domenica 15 maggio 2016

Dicevasi questo perchè, allorchè fu istituita detta Società, questa era sotto gli auspicii del Municipio; ma in contrario di quanto dicevano allora, ora appartengono alla stessa Società per far guerra al Municipio.
Tolti Garibaldi, Campanella, Saffi e Floretta che nulla sanno dello scopo e del personale della Società, e tolti pure Savatteri Calogero, Romano Salvatore, Tulumello Luigi, Picone Marco, Mendola Calogero, Travale Antonino, Presti Giuseppe e Tinebra Salvatore, che trovansi nella Società, chi per solo spirito di opposizione, e chi per idee più o meno spinte, pel resto però detta Società, in sè, ha degli elementi non troppo buoni, come facilmente si desume dai cenni biografici di quattordici di coloro che ne fanno parte, e sono i seguenti:
1° S c i b e t t a Salvatore è autore dell'assassinio commesso a danno di Sicorella Salvatore, e sotto tale imputazione fu per molto tempo in carcere; e poscia per la sua scaltrezza venne prosciolto da quella imputazione denunziando altri, e facendosi chiamare come testimonio. E questi è il Presidente della Società di mutuo soccorso degli Operai di Racalmuto.
2° R o s s e l l o Giovanni, fu imputato di omicidio mancato, in danno di Calogero Scimè; e non saprei dire con certezza se ne riportò condanna.
3° M a r c h e s e Giuseppe Primo, è uomo di carattere, irrequieto, ed abitualmente ubriaco.
4° L u m i a Gaetano,è persona che gode pesima fama in Racalmuto; ma però non si conoscono precedenti, che stiano a suo carico.
5° G r i l l o Giuseppe figura nel novero degli ammoniti di questo Comune.
6° F a r r a u t o Angelo riportò condanna per omicidio mancato in danno di Rocca Calogero.
7° G i a r d i n a Pietro, ammonitofu imputato di tentata estorsione di denaro mediante lettera minatoria diretta a Pinò Nicolò.
8° B e l l a v i a Elia, vecchio camorrista, e molto tempo indietro fu anche sorvegliato.
9° L i c a t a Nicolò, è persona ritenuta capace di commettere furti di destrezza.
10° S c i m è Salvatore, nel 1860, in Bonpensieri con altri compagni disarmarono molti cittadini, appropriandosi le armi, e nel 1861 fu uno dei presunti autori dell'assassinio in persona di Santo Cino Chillici.
11° F e r r a u t o Vincenzo ha delle imputazioni, di cui ancora non si conosce l'esito.
12 G i a n c a n i Luigi è stato più volte carcerato per varie imputazioni dalle quali riuscì ad essere prosciolto.
13 P a l u m b o Angelo viene ritenuto un tristissimo soggetto, ma non si conoscono precedenti, che stiano a suo carico.
14 P a l u m b o Antonino, come al N. 13.
Tutti gli altri socii, salve pochissime eccezioni, appartengono all'infima classe dei zolfataj, oltrecché non godano veruna fiducia in paese. Questa Società però, almeno pel tempo in cui io mitrovo in Racalmuto, non ha dato luogo a verun rilievo sul conto suo; avendo dovuto soltanto osservare che, con quella pacatezza e disinvoltura accompagnata da un certo sussiego, con cui nel giorno 10 ultimo scorso Maggio si recò al Cimitero Comunale per rendere osservanza alla memoria di Giuseppe Mazzini, del pari il giovedì santo di quest'anno si portò alla visita dei Santi Sepolcri nelle varie chiese di Racalmuto, con alla testa la banda musicale e la bandiera della Società.
Tutto ciò premesso, ora imprenderò a riferire intorno agli adebiti, che si fanno nel reclamo della Società Operaja di Racalmuto, a carico dell'attuale Amministrazione Comunale.
Quel reclamo incomincia dal dire, che questo Municipio fa ogni sforzo per disperdere la Società Operaja. A questo proposito io non ho potuto rilevare altro, se non, che l'attuale Amministrazione Comunale, non è amica della Società Operaia, del resto poi non si conoscono fatti, che per parte di questo Municipio si faccia ogni sforzo per disperdere, come dice il ricorso, detta Società.
