martedì 9 agosto 2016

Una domanda ancora s'impone (e un po' mi inquieta): passava la VIA CAECILIA per il Cicolano? Davvero il passo di Tor di Taglio di cui ad una nutrita letteratura locale (Persichetti, Lugini, Migliario ed altri) discettano animatamente era il passo sui monti di quella via consolare? Ne dubito e ne dubito fortemente. Molto convinto ne è il geniale archeologo dilettante grande amico mio BERNARDO RICCIARDI. Un tempo era più assiomatico. Ora o finge di darmi credibilità o va ravved...endosi ma mi pare molto meno convinto. Eppure persino l'altro giorno facendomi intirizzire di freddo mi ha portato in algidissimi sentieri su al Casale Calabrese per mostrarmi il tracciato di una a suo avviso carrozzabile che condurrebbe ad Amiternum, provenendo da Alzano e lambendo la discutibile Grotta del Cavaliere. Mi metto dopo a scrutare la carta geografica di quelle lande e resto ancora più scettico. Mi era sembrato che la P23 che chiamano l'Amiternina potesse dare ragione al mio amico Ricciardi. Ma sono arrivato alla desolante conclusione che l'ANAS mette nomi strampalati alle sue strade. Via Cecilia
Da Wikipedia,
La Via Cecilia (o Caecilia), è una via romana che staccandosi dalla Via Salaria al 35º miglio da Roma raggiungeva la costa adriatica.
Percorso[modifica | modifica wikitesto]
Il suo percorso costeggiava Amiternum (nella piana di L'Aquila e raggiungeva anche Hatria (l'odierna Atri). Un ramo della via Cecilia attraversava anche Interamnia Praetuttiorum (Teramo) (dopo aver oltrepassato la limitrofa Necropoli di Ponte Messato) e quindi probabilmente raggiungeva la costa a Castrum Novum (Giulianova), a una distanza di circa 151 miglia da Roma.
Vi è incertezza su chi sia stato il costruttore della via Cecilia, che potrebbe identificarsi con il console Lucio Cecilio Metello Calvo nel 142 a.C. oppure con Lucio Cecilio Metello Diademato nel 117 a.C.
Anche il percorso della via Cecilia è alquanto incerto e in fase di discussione. Al riguardo vi sono due documenti: un'iscrizione rinvenuta a Roma, vicino Porta Collina, con la quale si ricorda l'appalto di alcune opere di risistemazione della via la cui datazione potrebbe essere del periodo di Silla; il secondo documento è una pietra miliare ritrovata a Sant'Omero, in provincia di Teramo, nel territorio del Piceno. In questa pietra si citano il console L. Caecilius Q.f. Metellus, che si presume possa essere il costruttore della via, e la distanza da Roma è di 119 miglia.
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