martedì 4 agosto 2015

Lamberto Dini, banchiere di Stato

Chi è Lamberto Dini? Vivaddio -, non è il Peluso dell'ex sindaco Petrotto o il figlio della ministra Cancellieri che fece un grande sgarbo al mio amico l'ex sindaco Petrotto. Sia chiaro io non conosco Peluso e non saprei come giudicarlo. LAmberto Dini invece lo conosco bene. E subito dico che è da pigmei falliti addebitargli pensioni d'oro come se si trattasse di latrocinii. Trattasi di invidiuzze da microcefali, da incapaci a guadagnarsi neppure il pane  quotidiano che in una società opulenta come la nostra, con buona pace per papa cicciu, è faccenda di pochissima arduità.
Voi non lo sapete ma io vi informo che Lamberto Dini ha introiti mensili direi milionari: patrimonio sconfinato, risparmi in varie parti del mondo ultracapitalistico, eredità della moglie strabiliante. Già, la moglie. Costei giovane e bella aveva sposato il vecchio Zincone che ereditata la terza banca milanese sindoniana se l'era venduta lucrandovi l'ira di dio. Andato in America, là incontra questa bella fanciulla in fiore; se ne innamora e la sposa. Ma subito viene chiamato al cospetto di Dio e lascia ricchissima la giovane consorte. La vedova fa quindi innamorare il rampante anche se non molto avvenente Lamberto Dini e se lo sposa,
Lamberto Dini da giovane sta a New York a far carriera in istituzioni bancarie mondiali. Carriera e soldi a profusione. E' abile, intelligente, poliglotta, sagace, vero manager del denaro. Affascina l'impeccabile Paolo Baffi che lo vuole Direttore Generale della Banca d' Italia. Lamberto Dini vi apporta cultura americana, iniziativa imprenditoriale, aria nuova, visioni moderne. Non è molto capito e non è molto amato. Ma credete voi che Ciampi succeduto a Baffi per vicende giudiziarie era idoneo a fare il banchiere di Stato? Sbagliate. Professore di lettere il massimo cruccio era nelle relazioni marie di Palazzo Koch se se si scriveva costatare o constatare  alla francese o all'italiana con l'esse o senza esse. Per fortuna vi era Lamberto Dini che sapeva di economia, di moneta, di speculazione valutaria, di banca mista e seppe far traghettare l'Italia per certe secche valutarie di un certo venerdì nero con Amato piangente in TV. Certo Dini nion era un francescano, amava l'opulenza e se la guadagnava per l'alta professionalità che aveva con grandi doti di intelligenza e tanto acume e cultura guadagnata.
Lascia la Banca d'Italia e passa alla suprema gestione dello Stato. Non debbo farne la biografia ma certo che legittimamente meritatamente cumulava ricchezze e attese pensionistiche. Tutto lecito, tutto ammirevole, tutto scontato e tributariamente onerato.
Viene ora qualche imbecille e gli vuol levare ciò che si è guadagnato per regalarlo a certi fannulloni ciarlatani  o a certi incapaci precari perenni. Sarò tornato reazionario. Ma mi sembra follia.

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