domenica 10 aprile 2016


Oggetto: progetti culturali per la rinascita del
paese di Racalmuto

Un gruppo di cittadini racalmutesi, particolarmente sensibile ai problemi della crescita culturale dei paese, ha già mosso i primi passi,come emerge dal verbale che  qui sotto si riproduce, per cercare di  lanciare iniziative  ai fini di vivificare  le strutture pubbliche  esistenti a Racalmuto.

Non v'è gerarchia di sorta, né disciplina alcuna. Volontariato puro e attaccamento anche morboso a questo nostro BORGO NATIO di RACALMUTO.

In questo contesto Le chiede un incontro onde appurare il grado di fattibilità delle nostre proposte, disponibili sempre a cooperare con L'Amministrazione nei modi e nei tempi che Ella vorrà indicare.

Sicuri in una positiva accoglienza della presente, cui qui sotto si allega il cennato verbale si ringrazia e si porgono i sensi di stima con i fervidi saluti dell'intero gruppo. 


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Racalmuto


Esiste un modello di sviluppo cittadino attraverso la cultura.
Può la cultura, realmente, fungere da traino per lo sviluppo di una piccola città di provincia? È la domanda che da qualche tempo ci si pone e alla quale da qualche tempo sono date delle risposte “politiche” fortemente inadeguate. Esempio lampante per la nostra città quanto è avvenuto alla fine del secolo scorso, precisamente, nel 1996 con la proposta che veniva dalla Fondazione Nievo per la creazione di Enti, denominati «Parchi letterari» i quali secondo il progetto iniziale avrebbero dovuto essere degli incubatori d’iniziative e idee ante litteram e che alla fine fallirono miseramente perché fortemente condizionati da personaggi che ruotavano intorno alle strutture che in brevissimo tempo portarono al completo naufragio dell’idea iniziale. Esempio emblematico, ancora una volta il caso del Parco Letterario “Regalpetra” che approvato in prima istanza, è messo in naftalina, successivamente ripreso, sembra per l’ovvio e onnipresente interesse politico che aveva necessità di elargire denaro pubblico non più alla struttura iniziale prevista, ma a gruppi specifici. Così alla fine a Racalmuto centro primario dell'iniziativa, furono destinate somme irrisorie, del già esiguo contributo, finito in ristrutturazioni di locali mentre l’asse d’interesse fu spostato altrove, tradendo quello che era la premessa iniziale del progetto, lo sviluppo attraverso la cultura, tutto grazie all’intervento di forze politiche poco interessate allo sviluppo cittadino reale.
Questo l’antefatto, tuttavia attorno all’ipotesi di sviluppo attraverso la cultura si continua a discutere ed è proprio questo che ha visto seduti attorno ad un tavolo un gruppo di cittadini di Racalmuto, i quali, ovviamente, credono a questa ipotesi e in virtù di questo convincimento hanno elaborato un piano di sviluppo territoriale che fa leva su quanto il territorio offre e mette a disposizione per questa ipotesi. Promotore dell’iniziativa il dottor Calogero Taverna, che ha riunito attorno ad un tavolo di lavoro, Francesco Marchese, Alfonso Lo Sardo, Salvatore Picone, Gaetano Scimè, Luigi Falletti.
Ipotesi per un piano di azione di sviluppo territoriale
Le considerazioni iniziali del Dottor Taverna, hanno subito puntato verso l’interazione e la collaborazione con la Fondazione Sciascia, Ente presente sul territorio che pur avendo notevolissime possibilità di espansione e di sviluppo per svariati motivi non è mai entrata “nei cuori” dei racalmutesi, relegando di fatto ogni sua iniziativa ad un ristretto nucleo di interessati. Sulle cause ed i motivi di questo “distacco” molte sono le congetture, ma si è preferito passare al piano di azione operativo che vede in questi punti le principali direttrici da sottoporre congiuntamente all’amministrazione pubblica e al CdA della Fondazione:

