lunedì 18 novembre 2013

Cominci dai suoi prediletti


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Calogero Taverna e da qui siamo arrivati alla crocifissione di Guttuso. Una crocifissione addirittura picasseggiante, addirittura in epoca e nel rigore ideologico del fascismo. Mezzo millennio di mutamenti religiosi, di scrupoli erotici variegati, di turbamenti e terrore (oh, l'anno mille!), fra gli italiani quasi tutti credenti, persino fra quelli del conterraneo bagariotu Guttuso. Tsunami nell'anima dei fedeli. Chi ne ha mai parlato? Che insegna questa scuola con tanta zavorra precaria? Dei preti che dobbiamo dire? Ho tra le mani un libro piuttosto recente: Le Lobby del Vaticano di Carlotta Zavattiero; il titolo di un capitolo già mi sbalestra: "il cammino neo catecumenale - Lo strapotere dei catechisti".Pag. 14 e segg.: " Kiko Arguello è celibe e veste di nero ma non è sacerdote. Risolve i conflitti esistenziali dei suoi discepoli, ma non è psicologo. Ama definirsi 'artista', e lo è: canta, DIPINGE, scrive canzoni. Di umore mutevole, è mistico e magnetico, e sa intrattenere come un telepredicatore. Condanna radicalmente il matrimonio fra omosessuali, gli anticoncezionali, l'aborto, l'eutanasia, le idee socialiste, i religiosi progressisti, i gesuiti di sinistra, i sacerdoti che non cedono le loro parrocchie al Cammino, i monsignori poco compiacenti. Insomma, disapprova tutti quelli che non la pensano come lui" Prima a pag. 12: "Arguello ammette di sopravvivere grazie alle offerte dei suoi. Che sono tanti: gli vanno dietro un milione e mezzo di 'kikas' sparsi in 6000 parrocchie, 3000 sacerdoti e un migliaio attualmente in formazione nei seminari neocatecumenali." Leggo aliunde che son anche ferventi sino al fanatismo: Ammettono solo la pittura sacra del loro capo e tendono a sostituire le artistiche pale degli altari con le imbrattature di Kiko o dei suoi discepoli imitatori. Mi si dirà: ma a te che te ne importa? Mi importa, mi importa. Scendendo per santa Anna sento preghiere strane, musiche insolite, estasi neocatecumenali. Dove? Ma nei locali che il buon arciprete Tirone riuscì a sottrarre alla rapina Siccardi. Ora li chiamano di santa Angela Merice, un tempo era l'ospedale che i del Carretto affidarono ai padri fatebenefratelli che a Racalmuto il bene se lo fecero a loro soltanto. Il vescovo di Agrigento protestò vibratamente presso i dicasteri vaticani. Come mai mi chiedo. Già, figurarsi se le misticheggianti consorterie approvate da papa Wojtyla non incontravano i favori del nostro cripto arciprete. Mi dicono che vengono da Caltanissetta. E perché a Racalmuto? A Caltanissetta si sa i vescovi sono da tempo tosti, vi maturò mons. Cataldo Naro, finito purtroppo tra le grinfie della cupola della Cattedrale di Monreale e vi lascò anche la pelle. Il precedente vescovo o meglio arcivescovo Ferraro non era malaccio ma aveva le sue fisime e le sue diffidenze. Ora però mi dicono che regge la peruzziana satrapia di San Gerlando uno tosto, molto apprezzato. Si vede che non si è reso conto della perniciosità di una siffatta infiltrazione neocatecumenale in quel di Racalmuto, che una scoppola eretica l'ha già avuta per ingenuità del nostro parroco matriciano quando lo era carmelitano. E a te che te ne frega? E invece mi frega molto. I locali superiori hanno libero accesso alla ex chiesa "intermedia" di San Sebastiano. Ho sudato le sette camicie per trasformare quella umida sala ecclesiastica ove in fondo vi è pure un falso crocifisso (del '500 - già Guttuso) in Pinacoteca Pietro D'Asaro. Più che altro ho fatto implementare i quadri lì già depositati di Pietro D'Asaro o attribuitigli con altri che padre Puma si era ritrovati in custodia dopo la celeberrima chissà quanto scientificamente valida mostra voluta in Matrice da Sciascia. Il 4 ottobre del 2004 sono riuscito anche a far dare una veste ufficiale , con l'apporto lodevolissimo del sindaco Luigi Restivo Pantalone. Poverino, per ora tutti a dargli addosso; ma io gli riconosco meriti preziosissimi. Alla faccia dei cialtroni, dei gesuitici moralisti e dei persecutori dei ratti di giardino o della scuola Macaluso. Lungo discorso per questa mia piccola morale: sono in viva apprensione: quei fanatici catecumeni là in nome di Kiko mi vanno a vandalizzare quella importante raccolta di questi quadri del D'Asaro o dei suoi epigoni secenteschi. Padre Martorana Ciucia non ama l'arte antica. Poi se sente odore di PUMISMO giù a demolire. E padre Puma lì è molto presente addirittura con un suo quadro. Le orde barbariche scendendo da Sant'Angela Merice (le distrutte orsoline per intenderci) che voluttuosa preda arrafferebbero. E il mio sospetto più che fondato. Inviai una terrificabile signora ad impetrare misericordia per Pietro D'Asaro custodito nell'ex Chiesa di San Sebastiano. Come risposta ebbe: ma no! quattru babbarii ci su. Io ho documentazione, fotografie ed altro e non mi sembrerebbe vero denunciare anche il figlio di dio a dir poco per incauta custodia. Omu abbisatu etc. ,,, anche se parrinu. Mi sono umiliato persinocon Galeani. Venne subito assistito da Volpe. Nulla sapeva. Non mi stette manco a sentire, Credette che fosse cosa del Fondo Culto qui a Roma al Viminale .E tuttu bbuonu e binidittu. Ora se la prende Galeani con gli accidiosi dirigenti comunali. Tutti i torti non ce li ha. Ma sbaglia in questo caso bersaglio: COMINCI DAI SUOI PREDiLETTI.

 

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