Sullo stesso proposito, in altro punto di quel reclamo si accenna all'aver dovuto chiamare l'attuale Sindaco a discolparsi come socio onorario. In questo punto il ricorso vuole riferirsi su quanto ha relazione al proclama di cui ho riferito di sopra, cioè quando la Società venne invitata a combattere quel proclama, ed invece se lo fece suo. Dopo questo fatto, sussiste che il partito del Matrona cercò ed ottenne di far ritirare molti socii da detta Società, altri però si fecero cancellare di propria iniziativa. Ma però inutilmente ebbi a far pratiche per appurare, che si fossero posti in opera i mezzi a cui accenna il reclamo per far ritirare dalla Società i detti socii.
Ciò che sussiste in realtà, si è che il Delegato Sig. Macaluso si recò alla sede della Società, non saprei precisare con qual pretesto, e dagli atti ivi esistenti, sottrasse tutte le carte, che si riferivano alla vertenza passata tra il Sig.r Sindaco Cavalier Matrona, come socio onorario, e la Società stessa.
Continua quel reclamo sempre allo stesso proposito, e dice, che dallo stesso Municipio si tentò per varie volte e per mendicati pretesti di sfrattare la Società dalla Sala, che dallo stesso Municipio gratuitamente gli fu concessa per le ordinarie riunioni. A quanto mi è risultato, il Municipio, su questo particolare, altro non fece, se non invitare per iscritto il mio predecessore a chiamare il Presidente della Società operaja per esortarlo a consegnare la chiave della detta Sala, perché il Municipio abbisognava di quel locale per collocarvi il Distaccamento di Fanteria, ma il medesimo Presidente essensodi rifiutato di ciò fare, le cose restarono quali erano, e più non se ne parlò.
Finalmente in quel ricorso è detto, e sempre a proposito che il Municipio cerca di disperdere quella Società, che si negano le licenze di porto d'armi ad integerimi cittadini, che appartengono alla Società Operaja, e che i relativi incarti giaciono polverosi sugli scaffali municipali. Questo molti lovanno ripetendo, ma è tale un fatto da non potersi credere, poiché gli aventi interesse, se non vogliono ricorrere alla Superiorità per conseguire il permesso di porto d'armi, o almeno perché la relativa pratica avesse il suo corso, io sono certo che avrebbero già ricorso per ottenere la restituzione del vaglia postale, che insieme ai documenti presentati vi si dovrebbe trovare il vaglia postale per l'ammontare della tassa stabilita in £. 6=60, per ogni permesso di porto d'armi.
Aggiungerò poi, che tutte le investigazioni fatte in proposito riuscirono in senso affatto negativo. Inoltre in detto ricorso si accenna alle violenze che si esercitano alla vigilia delle Elezioni Amministrative. Su questo particolare a quanto ho potuto appurare, mi è risultato, che il partito Matrona ha in tali circostanze cercato di riuscire nel suo intento, valendosi snche di quella influenza, che ha sempre costantemente esercitata in paese, ma non mi è riuscito di trovare un'elettore, che dichiari di aver subite violenze, ciò che il partito contrario è andato e va dicendo tuttora, e come si è esposto nel reclamo del quale si tratta.
Il medesimo ricorso accenna poi ad opere di lusso fatte dal Municipio da dilapidare le ricche entrate del paese. Intorno a questo punto tutti sanno, che l'Amministrazione Comunale spese forti somme per la costruzione della Casa Comunale, per l'annessa Caserma dei Carabinieri Reali, e per il teatro, ove tuttora si lavora per il compimento dell'opera muraria, e che richiederà non poca spesa per condurlo a compimento.
Ma a che vale ora lamentare un fatto, che può dirsi totalmente compiuto, e che riportò la sanzione del Consiglio Comunale, e quella Superiore? Certo però si è che tali opere si potevano fare con meno sfarzo, ciò che sarebbe ridondato a vantaggio di questi amministrati, poiché molte migliaia di lire si sarebbero risparmiate.
Lo stesso si dica circa ai lamenti, che fa quel ricorso intorno alla costruzione della strada obbligatoria intercomunale Racalmuto Favara, essendo anche questo ormai un fatto compiuto ed autorizzato a forma di legge; ma che però non manca di essere gravoso a questi Amministrati, ciò che vanno ripetendo anche alcuni amici del partito Matrona, osservando che contemporaneamente si sta costruendo altra strada pure obbligatoria tra Racalmuto e Montedoro, ciò che se è vantaggioso dal lato di veder sviluppata, e presto, la viabilità intercomunale, non è men vero, che costruendosene due ad un tempo, ciò viene ad aggravare, e non poco, il Bilancio Comunale, e per esso questi Amministrati; e perciò non mancano coloro che vanno lamentandosi della gravezza delle tasse Comunali. E da ciò che in detto ricorso si grida all'arbitrio nelle deliberazioni di questo Consiglio Comunale, ed alle flagranti violazioni della legge.
