lunedì 11 aprile 2016


Mia carissima Assunta,
hai ritenuto di prendertela per certe mie insofferenze contra omnia. Sì io sono per Vespa e per il figlio di Reina. Reina è oggi un cencio umano di nessun valore sapore tepore. Ci ha pensato il carcere più duro del mondo, OPERA. I giudici che sgarrano li mandano lì e in te mesi si danno al suicidio. Ci sta da 25 anni un mio figlio selettivo e so bene cosa è mai Opera. Lo Stato di diritto ha anche il diritto di punire (ma forse per la Costituzione avrebbe anche il dovere di redimere). La redenzione in mano ai SECONDINI  ve la lascio immaginare. Il mio carissimo amico Tano Savatteri unitamente ad un certo Sardo e alla comica del   PREMIO Sciascia nell'odiata Grotte di Racalmare  credono di giocarci un brutto tiro. Prendono un tal Grassonelli facondo quanto vacuo. Lo invitano a dichiararsi Malerba tutt'altro che pentito e gli fanno riempire un paio di centinaia di facezie pseudo mafiose. Guassonelli che davvero fu mafioso e sovrastante e soldi ne aveva lasciati a  parenti amici e benefattori, se la spassava a Sulmona, vestiva da Armani, concedeva interviste, faceva persino il bell’uomo- Ma ecco oggi giungermi la nuova che il poveraccio l’hanno rinchiuso ad Opera. In malo modo gli hanno già fatto abbassare la cresta. Scriverà il più bel romanzo del mondo (per Racalmare) ma lui da Opera non esce manco per respirare. Assoporerà  bene il 41 bis e soprattutto l’infido 4bis del mio paesanuzzu ‘Ngilinu.
Quando l’Antimafia voleva mettere su la fandonia di un Reina che ad Opera ordiva chissà quale complotto contro codesti magistrati antimafiosi, necessitanti di rilancio, per non perdere gratifiche e prebende quasi al livello geronziano, mi sono detto: finalmentfe. Zeus rende folli quelli che vuol perdere. Infatti tutto rientrò in fretta e furia  e rimase solo il burlesco far critica letteraria da parte di un incolto che non ci sta più neppure con la testa.
Confesso non ho seguito molto questo intreccio giulivo di una arcigna farmacista contro Vespa reo di fare il suo lavoro che è quello di presentare libri che chiunque li scriva possono davvero portare a verità scomode.

Me la rido ancora quando cavalli fieri e pingui irrompevano nell’Hotel delle Palme di Palermo  a credere ad un novizio Travaglio supportato da un fallito politico di cui non ricordo più il nome. E fu scherzo atroce per il povero Dell’Utri che oggi ad 82 anni la galera gliela fanno fare sul serio. Comincio ad avere paura per me. E quel libercolo falso e bugiardo poggiava su uno scalcinato rapporto Giuffrida della Banca d’Italia di Palermo. Quando costui fu chiamato dai giudici di confermare le assurdità scritte, pianse, Berlusconi lo perdonò e persino l’assensé:  perche Mamma Banca poi è Matrigna. Chi sbaglia paga-
Calogero Taverna

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