domenica 14 luglio 2013

LETTERE AD ORIANA- LA PAMPLONA DI RACALMUTO - LEZIONE SCIASCIANA

da CONTRA OMNIA RACALMUTO

LETTERE AD ORIANA- LA PAMPLONA DI RACALMUTO - LEZIONE SCIASCIANA

Ieri sera sono sceso in piazza - ti dicevo - per assistere ad un momento topico della festa di paese. Racalmuto è ormai paese letterario per essere stata allegoria fantasmatica di uno Sciascia, impigliatosi prima da autodidatta in uno strano ordito di stilemi rondisti e quindi inceppatosi nel post-realismo... di Pasolini.

Una Racalmuto in sconquasso sociale: un tempo solfifero, quindi agricolo e nel dopoguerra in dissesto umano per emigrazione massiccia ed in crollo economico per penuria di mano d'opera a prezzi calmierati, diviene, dunque, paradigma narrativo di un musone racalmutese, piccolo imboscato al Consorzio agrario, in attesa di diploma magistrale, che magistralmente ne abbozza un sapido aforisma troppo lungo per essere un saggio, troppo corto per essere una romanzo.

Laterza lo intitola Le Parrocchie di Regalpetra e lo pubblica. Un successo sbalorditivo. Nasce un caso letterario di un "saggio" di paese che dicono sa antivedere i disastri del Paese Italia tutta.

Naturale che un racalmutese si incanti per l'unica ver festa dal taglio genuinamente locale. Sciascia ne scrive nelle "Parrocchie" come cosa di "parroci ed arciprete"; già si mostra un gran calligrafo, dote che poi manco i nemici riescono a disconoscergli. Solo che molto spesso dice bene il nulla che ha dento.

Esordisce con un lemma tutto paesano "Pampilonia": "nel dialetto dei regalpetresi, vuol dire confusione infernale chiasso panico smisurata allegria; a chi ha letto 'Fiesta' di Hemingway più suggestiva sembrerà l'ipotesi che la parola scaturisca dalla 'fiesta' di Pamplona invece che dalla Babilonia 'civitate infernali' dei predicatori; e all'ipotesi si accompagna una 'pampilonia' di festa che nell'ultima settimana di maggio qui esplode insonne e violenta".

Con una siffatta nobilitazione letteraria ed hemingwayana voglio vedere chi si può permettere di snobbare una tale fantasmatica ricorrenza del paese di Sciascia, o della ragione come truffaldinamente gli si appioppò, o di permanente infiltrazione mafiosa per decreto di una signora ministra, la Cancellieri.

Questa, cara Oriana, è la FESTA DEL MADONNA DEL MONTE, di la beddra Matri di lu Munti pi nantri. Ieri sera sbampò la festa, scrivono imperiti cronisti locali. Ci fu la presa di lu ciliu.
Non posso dirti, cara Oriana, tutto stasera. Provvederò dopo



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