Quel reclamo finalmente accenna alla mafia nell'avvenimento del 27 Agosto 1875, come lo si chiama in detto reclamo, e segue quindi a dire, che la Società Operaja, e che la pubblica opinione e l'Autorità giudiziaria seppero rendere èpina giustizia.
In riguardo a ciò le cose passarono come appresso.
Dopo, che il novello partito del Tolumello si era più scopertamente manifestato l'anno scorso, massime per varii articoli pubblicati per i giornali, e dopo la fondazione del nuovo Casino di Compagnia, come sopra si è accennato, e finalmente dopo tutti gli altri fatti superiormente accennati che precedettero, accompagnarono e susseguirono le Elezioni Amministrative di detto anno, i componenti la Società Operaja, sembrava a quanto aseriscono gli avversari di questa e del partito del Tulumello, che facesse mostra d'imporsi all'altro partito, ciò che si volle desumere dal vedersi alcuni socii di quella Società passeggiare innanzi il vecchio Casino di Compagnia, in modo alquanto burbanzoso. Per contrapporsi a questo fatto, il partito del Matrona valendosi di un nucleo di persone dipendenti ed affezionate al partito stesso, la sera del 27 Agosto 1875, detto nucleo di persone si mise a passeggiare avanti il nuovo Casino di Compagnia, in modo di motteggiare e quasi provocare i socii di detto Casino, che colà trovavansi raunati. Di questo fatto se ne portò lamento a questo Delegato di P.a S.a Sig.r Macaluso, ma al dire di coloro che portarono tali lagnanze a quel funzionario, questi non ne avrebbe fatto verun conto, contegno questo del Delegato Sig.r Macalsuo, che si vorrebbe attribuire a troppa deferenza verso il Sindaco Sig.r Matrona Cavalier Gaspare. E siccome il fatto anzidetto sembrava essere stato stabilito doversi rinnovare la successiva sera del 28 detto mese, perciò alcuni socii del nuovo Casino, per evitare quell'inconveniente, che avrebbe potuto avere delle triste conseguenze, questa volta anziché rivolgersi al delegato di P.a S.a, si presentarono al locale Pretore, e questi fattone parola al Delegato ed al Comandante la Stazione dei Carabinieri Reali, perché cercassero di prevenire ed impedire al caso, che si rinnovasse quell'inconveniente, che avrebbe potuto compremettere l'ordine pubblico, ciò valse a scongiurare, che un tal fatto si rinnovasse la sera del 28 di detto mese.
Ed è per questo, che in quel reclamo è detto, che l'Autorità giudiziaria, e la pubblica opinione seppedro rendere piena giustizia.
Tutto quanto sopra ho esposto, non è che il risultato delle informazioni che ho potuto procurarmi da persone, che possono meritare qualche fiducia, e dico qualche fiducia, poiché è cosa assai difficile, trovare in un paese qual è Racalmuto, persone totalmente indipendenti da poter avere notizie esatte e spassionate, diviso, com'è, in due partiti, che sono formati dal ceto ristretto delle persone civili, in confronto della massa ignorante dei campagnoli e dei zolfataj, che compone la popolazione di questo Comune.
