domenica 13 gennaio 2013

La Gesa comanda; la Regione annuisce; il dirigente responsabile del Comune, firma ... e noi paghiamo!

Sono a Racalmuto da oltre 24 ore ed ancora non ho potuto prendere visione di ciò che veramente sta acadadendo a Racalmuto quanto a questo tsunami della tassa sulla monnezza reclamata anche per tempi che ricadono sotto pretese regolamentazioni del millennio scorso. Emerge una grande ignoranza quanto a civiltà tributaria; non solo si confondono distinzioni che noi poveri studenti in giurisprudenza eravamo costretti  a deglutire una sessantina di anni fa nella cosiddetta Scienza delle finanze (allora non erano sorti i baldi trafficanti delle consulenze tributarie che si sono cinti dell'alloro delle docenze in diritto tributario, sino a divenire filosofi accademici del prelievo d'imposta alla Tremonti, per intenderci). Nessuno oggi è disposto a seguirti se tu vuoi discettare su differenze concettuali e pragnatiche tra imposta e tassa (anche per giustificare il governo e dire che la imposta deve essere progressiva a norma di costituzione, la tassa può farla franca ed essere persino iniqua puzzando spesso e talora di tassa sul macinato). Figuriamoci se puoi far capire a saccenti amministarori comunali distratti dal lavoro della terra o dai salassi medici che se Tarsu è tassa puoi fare certi discorsi ma se per qualche prebenda e qualche privato affaruccio cedi il servizio a privati anzi società a fine di lucro (che girala come ti pare, così restano le società di capitali sotto forma di azionarie) allora la musica cambia: non  puoi avere l'utile e il dilettevole; non puo reclamare per te l'astuzia dello stato centrale che pur di arraffare entrate ha infilato dentro una finanziaria norme di privilegio in tempo di prescrjzioni o di notifiche e dei loro tempi fuibili dalla pubblica amministrazione; se la natura di tassa è svanita ed è subentrata quella di tariffa, non v'è più sovraordinameto del soggetto pubblico e se il tariffante pretende l'adempimento di una pretesa obbligazione tariffaria, vada dal giudice ordinario, quello civile che se ti dà ragione te la dà dodpo un trentennio, quando c'è l'umana certezza che uno dei contendenti è morto e la causa si è estinta per morte naturale.
M i dice il mio amic oLillo Menola, che il comune di Bari ha predispsto esso stesso moduli oppositivi dei contribuenti perseguiti da Equitalia: la Sicilia che è repubblica quasi araba pur in uno stato che  si è auto castrato passando sotto la sovraordinatà sovranità comunitaria, arriva a far firmare ai dirigenti comunali pretese incongrue ed illegittime delle azionarie sotto la proppria egida.
 Per cortesia non rammentatemi il regolamento del 1995; se ce l'avete mostratemi quello a sostegno dell'imposizione pretesa per il 2006; nel 2004, anno per cui feci delle ricerche, non ne vigeva alcuno; se ci troviamo di fronte a scarse diligenze dei nostri amministratori o dirigenti (per la legge Bassasini) stia ad indagare chi di dovere e ci lascino in pace a noi poveri ed ignari cittadini di questo paese, senza ragione, senza giustizia, senza verità secondo l'apocalisse scritta da un tal Leonardo Sciascia.

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