Il territorio di Racalmuto, antropizzato fin dal periodo neolitico per la presenza delle miniere di sale, ha conservato pressoché intatte nel suo territorio le tracce del suo importante passato, fatte salve le zone che nel corso degli anni sono state sistematicamente depredate da tombaroli come ad esempio il territorio afferente al sito conosciuto come “Grutti di Fra Decu” o “Anime Sante”. Questa consapevolezza di straordinaria importanza storica, tale in certi punti da poter riscrivere la storia del passato dell’intera isola non è mai stata oggetto di alcuna campagna seria di studio e scavi. Consapevoli della relativa mancanza di interesse da parte delle amministrazioni politiche siciliane che per incompetenza o mancanza di fondi, non hanno mai ipotizzato lo sviluppo di un territorio attraverso la salvaguardia e la gestione delle vestigia del passato. Pertanto, l’attivazione di una serie di studi e di ricerche sul territorio potrebbe già fornire una base da cui partire.
Racalmuto, ha avuto nel suo recente passato alcuni protagonisti della storia della nostra nazione, uno dei quali ha suscitato una lunga serie di studi sul proprio operato divenendo protagonista di una lunga querelle storica che giusto in questi mesi ha visto una sua vivace ripresa. L’ispettore di Polizia Messana e la sua azione operativa durante il periodo del suo lungo servizio di casa Savoia prima e della Repubblica dopo hanno messo in luce diversi aspetti che meriterebbero adeguata attenzione e studio.

Il tessuto urbano antico di Racalmuto, ha subito nel corso degli anni un progressivo abbandono a causa del fenomeno dell’emigrazione, ripreso negli ultimi anni a causa della gravissima crisi economica che ha di nuovo colpito il meridione cui ha dato il colpo finale l’elevatissima tassazione cui sono sottoposti gli immobili che in più di un caso hanno portato alla cessione degli immobili o alla demolizione degli stessi. A questo va associato il disinteresse dei proprietari verso talune loro proprietà il cui recupero potrebbe fornire a Racalmuto altre e nuove ipotesi di sviluppo.

Il comparto dell’agricoltura langue sotto il giogo di leggi inique e orientate ai prodotti esteri, quasi sempre inferiori in qualità commerciale rispetto ai nostri i quali tuttavia pagano lo scotto di numerosi passaggi che ne fanno lievitare i costi e che però non garantiscono alcun guadagno ai produttori. Nel nostro territorio esistono ancora numerose specie di frutta “minore” che nell’ottica del mantenimento della biodiversità che è uno dei cardini di expo 2015.
Posti queste premesse è necessario:

Creare un collegamento stabile e duraturo all’interno della Fondazione Sciascia con il quale sviluppare progetti di interesse culturale. Ognuno per propria competenza e possibilità potrà così afferire alla Fondazione nuova linfa e nuovi linguaggi. (Storia, Musica, antropologia).

Utilizzare l’egida della Fondazione per la partecipazione ai bandi per l’incentivazione e lo sviluppo della Cultura e del potenziamento dell’identità dei luoghi e del territorio, che tra poco saranno emanati dalla Comunità Europea.

Utilizzare, ove possibile, la tecnica del crowdfunding per la realizzazione dei progetti base per lo sviluppo territoriale.

Potenziare e sviluppare la produzione di beni agricoli d’eccellenza usando le più avanzate tecnologie (cultura idroponica, coltivazione fuori terra) e nel contempo preservare e catalogare tutte quelle sementi e frutti che costituiscono vera ricchezza territoriale.

Attingere alla progettazione e programmazione europea attraverso, se necessario, l’apporto di apposite società di progettazione, per il recupero dei beni urbanistici territoriali, ricorrendo ove necessario all’acquisizione del bene.
Il nostro augurio è che le idee progettuali espresse ed il desiderio reale di poter contribuire allo sviluppo territoriale, lontani da ogni logica di interesse di parte espresso dalla politica negli ultimi anni, possano trovare accoglimento presso gli enti interessati e maggiormente tra coloro i quali credono nelle enormi potenzialità del territorio.


Luigi Falletti     Calogero Taverna      Francesco Marchese


Gaetano Scimé   Alfonso Lo Sardo

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