venerdì 18 marzo 2016

Ma i terribili sanguinari fatti di Riesi dell'Ottobre del 1919 in che panorama storico e politico sono daco coonestare? Non abbiamo molto. Personalmente non vado oltre quello che ci raffigura un valente storico, Salvatore Lupo nella ponderata storia della Sicilia dell'Einaudi (Storia d'Italia . LE REGIONI - dall'Unità ad oggi - LA SICILIA - Einaudi 1987. pag. 382 e ss.).

" Non a caso i politici  cui i combattenti  legarono le proprie sorti non furono tanto i 'vecchi'  notabili, come denunciato da tanta pubblicistica d'ispirazione moraleggiante, quanto uomini  emersi tra il 1913 e il 1919, cioè nella crisi del sistema liberal giolittiano: quali Abisso ed Ernesto Vassallo sul versante radicale, La Bella , Di Giorgi, Pennavaria su quello nazional-fascista. Trascurando per ora questo secondo filone, è chiaro che le nuove strutture clientelari legate ai leaders  combattentistici mantennero una loro fisionomia  solo laddove la lotta per la terra lasciava un più solido retaggio organizzativo, sull'asse Agrigento-Caltanissetta. Altrove furono i nuclei demoliberali più forti ad inglobare le frazioni maggioritarie  del movimento: Orlando a Palermo, di Cesarò a Messina, Giuffrida a Catania.
" Radicali e socialriformisti si palesavano dunque come i gruppi più adatti ad interpretare  la particolare spinta al rinnovamento del dopoguerra isolano. e infatti furono essi ad uscire vincenti  dalle elezioni del '19 e del '21. Modesta si configurò l'affermazione dei popolari se si esclude la zona di Caltanissetta, dove si ebbe una felice convergenza tra i settori del cattolicesimo militante e il radicalismo massonico  di Ernesto Vassallo"

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