martedì 8 ottobre 2013

Non c'è più Romano Gattoni per confermare ma cara improvvida Mara Corcione contra factum non valet argumentum (quello tuo s'intende).


 
 
N

Rimettendo in ordine vecchie carte trovo questo foglio di Lotta Continua che non mi riguarda affatto. S'intrufola tra altre foto di quel periodo che tutte mi riguardano e che potevano maciullarmi. Ultimo trimestre del 1979, quello per intenderci in cui in fase disperata come di recente con Napolitano si fu costretti a richiamare alle armi Cossiga, che poi fece il picconatore e molto distrusse ma poco costruì. Eppure quelli ottimisti come me pensano che senza quelle demolizioni non si sarebbe potuto costruire quel po' po' di cose che hanno fatto sobbalzare l'Italia al sesto o al settimo o all'ottavo posto nel mondo (che non è poco). Quello che mi sfiora è solo quell'inciso finale che recita: "Stamani alle 11 a Roma presso la Sala Stampa di Montecitorio conferenza stampa di Marco Boato e Mimmo Pinto sull'inchiesta Sindona e le rivelazioni di L.C."
Cara MARA CORCIONE se non c'era l'ispettore di Vigilanza Bancaria dottor Calogero Taverna che passava fissati bollati e concatenazioni e ne spiegava il senso truffaldino che andava a colpire persino i castissimi vertici dell'edera sai che aveva da dire L.C. su Sindona e sulle relative rivelazioni. E il mio amico Romano Gattoni che poteva scrivere senza le mie soffiate.
A quel tempo non avevo dimestichezza con Mimmo Pinto e Marco Boato. Con Enrico De Aglio sì, gli avevo riversato i titoli di stato per un milione di lire datimi dalla B.I, a ristoro di quanto sottrattomi dal dovuto per legge. Altro che fruitore di clausole d'oro o di pensioni privilegiate plurime come canagliescamente si azzarda di dire un poliziesco e corto di cervice mio paesano.
Marco Enrico Deaglio ed altri allora sconosciuti giovincelli (molti dei quali ora passati a miglior vita con Berlusconi, ma credo pronti a tornare indietro) vennero nel mio lungo balcone di via Lorenzo Rocci a ritirare un mare di carte che dissero sul retro del libro (per 4/5 scritto da me cara sempre Mara Corcione) Soldi Truccati di avere depositato nella fantomatica Fondazione Feltrinelli.
Ma il foglio dice altro che riguarda proprio il mio paese perché Racalmuto è il paese di Sciascia (e non viceversa). Non credo che Vitalone ce l'avesse con Nanà Sciascia, grande letterato ma evanescente politico).
Quel che d'importante c'è in questo foglio è l'incauto esporsi di Ambrosoli che si permette di mettere in vetrina ben 77 nomi che si gloria di avere "scoperto". Non per i nomi che fa ma per i nomi che non fa. Ma un linguacciuto del genere è sempre pericoloso: può fare il nome che non si deve fare. Meglio toglierlo di mezzo: non sa cosa è il segreto bancario. Se il mio amico dottor Antonio PERNA - che ha consuetudine con la stampa -reperisce il foglio 3 di questo numero di Lotta Continua dell'anno VII, martedì due ottobre 1979, (n. 213) e lo stampa su FB saprò ben capire chi c'era e soprattutto chi non c'era. Credo che non ci fosse Silvano Pontello quello che a dire di Geronzi era tanto fesso come padre-padrone dell'Antonveneta da consentirgli l'indolore sbarco in Sicilia (di natura bancaria s'intende).

Non c'è più Romano Gattoni per confermare ma cara improvvida Mara Corcione contra factum non valet argumentum (quello tuo s'intende).

Foto: Rimettendo in ordine vecchie carte trovo questo foglio di Lotta Continua che non mi riguarda affatto. S'intrufola tra altre foto di quel periodo che tutte mi riguardano e che potevano maciullarmi. Ultimo trimestre del 1979, quello per intenderci in cui in fase disperata come di recente con Napolitano si fu costretti a richiamare alle armi Cossiga, che poi fece il picconatore e molto distrusse ma poco costruì. Eppure quelli ottimisti come me pensano che senza quelle demolizioni non si sarebbe potuto costruire quel po' po' di cose che hanno fatto sobbalzare l'Italia al sesto o al settimo o all'ottavo posto nel mondo (che non è poco). Quello che mi sfiora è solo quell'inciso finale che recita: "Stamani alle 11 a Roma presso la Sala Stampa di Montecitorio conferenza stampa di Marco Boato e Mimmo Pinto sull'inchiesta Sindona e le rivelazioni di L.C." 
Cara MARA CORCIONE se non c'era l'ispettore di Vigilanza Bancaria dottor Calogero Taverna che passava fissati bollati e concatenazioni e ne spiegava il senso truffaldino che andava a colpire persino i castissimi vertici dell'edera sai che aveva da dire L.C. su Sindona e sulle relative rivelazioni. E il mio amico Romano Gattoni che poteva scrivere senza le mie soffiate. 
A quel tempo non avevo dimestichezza con Mimmo Pinto e Marco Boato. Con Enrico De Aglio sì, gli avevo riversato i titoli di stato per un milione di lire datimi dalla B.I, a ristoro di quanto sottrattomi dal dovuto per legge. Altro che fruitore di clausole d'oro o di pensioni privilegiate plurime come canagliescamente si azzarda di dire un poliziesco e corto di cervice mio paesano.
Marco Enrico Deaglio ed altri allora sconosciuti giovincelli (molti dei quali ora passati a miglior vita con Berlusconi, ma credo pronti a tornare indietro) vennero nel mio lungo balcone di via Lorenzo Rocci a ritirare un mare di carte che dissero sul retro del libro (per 4/5 scritto da me cara sempre Mara Corcione) Soldi Truccati di avere depositato nella fantomatica Fondazione Feltrinelli.
Ma il foglio dice altro che riguarda proprio il mio paese perché Racalmuto è il paese di Sciascia (e non viceversa). Non credo che Vitalone ce l'avesse con Nanà Sciascia, grande letterato ma evanescente politico).
Quel che d'importante c'è in questo foglio è l'incauto esporsi di Ambrosoli che si permette di mettere in vetrina ben 77 nomi che si gloria di avere "scoperto". Non per i nomi che fa ma per i nomi che non fa. Ma un linguacciuto del genere è sempre pericoloso: può fare il nome che non si deve fare. Meglio toglierlo di mezzo: non sa cosa è il segreto bancario. Se il mio amico dottor Antonio PERNA - che ha consuetudine con la stampa  -reperisce il foglio 3 di questo numero di Lotta Continua dell'anno VII, martedì due ottobre 1979, (n. 213) e lo stampa su FB saprò ben capire chi c'era e soprattutto chi non c'era. Credo che non ci fosse Silvano Pontello quello che a dire di Geronzi era tanto fesso come padre-padrone dell'Antonveneta da consentirgli l'indolore sbarco in Sicilia (di natura bancaria s'intende).
Non c'è più Romano Gattoni per confermare ma cara improvvida Mara Corcione contra factum non valet argumentum (quello tuo s'intende).

 

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