Da ultimo aggiungerò che le cose esposte nel ricorso, che quì unito ritorno alla S.V. Ill.ma, non fanno che riprodurre i sentimenti, da cui è animato il partito del Tulumello, partito, che cerca tutti i mezzi, onde vedere sciolto l'attuale Consiglio Comunale, sperando con questo mezzo di rompere l'attuale maggioranza del Consiglio stesso, senza far questione sulla scelta del Sindaco, con la veduta, come tutto giorno va ripetendo detto partito, di far economie sul Bilancio Comunale, e senza essere alieni, a queste condizioni di riconciliarsi col partito contrario, conciliazione, a parer mio, che potrebbe realizzarsi, quando a mezzo di persone autorevoli, potesse ottenersi una sincera ripacificazione tra il Sig.r Giuseppe Matrona ed i suoi fratelli; poiché una volta, che il Sig.r Giuseppe Matrona si staccasse dal suo partito, sarebbe cosa facilissima far scomparire le divisioni, che affliggono questo paese, poiché il ripetuto Sig.r Giuseppe Matrona può ritenersi il capo del partito a cui appartiene, tanto più, che il Tulumello è da parecchi mesi, che ha preso stanza in Palermo insieme alla sua famiglia, e non si sa, almeno per ora, che abbia intenzione di ritornare in Racalmuto. Certa cosa poi si è, che una più attenta e ben ordinata Amministrazione, esclusa ogni idea di personalità e di partito, potrebbe vantaggiare di molto la finanza comunale, ciò che non andrebbe disgiunto dall'utilità, che ne risentirebbero questi Amministrati, e tutto ciò non toglierebbe al Sig.r Sindaco cavalier Gaspare Matrona, tutto quel merito, che ha nell'aver rialzato le condizioni morali di questo paese, nell'aver non poco contribuito, col concorso di tutto il ceto civile, a vantaggiare le condizioni della pubblica sicurezza in questo Comune, messe in confronto, coi tempi, che precedettero la sua ingerenza nell'Amministrazione Comunale, e finalmente coll'aver cercato di rendere lustro e decoro al paese col compiere varie opere pubbliche, che i suoi predecessori avevano iniziate.
Il Delegato
A. Coppetelli »
La suestesa relazione di pubblica sicurezza ci ragguaglia - magari con un incerto italiano, ma con pignoleria sbirresca - su come veramente erano andate le cose tra i Farrauto ed i Matrona: se poi si intruppano insieme nelle beghe potitiche paesane, nulla di veramente grave era avvenuto fra loro. Il contrasto tra gli ottimati racalmutesi scoppia dopo ed investe i Matrona e quel Luigi Tulumello, giovane barone ed al contempo “di qualche ingegno, e ricco per censo, ma di poca esperienza nelle vicende dei partiti sì politici, che amministrativi” per dirla come il delegato Coppetelli.
Sappiamo ora con certezza che la frattura al casino di compagnia avvenne in occasione delle elezioni del 1875 e le parole del commissario di P.S. ci paiono del tutto pertinenti e credibili: «Le cose andiedero prendendo più vaste proporzioni, nei primi mesi dell'anno 1875, ed allorquando per altre piccole differenze sorte tra i socii dell'unico Casino di Compagnia, di cui facevano parte quasi tutti i civili di Racalmuto, senza distinzione di colore tanto politico, quanto amministrativo, una porzione di detti socii, aderenti al partito del Tulumello, tra i quali il Sig.r Giuseppe Matrona fratello dell'attuale Sindaco, si staccarono da detto Casino di Compagnia, e ne fondarono un'altro, che ora conta una quantità abbastanza rilevante di socii.- Quì le ire e gli odii tra questi due partiti si accrebbero e ne nacque una completa rottura.»
Sciascia ha voglia di riesumare quella frattura: ma quando da letterato passa a far lo storico fa confusione. «Intorno al 1890 - gli vien l’uzzolo di scrivere - la lotta tra i Martinez [leggi: Matrona] e i Lascuda [leggi: Tulumello] divenuta particolarmente feroce, il circolo attraversò un brutto momento: i Lascuda e la loro coda l’abbandonarono, aprirono un circolo denominato di cultura, in verità vi si giocava a zecchinetta come nell’altro circolo, ma il barone di tanto in tanto teneva conversazioni sui temi come “l’erezione del Mongibello” e “il conquisto del Perù”. La scissione durò un paio d’anni, poi furono aperte trattative, studiato un nuovo statuto: e il nome augurale della concordia sortì dalla costituente assemblea. Lo statuto varato in tale occasione portava circa 400 articoli, e un lungo preambolo in cui le letture del barone Lascuda erano sufficientemente testimoniate. Un tale capolavoro di cultura letteraria e giuridica vive soltanto nei ricordi dei vecchi: quando il circolo diventò dopolavoro fascista le copie dello statuto andarono disperse. Pare comunque che la concordia ha davvero regnato, da allora ad oggi, sul circolo; le zuffe e gli incidenti che frequentemente accadono non portano mai a scissioni o pronunciamento.» [14] Sbagliare di quattordici anni la data della frattura non ci pare un peccato veniale, dal punto di vista storico almeno.
