venerdì 26 maggio 2017

Assunta Russo
La ex Banca d'Italia, Istituto di emissione, capitale versato lire 300.000.000, già proprietaria di un ingente patrimonio immobiliare, in questi ultimi anni ha gradualmente messo mano, tra l'indifferenza pressoché totale dei governi che si sono susseguiti, nonché (voglio sperare) "ad insaputa" dei sindacati confederali operanti all'interno, bene o male, a tutela dei c.d. lavoratori, ad una operazione di strisciante dismissione, sia delle proprie prerogative istituzionali e sia delle "tutele" contrattuali riguardanti il personale in attività o in pensione.
Tra esse "tutele" la più eclatante si può attribuire all'affidamento in proprietà alla SIDIEF SPA, del patrimonio immobiliare che (a suo tempo fatto credere "a garanzia del trattamento di quiescienza del personale" BI), comprende altresì il passaggio in proprietà degli inquilini in carne (poca, visti i tempi e i canoni) e sangue.
Ora, a parte l'incuria della manutenzione che nel tempo ha contribuito ad un consistente degrado di queste proprietà, attribuibile anche alla banca stessa (infatti le ultime sono state acquistate tra gli anni 70/80...e, quindi, risultano alquanto datate), oggi sono abbandonate e gli unici interventi eseguiti dalla società similproprietaria, sono le richieste sempre più onerose sia per non dimostrabili conguagli a suo dire, dovuti per il 2013 e mai richiesti dalla Banca all'epoca in esplicita proprieta e, forse, AMMINISTRATI, di passaggio, dalla SOVIGEST (??!), nonché i numerosi, unilaterali cambiamenti dei contratti di locazione che ad oggi attribuiscono la maggior parte degli interventi interni agli appartamenti a carico degli inquilini, anche se trattamo sostituzioni di impianti idraulici ormai vetusti e pericolosi da effettuare...
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Commenti
Lillo Taverna Una denuncia di estrema gravità. Un decomparsi del rigore etico sociale e politico della Banca d'Italia. Una denuncia che non potrà andare al di là di di un sibilo accorato e angosciante. Quante figure gloriose della Banca d'Italia stanno subendo l'oltraggio del traslco, dello sfratto, del finire sul lastrico. E intorno l'indifferenza, l'imbecilltà, i 'gruppi chiusi' di Calandrino, di Cottini, della Rame che pur fregiandosi dell'usurpato logo BANKITALIA non accettano dennce del genere, non conentono intelligenti dibattiti, espellono ogni voce appena sgradita al satrapetto del momento. Avevo in animo di iniziare una battaglia dura quanto fondata a favore di codesti miei cari colleghi inquilini della Banca d'Talia, finiti sul lastrico. Ma non so dve: Calandrino mi sfratta dal suo chiuso mentalmente gruppo, Cottini mi sbatte fuori dal gruppo intestato al mio stesso sindacato CGIL, la FISAC NAZIONALE pensa solo a mandare come presidente della CSR un missino. Povera Bankitalia di dolore ostello etc. Calogero Taverna

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