giovedì 19 marzo 2015

Il MAUT di PICONE

 
 
 
 
 
 
 
Il MAUT delle mie rabbie ha genesi qui, in questa pagina del Picone, pag.  53 delle sue Memorie Agrigentine. Picone veniva da Racalmuto. I PICONE sono una grande famiglia del luogo da tempo immemorabile. Tanti meriti. Ma pare che la voglia di imbrattarci la nostra sacra microstoria ce l'abbiano  nel sangue. Di questi tempi un attempato e rispettabilissimo signore, un altro Picone ci vuole trasformare a noi racalmutesi in SICULI. Se fummo, fummo SICANI, ma a Racalmuto, a quei tempi sotto la grotta che molto tardi si chiamò Fra Diego ci sitiamo da sette mila anni, qualcosa come tre millenni  prima dei SICANI di Tucidide.
Il mio RAHL CHAMUT, per dirla come veniva detto negli archivi angioini di Napoli, bruciati dalle orde tedesche (altro che Arabi di oggidì!)  non ha mai tollerato quel MAUT piconesco  perché paese vivo, indomabile, molto spesso scalognato, ma mai morto, dei morti: Il PELLEGRINI che è il più grande arabista vivente in Italia, ci deturpa e ci fa divenire RAHAL MUDD, paese del mondello, il nostro dialettale munniedru. Forse anche lui dissennato, ma non cade nelle cervellotiche congetture che altri grandi scienziati della storia siciliana  hanno detto a proposito di questo voler storcere RACALMUTO in RAHALMAUT per farci tutti cadaveri ambulanti, anche se vivi e vitali.
Anche Sciascia in ultimo diede la sua confermazione anziché la estrema unzione a questo strano leggere le origini del mio intoccabile Racalmuto e  scrive addirittura nel 1984, in piena maturità,  "gli arabi ... lo (Racalmuto) chiamarono Rahal-maut, paese morto". Ma quando mai? Sciascia ti sbagli e di grosso. Ti contesto con tutte le mie forze. 

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