diffamato la figura di Messana. Per sminuire la credibilità delle mie ricerche scrive (ad un cugino, presumo, del quale non riporto il nome, ma al quale mi ha descritta come "tal Carnigoi (sic) triestina, filoslava e con scarso amore patriottico per questa nostra Italia) che

  "la Cernigoi si basa su un fascicolo postumo di gente titina che ha cercato invano di ricattare l'Italia".

  Curioso termine "fascicolo postumo" eccetera per definire il carteggio che contiene i documenti originali della questura fascista che operò nella Lubiana occupata diretta dal questore Messana tra il 1941 ed il 1942, ma tant'è. Per dare più forza alla propria teoria che Messana non fu un criminale di guerra (come denunciato dalla Jugoslavia ed il cui modus operandi fu stigmatizzato anche da una relazione della Polizia civile del Governo militare alleato di Trieste, amministrazione angloamericana) ma un eroe, il Taverna afferma:

  "Non può credere (Cernigoi, n.d.r.) che l'Italia degasperiana abbia conferito l'alta onorificenza al Messana ignara o peggio correa di quella caterva di accuse infamanti titina contro chi avesse avuto dallo Stato Italiano incarichi in quella tragica storia della costituzione della provincia di Lubiana che lei non può antipatriotticamente ridurre ad un crimine di guerra".

  Ciò che io credo è del tutto ininfluente, sta di fatto che l'Italia post-degasperiana (nel 1954, quando era in carica il governo Scelba) conferì una medaglia di bronzo al torturatore e capo di una banda di torturatori ed assassini, il commissario Gaetano Collotti dell'Ispettorato speciale di PS.

  Alla fine, dopo avere accusato la sottoscritta e Casarrubea di essere "antitaliani", Taverna conclude nel seguente squisito modo:

  "Porto il tasco torto, infilzo la Cernigoi e il suo pigmalione siciliano Casarrubea. Per me sono artefici di una indegna campagna di stampa infondatamente calunniosa contro il Gr. Uff. dottore Ettore Messana".

  Cosa sia il "tasco torto" è cosa per me incomprensibile, però mi duole constatare che i toni del "signorino" Lillo Taverna ricordano in modo inquietante quelli del noto Melchiorre Gerbino. Taverna ci "infilza", Gerbino ci molla "calci in culo" (cito).

  Bene, i documenti sono pubblici e disponibili, non sono "propaganda titina", checché ne dica Taverna, i verbali della questura italiana di Lubiana sono documenti italiani, se Taverna ritiene che l'occupazione fascista della provincia di Lubiana non sia stato un crimine di guerra è padrone di pensarlo, ma ciò fa supporre che le sue polemiche non siano innescate tanto per amore della verità, quanto per volontà di riabilitare un sistema fascista che è stato condannato dalla storia. E rimando al mittente le accuse di "antitalianità", "antipatriottismo" eccetera che mi lancia Taverna, dato che nessuno più dei fascisti ha offeso ed insultato l'Italia riducendola ad una dittatura imperialista e sanguinaria che ha seminato morte e distruzione in Europa.

 

 

GIORNALE DI SICILIA 11-12 ottobre

 

 

 

GIORNALE DI SICILIA 11-12 ottobre

 

 

 

Dopo i tumulti di Riesi

 

 

 

 

 

 

 

Truppe rientrano a Riesi

 

 

 

Lo stato dei feriti

 

 

 

Un sottotenente ucciso

 

 

 

CALTANISSETTA 10 notte.

 

 

 

 

 

 

 

Finalmente, stamane dopo tre giorni di tumulti e di ansie nella cittadina di Riesi  è ritornata una relativa calma. Stamane alle 2  dalla miniera di Trabia, ove si trovava concentrata, tutta la forza, composta di arditi, fanteria, carabinieri, agenti, mitragliatrici, ed artiglieri, mosse in colonna alla riconquista del paese. Da due giorni in vari punti della città  si vedevano ad una certa distanza i contadini armati che guardavano l’ingresso montando a turno la sentinella.

 

 

 

Stamane però all’alba quando gli arditi giunsero per primi alla porta della città, i contadini si squagliarono di sangue.

 

 

 

Immediatamente si prese possesso di tutti i servizi pubblici, compreso il telegrafo.

 

 

 

Secondo le notizie segrete pervenute al questore comm. Presti, comunicato subito al commissario Caruso, poterono essere rinvenute le armi, le munizioni e la mitragliatrice che i tumultuanti avevano tolto alla truppa. Il paese è occupato militarmente e vi regna una certa calma.

 

 

 

Stamane qualche negozio cominciò a riaprire  e i cittadini, dopo due giorni in cui sono rimasti serrati in casa, cominciarono a far capolino per le vie della città. Dai paesi vicini e da questo centro sono partiti dei medici per apprestare le cure ai feriti.

 

 

 

I morti accertati finora ammontano a 10 dimostranti e fra gli stessi vi sono 50 feriti.

 

 

 

Fra i militari sono stati feriti due soldati, ed è stato ucciso il sottotenente Di Caro Michele, da Villarosa, con un colpo di rivoltella alla gola.

