mercoledì 13 marzo 2013

DIVENTO CRONISTA MENTRE DICONO CHE HANNO FATTO IL PAPA


o   Calogero Taverna Sono posti afrodisiaci .. ma a trent'anni, con donna dall'adipe tosto e con portafogli rigonfi. In subordine suggerisco l'isola dei conigli a Lampedusa o Salina nelle isole Eolie. Da Salina partii un'estate per raggiungere Stromboli. La sera con l'afrore quasi irrespirabile in gruppo per una singolare scalata. Piano piano con l'azzurrissimo mare che si allontana, ti avvicini ad una punta eruttiva con sorprendente intermittenza. E piano piano dal calore impossibile al E piano piano dal calore impossibile al fresco serotino che comincia a farsi pungente. Volti un angolo tra agapi e la salita si fa aspra,

rigetta indietro, ma tu non cedi, con gli altri. Ora muniti di lampade elettriche saliamo tutti con affanno - meno la guida, svelta da ammirare se non avessi come a lagrimare per la fatica. Quanto ci vuole ancora? Non molto non molto! Menzogna. Ora il freddo è pungente, sempre più intenso e si sale; se hai limone bene; non bere, saresti costretto a fermarti in una conca di pietre messe a semicerchio (e da lì potresti godere lo spettacolo, senza fatica,se ti sei equipaggiato di coperte. Ma sei uomo, devi salire, più sù. Adesso occorre inerpicarsi tra scivolosa sabbia. L’affanno è crescente. I piedi per due passi salgono e per un passo indietro. Quanto ci vuole ancora? Non molto, non molto. O pietosa guida parce nobis. Arriviamo sul crinale proprio in cima. Chi di noi è meno atletico si butta per terra col respiro ansimante, ormai privi di fiato. Pietosa la guida ti porge un giornale da mettere sotto camicia  per lottare con l'algida notte ..ma proprio algida: dall'equatore al polo in meno di mille metri. E quindi uno spettacolo come nelle feste di paese: pirotecniche parabole nel cielo incantato della Sicilia eolica, da laggiù, dal cratere. Meglio non muoversi dalla posizione prona. Uno scivolo laggiù ed è la fine. Qualche improvvido straniero vi è morto. Era anglosassone; noi siam sicani, il cratere non ci attira.

Si scende. Per gli sbalzi delle brevi stagioni invernali. Si scende col culo; fa buio e seduti sul piccolo ciglio ti lasci andare per quel mezzo metro che di notte non sapresti misurare. Che male! Non capisco certe perversità che chiamano devianze del piacere. Riprendiamo il battello: si dorme sul duro tavolaccio, come nelle carceri medievali. Si  passa brutto il resto  della notte sino all’alba. Ora a Salina, nell’albergo nel letto non sfatto. Si può dormire sino a mezzogiorno. Buon viaggio.

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