Sciascia colloca l’abbruciamento degli archivi comunali nel 1866 nelle Parrocchie [vedi pag. 25 op. cit.] ed è questa un’altra topica storica dello scrittore. Il crimine avvenne, come abbiamo visto, nel 1862. Una cronaca coeva ce l’ha lasciata l’avv. Giuseppe Picone nelle sue Memorie Storiche Agrigentine [citiamo dalla copia anastatica del 1982]. Eccone i passi: «7 [settembre 1862, pag. 659] Timori di strepitosa dimostrazione contro il governo. Quarantatre impiegati firmano la loro dimissione. La guardia nazionale si rinforza. Per influenza di taluni popolani, la dimostrazione non ha luogo. La sera partono duecento soldati per Racalmuto, che dicesi insorto.» « 14 [settembre 1862, pag. 660] La sera partono due compagnie di linea per Racalmuto, ove si dice, che circa quattrocento rivoluzionarî si fossero fortificati al ‘Castelluzzo’.»
Ritorna, come Dio vuole, la calma e la vita cittadina s’incanala lungo le battute strade della normalità e della banalità. Cogliamo alcune note dalle carte dell’Archivio di Stato di Agrigento [Inventario n.° 32 - fascicoli riguardanti Racalmuto: 403-404 relativi agli anni 1860-1887; fascicoli n.° 537-538-539 sul 1885.].
«Prefettura di Girgenti - anno 1870 - Affare Racalmuto - Conto Consuntivo 1869 e carteggio relativo.
... dal consigliere sig. Giudice Sac. Calogero in prima si fa opposizione al mandato n.° 96 per gratificazione accordata in lire 170 al Capo Comico sig. Sinigaglia Angelo per portare la propria compagnia in questa giacché da parte dello stesso Consigliere non si ritiene come utile il teatro, e poi non è il desiderio della popolazione ...
Di risposta la Presidenza ha fatto conoscere al consigliere Lo Giudice Sac. Calogero, ed ai Consiglieri delle sue idee, come si è altieri di sostenere, non farsi una spesa capricciosa, e senza utile scopo, mentre che il teatro al dilettevole unisce l’utile, e non è un trastullo qualunque come potrebbe solo insanamente asserirsi, ma scuola ai costumi, allo sviluppo; è una iniziativa al progresso dolorosamente bisognevole a questo Comune per quanto se ne mostri restio.»
Al circolo la contesa sarà divampata; ma si può essere certi che la maggioranza era per il teatro. Lo erano senza dubbio i figli di don Gaetano Savatteri, teatranti di antica - anche se filodrammatica - passione.
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[1] ) Girolamo M. Morreale, S.J. - Maria SS. Del Monte di Racalmuto - Racalmuto 1986, pag. 41.
[2]) ibidem - Real segreteria - Incartamenti - B. 3604.
[3]) ibidem - Real Segreteria - Incartamenti - B. 3605.
[4]) ibidem - Real Segreteria - Incartamenti - B. 3605.
[5]) ibidem - Real Segreteria - Incartamenti - B. 3605.
[6]) ibidem - Real Segreteria - Incartamenti - B. 3606
[7] ) Leonardo SCIASCIA Le parrocchie di Regalpetra - ed. Laterza 1982 Bari U.L., pag. 21.
[8]) Secondo l’elenco della Matrice sarebbe invero deceduto il 7 aprile 1650 a 52 anni (cfr. col. 3 n.° 62).
[9] ) E.N. Messana Racalmuto .. op. cit. p. 220 e segg.; p. 222 e per Calogero Savatteri p. 224 e segg.. Inoltre p. 242; p. 245; p. 264; p. 266; p. 271; p. 273; p. 280 e segg. per la sindacatura di Gioacchino Savatteri; p. 316.
[10] ) Archivio di Stato di Agrigento - Inventario n. 18 - fasc. 23 (1869-70)
[11] ) Leonardo Sciascia, Occhio di Capra, Milano 1990, pag. 77
[12] ) Sembra in ogni caso doversi escludere Castellazzo di Palma di Montechiaro.
[13] ) Leonardo SCIASCIA Le parrocchie di Regalpetra - ed. Laterza 1982 Bari U.L., pag. 51.
[14] ) Leonardo SCIASCIA Le parrocchie di Regalpetra - ed. Laterza 1982 Bari U.L., pag. 51 es

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