domenica 20 maggio 2018

Nuove scoperte nell'antica Nersae, città degli Equi.

Fra' popoli, che in lontanissimi tempi abitarono la
nostra Penisola, alle sole generazioni Campane e San-
niliche attribuì il Mommsen l'uso della lingua Osca,
perchè fuori de' luoghi da quelle genti o dalle loro
colonie posseduti, niuna iscrizione erasi mai scoperta,
che fosse stlata in quell' idioma. Distinse in oltre
dall' Osco il dialetto Volsco della lamina Velilerna ,
e divisò con 1' Abeken che Volsci ed Equi non fos-
sero Osci , ma residui della primitiva popolazione
Umbra rimasta ne* monti quando le stirpi Sabelle la
cacciarono al piano (1). A questa sentenza non per-
tanto, che gravi scrittori non accettarono, osta og-
gidì una lapida marmorea con iscrizione osca, rinve-
nutasi ne' luoghi stessi ove sorgeva Nerse, antichis-
sima citlà degli Equi o Equicoli da Virgilio ricordala
nel settimo dell' Eneide (2) :

Et te monlosae misere in proelia Nersae ,
Ufens, insignem fama et felicibus urmis :
Horrida praecipue cui gens, assuetaque multo
Venatu nemorum, duris Aequicvlì glebis.

E poiché fra' monumenti della lingua e della ci-
viltà degli Osci, è questo il primo che sia venuto in
luce nelle contrade dagli Equi occupate, non sarà
inutile di sporre il luogo, il tempo, il modo ed ogni
particolare di questo trovamento, al quale altre an-
ticaglie e frammenti d'iscrizioni Ialine han fatto co-
rona.

CI) Mommsen Osk. Stud. pag. 11-ia. Kach'.rUge zu (tea Osk
Stud. p. 28. Abikon MittcliluUen, p. 46. 83. e seg. 93-97.

(-2) Viipilius Aen. VII. v. 744—747.
AN.yo ni.



Nella valle sottostante a Nesce, villaggio aggregalo
al Comune di Pescorocchiano, sul confine dell' A-
bruzzo Aquilano con la Pontificia Delegazione di
Rieti (1), ove per l'analogia del nome e per le fre-
quenti mine di stupende mura ciclopiche, di sepol-
cri e di acquidotli , erasi da' topografi riconosciuto
il silo dell' Equicola Nerse , un Gregorio Domizj
(come apprendo da particolareggiata relazione) sca-
vando nello scorso gennajo il terreno di un suo po-
derello, scoperse una cella di figura rettangolare.
Erano le pareti di opera reticolata, salvo la superiore
a mezzogiorno, costruita con grandi pietre, ben la-
vorate e commesse senza cemento ; e da quella ad
occidente, il cui zoccolo serbava ancora alcune ve-
stigia di pitture, sporgeva a mezzo rilievo una co-
lonna di opera laterizia. Scomposto il pavimento di
mattoni fu trovalo un lastrico di grosse pietre, ben
polite e murate a secco, sotto le quali un piccolo
condotto di lamina di piombo riusciva ad una fogna;
ed intorno ad una di quelle, che era un bianco mar-
mo, correva in cerchio l' iscrizione in bei caratteri
romani :

ALFIA C • F
M.\TER

Datosi di poi il Domizj ad abbattere la parete oc-
cidentale, non d'altro desideroso che di monete e di
preziose anticaglie, si avvenne in altra cella d'identica
forma e costruttura, con pavimento di mosaico, sul
quale giacevano le ossa d'un fanciullo quasi bilustre.

(I) Il Comune di Pescorocchiano appartiene al Circondario di
Borgocollefegato nel Distretto di città Ducale , e sti compone di
27 villaggi, fra' quali Nesce ha una popolazione di 260 abiianii.
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Venner fuori negli scavi i rottami di un'urna di
alabastro, un bel torso di statua marmorea di guer-
riero romano, che intera aggiugner poteva l'altezza
di quattro palmi, ed una testa di giovane donna,
opera di perito scalpello, comechè mutila del naso.
era per la nobiltà delie forme, per l'acconciatura
della chioma, e per un foro nel sincipite, in cui do-
veva essere impiantato un diadema, fu conghietturato
che quel frammento si appartenesse ad una statua di
Giunone, della quale dava indizio il titolo scoperto
nel medesimo luogo :



appartenuta alla gens Popidia, ed il padre alla He~
rennia.

