lunedì 15 aprile 2013

La mia PATETICA : melanconiche note senza musica su una Racalmuto che non esiste più. L'hanno orbata anche del nome!

Lu Carminu, la vecchia chiesa del Carmelo, il vechissimo cenobio carmelitano, l'opera pia che gli esecutori testaentari vollero, poterono o seppero fare con il cospicuo lascito testamentario di Ferdinando Martini. E soprattutto la cancellata in ferro che mio nonno e i suoi figli batterono alla forgia all'Armi Santi nel primo decennio del seecolo scorso a spese del Comune.

Padre Arrigo con le sue entrature negli scrigni democristiani cui permise un buon accesso il chiacchierato Bernardo Mattarella, manipola questa austera, contadina facciata ed oggi appare nell'anonimato della architettura democristiana degli anni '50.
L'ospedale non è più: baldi negretti vi bivaccano consentendo a figlie di letterati di assisterli più per la loro assistenza che per l'assistenza dei loro assistiti. Il manufatto è stato rifatto senza badare a spese in un periodo di compromesso storico, prodigo di prebende anche a Racalmuto.

Dall'altra parte, le svolazzanti monanche del Boccone del popolo non vi stanno più. Questa Chiesa che vuol ritornare "poverella" difetta ormai non solo di vocazioni maschili, ma anche femminili. Già le "poverelle" senza possibilità di dote per eccesso di natività femminile in famiglia son solo un ricordo., Le "sventurate" che incautamente concessero la prova d'amore a chi poi subito fuggì sono sbiaditissimo ricordo: i conventi femminili chiudono. Ci resta forse qualche orsolina, ma anche dell'orsolina angelica, più bella del cielo splenente, dalla voce soave come quella degli angeli, non vi è più traccia a Racalmuto.

Ma la cancellata - la mia camcellata, la cancellata di mio nonno e figli (altri non se ne appropriino, posso provarlo con documenti alla mano) che fine ha fatto? Sto ora molto lontano: mille chlometri,per saperlo bene; mi pare manomessa, qua e là divelta da rabbie irrefrenabili di acque piovane irrompenti per le strozzature ferroviarie imputabili ai superlodati Matrona per ciarla letteraria sia pure del grande Sciascia.

Malinconia in fondo. Sic tranit gloria mundi. Il cenobio del XIII secolo, a credere ad una Oliva licatese dei figli di S. Angelo, la cattedrale della plaga degli antichi coltivatori diretti ed anche dei signorotti dell'abgeato, primo novecento, oggi è tutt'altro. Permane solo il festaiolo mettervi in croce un esangue Cristo in cartapesta.

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