sabato 3 dicembre 2016

L'Associazione Vittime del Salva-Banche «si riversa di leggere la sentenza per capire cosa abbia indotto il gup del tribunale di Arezzo ad una sentenza così inaspettata ed in contrasto con le aspettative e le accuse mosse dalla stessa Banca d'Italia che ha multato i 3 imputati a giudizio proprio per ostacolo alla vigilanza». «Qualcosa in questa vicenda non torna: o si è nascosto alle autorità di vigilanza i crediti in sofferenza oppure banca Italia non doveva risolvere la banca e valutare al 17% i crediti in sofferenza - conclude la nota - Che siano a questo punto messe in luce responsabilità ben più alte, ovvero quella di Banca d'Italia e di Consob».

Lo confesso, quando lessi questa coda del Messaggero tripudiai. Rivangai quando irato andavo per i corridoi del palazzetto del Santo Spirito in via Milano e gridavo irridendo al  Clan De Sario: "incolti, leggetevi l'Onida". Chissà quanti copie feci comprare;  sì, lessero ma non capirono.
 
Assolti dunque amministratori e direttori dell'Etruria. Chi non era colpevole perché IL FATTO NON SUSSISTE, CHI invece perché il fatto non costituisce Reato.
 
In relazione a quale fatto? OSTACOLO ALLA VIGILANZA.
 
Potrei esser un grande avvocato difensore ma giustamente non si fidano di me (e poi mi farei pagare salatissimo).
 
Il fatto in soldoni è questo. Arrivano burbanzosi ragazzotti della Vigilanza sulle aziende di credito comandati oggi da una mia vecchia conoscenza, il catanese Barbagallo.
 
Si mettono a scompaginare fascicoli da mod. A e B . Ripercorrono l'iter delle concessioni creditizie. E già subordinati caparbi  dire: questa esposizione IMMOBILIZZATA (ora mi pare che dicano 'incagliata'), è invece  'sofferenza', e diciamo che comporterà tanta perdita.
 
Ma cosa è mai una SOFFERENZA? Cosa significa questo termine medico traslato a un rapporto di impiego?
 
E' una risibile categoria cui si ricorre per dare senso alle inutili ispezioni della Banca d'Italia.
 
Tutto andava bene con la vecchia legge bancaria e la posizione di dominio della Banca d'Italia che per la costituzione materiale l'unica che vige in Itala acquisiva rilevanza costituzionale e il suo Governatore era super partes ma anche praeter legem.
 
Vi mostro qui la chiusa di un rapporto ispettivo. Dunque chi aveva la responsabilità della banca ispezionata temeva che a tutto andar male le perdite insite  tra gli  impieghi anche se un poco acciaccati non potevano superare i 21 miliardi e mezzo di vecchie lire. Vengono giovincelli baldanzosi e cominciano a dire che posizioni NORMALI (N) sono invece SOFFERENZE; figurarsi: quegli impieghi per la banca soltanto Incagliati (I) da passare invece nella terribile S magari perché così qualche malaccorta banca lontana aveva  detto alla Centrale dei Rischi che quella sua marginale concessione era in sofferenza (SOFFERENZE ALLARGATE). Infine il redde rationen. Con le loro palle di vetro gli ispettori non hanno dubbi: le perdite per loro sono oltre 427 miliardi di lire. Il patrimonio si sarebbe frantumato, la banca andava commissariata e a quei tempi messa in liquidazione coatta amministrativa.
 
Ecco (vedi foto)  cosa diventano nel linguaggio burocratico dei rilievi ispettivi che i poveri amministratori e dirigenza compresi i sindaci devono firmare condividere e non fiatare. In quel caso si mandarono le carte in Tribunale. Ma ai giudici del luogo non sembrò vero favorire i satrapi dell'alta finanza cittadina. Tutti assolti.
 
Ed ora con l'Etruria, come fa Barbagallo a difendersi dinanzi ad una sentenza passata in giudicato che stabilisce che le invenzioni dei suoi ispettori non erano ostacoli alla vigilanza ma loro  si erano avventurati in valutazioni che non costituiscono reato: già il fatto non sussiste ha detto mi pare il GUP di Arezzo. Renzi, Boschi &  C. gongolano. E Visco che per quei fatti che non costituiscono reato ha fatto commissariare quella banca. Starò a vedere.
 
Certo questo avevo voglia di pubblicare nella falsa BANKITALIA di Calandrino, Zio Adolfo, Baffetti Marini e credo una ex segretaria della mia ORA EROTICA (v. LA DONNA DEL MOSSAD). Se mi tenevano potevano vendere questa loro censura nei miei confronti ai vertici di Via Nazionale 91 e farsi concedere favori privilegi case a fitto figurativo e soprattutto lucrosi incarichi in una banchetta falsa e bugiarda di cui dirò altra volta.
 
Calogero Taverna  




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