Fu costui Meddix tuticus , o supremo magistrato,
in Nerse, come dimostrano le sigle DVT • ^IBHH , ed
il ^H3^Q3VH, nome aggettivo della stessa forma e na-
tura del Pumpaliano e Bantino; e pose questa lapida
in memoria della dedicazione di un'ara o di una sta-
tua ad Ercole, Herculi probavi, prufatter Hercklei ,
dativo singolare dello Herckleis più volle mentovato
nel cìppus Abeìlanus. Per le quali cose egli pare, che
tutta l’iscrizione sia da interpretare a questo modo:



IVNONI
SACRVM

Furono inoltre dissotterrate le iscrizioni latine re-
cate al termine di questa scrittura , ed una lapida
marmorea, sulla cui faccia leggevasi in caratteri osci:



Già nolo per due iscrizioni pompejane (l),e pel
Pupdiìs Slenis di un vaso Nolano già posseduto dal
Braun (2), è il Pupidiis, Popidius, nome gentilizio di
famiglie osche, al quale senza fallo si riferisce la si-
gla nvn ; né men conosciuta fra quelle genti, per
testimonio de' classici (3) e per alcuni monumenti
Pompejani e Nolani (4), è la gens Herennia, di que-
sto marmo, nel quale la forma //erenniu (nominativo
singolare della 2' declinazione) più che lo Heirennis,
Heirens o Herennis di altre iscrizioni, si accosta al la-
tino Herennius,

Comune eziandio è l'unione de' due nomi genlilizj
che secondo il Gottling (3), fu dagli Osci adoperata
a dinotare la doppia discendenza materna e paterna ;
sicché la madre del nostro Popidio Erennio sarebbe

(I) Fiorell.us monum. cpigr. Pomp. ì. p. )8. 20. 36.

('2) Mommsen Kachtragc, p. inti.

(3j Livius IX. 1. XXni. 43. XXXIX. 13.

(4, Fiorellius ibid. p. 31. 36. Guarini Comm. XI. p. 30.

i5i Gouliiig RVm. Gesch. p. b. 6.



POPIDIVS HERENNIVS

MEDDIX TVTICVS NERSENSIS

HERCVLI

PROBAVIT

Dilegua il Nuersens ogni dubbio sulla retta lezione
de' codici di Virgilio intorno al vocabolo Nersae, che
alcuni filologi mutar vollero in Nursae (1); e con-
ferma il giudizio di quei topografi, che sulla scorta
del nome dell'odierna Nesce, attribuirono alla vetu-
stissima città Equa le magnifiche ruine, che cuopro-
no della loro ombra quelle solitarie ed alpestri con-
trade (2). E da ultimo, se dal luogo in cui si rinven-
nero monumenti Osci si trasse argomento per nove-
rar fra quelle stirpi le generazioni Campane e Sa-
belle, non potrà ora negarsi agli Equi ciò che per
la stessa ragione a quei popoli si concesse. Le due
gentes Popidia ed Herennia, l'unione de' nomi, il
meddix tuticus, il culto di Ercole, lo stile ed i carat-
teri dell'iscrizione, apertamente appalesano, che si-
mili del tutto furono le costumanze, il civil reggi-
mento, la religione e l'idioma di quelle antichissime
genti, che affratellate dal vincolo delle comuni ori-
gini Pelasgiche, tennero quasi tutta l'Italia meridio-
nale e mediana fino al Tevere ed al Rubicone, inti-
tolandosi del nome generico di Opici od Osci.

GlUSEPPE COLCCCI.

(1) Martelli Aniichità de" Sicoli. I. p. 276. Corcia storia delle
due Sicil. 1. p. 2G8.

(2) Martelli ibid. p. 73. i7G. Corcia ibid.



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