martedì 23 dicembre 2014

al mio diletto figlio selettivo Alfedo Sole - Opera.

Carissimo  Alfredo
ricevo dopo qualche tempo la tua lettera che certo non mi induce all'allegria.  Mi sento in colpa per quell'inciso "avessi un buon avvocato". Io il buon avvocato l'ho cercato ma ancora non sono riuscito a schiodarlo per qualche provvido intervento. Con il legale favarese, ringrazio Dio se non mi sono beccato persino denunce penali. Avevo creduto ad atteggiamenti curialeschi positivi ed invece c'era chi cercava buone parcelle. Mi sono così fatta una insolente nemica in più. Ma io non sono ad Opera; me ne posso anche fottere, come me ne fotto.
La tua epistola è sconcertante. Dimostra il mio assioma: diceva Sciascia, i mali della Sicilia sono due: la mafia e l'antimafia. Soggiunge il Taverna: solo che la mafia è finita con Mori in epoca fascista.
Conosco la storia di Racalmuto, ho letto la tua favola e i due tuoi componimenti poetici di apertura e chiusura. Mi ha impressionato il tuo assillante richiamo al ruolo dei fratelli. Non sono psicologo e quindi lascio a me solo qualche mia bizzarra considerazione.
Vorrei però dire a questi saprofiti dell'antimafia di oggidì. un ragazzotto 23 anni fa ne combinò di tutti i colori ed anche nefandezze imperdonabili. In una società sionista l'avrebbero preso mandato alla forca e in nome di Dio non e ne sarebbe più parlato. Ma qui siamo in Italia, una Italia uscita anche dalla Chiesa tridentina. I nostri carceri sono fatti per redimere non per punire, per uccidere senza uccidere una dieci mille volte al giorno. Un traviato adolescente si redime, ad Opera lo sanno, lo attestano, perché dunque un sedicente giudice di sorveglianza meneghino che nulla vigila si prona dinanzi a malignità antimafiose senza ponderarle, contrappuntarle, castigarle, punirle penalmente.  Se hanno scritto falsità, se hanno infamato, se per continuare a pappare tutte quelle prebende che pappano - ed io sono stato uomo del pubblico controllo per non intuire e quindi documentare - ordiscono tesi fasulle, perniciose colpevoli teoremi perché non mandarli sotto processo, sol  perché son da tutelare talune toghe antimafiose? I professionisti dell'antimafia gridava Sciascia ( o chi titolava le sue denunce, ma questo non cambia nulla!)
Ho però voglia di prendermela anche con te  (dopo che me la son presa con me). Perché non concludi la pratica volta a farmi il tuo mondualdo o come cazzo vuole questo cinico regolamento carcerario? Avrei titolo per andare da questo giudice milanese e dirgli: tira ora fuori le carte degli antimafiosi siciliani: ponderiamoli. Caro giudice di sorveglianza. Alfredo sole per le realtà mafiose siciliane, racalmutesi,  è ormai obsoleto, nullo, insignificante, inesistente. Altre sono le cupole, altri sono i nuovo banchieri, altre sono le nuove realtà criminali. Sole può essere solo un impiccio risibile, una insignificante memoria molesta-
Ma intanto Caro Alfredo perché non chiedi tu a codesto giudice di sorveglianza la motivazione documentata, comprese le carte dell'antimafia siciliana?
Certo che ho tanta voglia di afferrare Tano Savatteri e dirgli: ma è possibile che tu, Malgrado Tutto, Scimé, Regalpetra Libera ed io ovviamente non abbiamo il buon senso di rinvenire un legale di nostra fiducia e spingerlo in quel di Milano per avere udienza, per agire quindi di conseguenza, sempre ai sensi di legge? Non glielo dobbiamo ad Alfredo? Ci ha fatto fare tanta bella figura. A te Tano Savatteri ti ha permesso di scrivere un libro (I Ragazzi di Regalpetra) che tanti vantaggi ti ha procurato. A te Malgradotutto, fai finalmente qualcosa di civile, di responsabile e non star lì  per consentire all'anonima Colpi di Spillo di far carriera giornalistica. e a te Scimé che dire e a te Ragalpetra libera? Ma passiamo dalle parole ai fatti, compiamo assieme qualche atto di coraggio.
Ti sto inviando caro Alfredo tre grossi tomi di storia della filosofia. Non certo per imparare qualcosa ma nella speranza che ti ci intigni sopra e faccia le bucce filosofiche a Umberto Eco e a Nicola Abbagnano. Un tuo contro tomo lo riuscirei a pubblicare. Lo grideremmo a tutto il mondo: ecco chi è l'ergastolano eternamente ostativo Alfredo Sole: un filosofo vero, non uno scrittorello per signorine tessitore di una mal'erba di cui non si è pentito. E non chiede la luna nel pozzo, solo qualche innocuo beneficio  magari per  andare a insegnare in una scuola privata, a poche centinaia di euro al mese per dimostrare che le nostre carceri non sono la caienna. ma  davvero riescono a redimere l'erba perversa di una Sicilia senza dubbio un tempo mafiosa ma ora perniciosamente antimafiosa.
E' d'obbligo e qui l'assolvo. Buone feste mio diletto Alfredo Sole mio figlio selettivo. Calogero Taverna

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