 

 

 

Il deputato provinciale ingegnere Accardi, ferito ieri nei tumulti, migliora sensibilmente. Trovasi sul posto l’Ispettore del Ministero dell’Interno comm. Trapi, inviato appositamente per procedere ad una  inchiesta.

 

 

 

L’on. Pasqualino Vassallo ha pubblicato un proclama alla cittadinanza, invitandola alla calma e promettendo tutto il suo interessamento per la soluzione dei più urgenti problemi che la interessano. L’on. Pasqualino Vassallo partirà presto per Riesi, per fare opera pacificatrice.

 

 

 

In città ha fatto impressione l’arresto dell’avvocato Carmelo Calì, sul cui movente la questura mantiene il massimo riserbo.

 

 

 

Pare che il Calì sia accusato di aver provocato  i tumulti, d’accordo con l’Angeletti inducendo i contadini all’occupazione delle terre. Però nulla di preciso si è potuto finora sapere. Oggi intanto tanto l’Angeletti che il Calì sono stati condotti nel nostro carcere giudiziario. Molti altri arresti sono stati operati sul luogo. L’Angeletti, secondo notizie pervenute alla nostra questura, sarebbe un anarchico e disertore della Regia Marina.    

--------------

 

 

Questo il completamento della cronaca dei fatti di Riesi del successivo numero del Giornale di Sicilia. Come al solito, cronaca stringata ma molto efficace e soprattutto molto attendibile. Vorrei vedere come i detrattori attuali del Messana  possano ficcare le loro infamanti calunnie in questo quadro effettuale di tragiche vicende. Certo, il movimento contadino non ci fa bella figura e noi che siamo di una certa parte politica e siamo fanatici e ne soffriamo, abbiamo voglia di sovvertire la verità dei fatti per comprovare la qualità delle nostre idee persino quali si calano nella inflessibile storia.

 

Fede politica, attaccamento alle proprie scelte ideali, voglia di salvaguardare ricostruzioni storiche  a noi favorevoli sono comprensibili ma come poi si possa arrivare alle calunnie e scempiaggini storiche dell'ANPI di Palermo è cosa sconcertante. Ecco quello che per l'ANPI di Palermo sarebbe avvenuto in quell'otto e nove ottobre del 1919 a Riesi e di chi sarebbe stata la colpa. E guarda caso in quel tempo in cui almeno in Sicilia di fascismo ancora nulla, ebbene non poté che essere un fascista il colpevole di tutto e non poté che essere stato il Messana il solito stragista e non più tardi del 2012 ci tocca leggere:

 

“Orcel viene assassinato ad un anno dalla strage di Riesi del 1919 dove vengono assassinati 15 contadini compreso un tenente di fanteria che si era opposto all’ordine fascista di sparare sui contadini che manifestavano per la riforma agraria. Ad ordinare il fuoco in solidale intesa con la mafia è stato un fascista della prima ora, Ettore Messana di Racalmuto, ufficiale di P.S., poi membro dell’OVRA, il servizio segreto, efferato criminale di guerra questore a Lubiana negli anni 40 ed infine lo ritroveremo inspiegabilmente ….Ispettore generale di polizia in Sicilia negli anni 1945!”

 

Di sicuro, il Messana, dceduto nella metà degi anni ’60 non può più rintuzzare e sporgere una raffica di denunce  per calunnia aggravata come fece con l’allora onorevole comunista Montalbano che fu cotretto ad una serie di contorcimenti giuridici etici e storici per cavarsela da una esemplare condanna. Forse a qualcuno può venire in mente che trattasi di personaggio ormai storico e quindi lo si può dileggiare come più fa comodo.  

E no! E lo dico a tutti i detrattori del Messana, da Malgrado Tutto a Link Sicilia, alla Cernigoi, a Lucarelli, a Rai tre, a Bompiani, a Casarrubea, a Procacci e ad un altro paio di cronisti che abboccarono alla lauta pietanza offerta dall’ANPI et similia.

La famiglia Messana c’è ancora, sta pagando costi altissimi morali economici e materiali per questa martellante campagna di infamie assurde e inventate contro il gr. Uff. comm. di SS. Maurizio e Lazzaro, l’ispettore generale di PS dott. Ettore Messana da Racalmuto, il paese di Sciascia.

 

E’ in corso ancora una indegna lite che un ex genero della nipote diretta del Messana ha intentato presso i costosissimi tribunali della Sacra Rota e presso altrettanto costosissimi tribunali civili italiani contro la figlia  della irrefrenabile dottoressa Giovanna Messana, in quanto vuol divorziare o addirittura conseguire l’annullamento religioso del vincolo matrimoniale perché lui non puo vivere coniugalmente con una disendente del “famigeraro Ettore Messana, stragista di Stato, criminale di guerra, capo del banditismo (‘politico’ da scrivere in piccolo per non  farlo apparire) siciliano”, quello dei tempi insomma bandito Giuliano di Montelepre.

 

E costoro, codesti detrattori vogliono almeno procedere ad un ravvedimento operoso, ad una resipisenza specie ora che vengono a galla mari di documenti non tanto giustificativi del Messana quanto comprovanti senza ombra di dubbio che al Messana non possono appiopparsi le infamie che artatamente e in modo martellato stanno facendo circolare.
mar 16/08/2016, 00.59