giovedì 23 novembre 2017

Cernigoi contro Messana
La Cernoigo icredette di avere trovato il bandolo della matassa quando viene e sapere che "il nome di Messana risulta nell'elenco dei criminali di guerra denunciati dalla Jugoslavia alla Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra (United Nations War Crimines Commission). Il rapporto di denuncia , redatto in lingua inlese ed inviato dalla commissione statale Jugoslava in data 14/7/44, lo accusa " di tutta una serie di ignominie.
Alla Cernigoi non punge vaghezza di sapere che fine ha fatto quel livoroso rapporto slavo, titino, ovviamente antitaliano.
Bene, per quanto attiene al Messana ecco cosa arriva al SIM di Roma.
A Roma emerge subito la fasullità di un Messana subordinarsi ad un civile e per giunta gerarca fascista quali Grazioli che lui voleva carcerare come ci svela Senise.


"Qualche giorno venne da me il bravo questore di Trieste, Messana, che proprio non aveva l'animo del fascista. Egli nel sentire da me l'interpretazione autentica de telegramma che aveva perfettamente intuito, lasciò esplodere l'intima gioia, all'idea di quegli arresti che auspicava col cuore!
"Quando ritornò a Trieste compilò subito l'elenco, comprendevi tutti i gerarchi, a cominciare dal suo prefetto Tamburini e senza omettere nessuno dei capoccia che deliziavano la provincia.
"Per la delazione di alcuni funzionari infedeli la cosa si seppe in federazione e poi a Roma alla segreteria del partito. Si può immaginare che cosa avvenne, contro il questore e contro di me.
"Il Duce non mi disse niente: me ne parlò Buffarini. Io gli mostrai il mio telegramma e gli feci toccare con mano quanto benevoli fossero i miei sentimenti verso i gerarchi fascisti.
"Sostenni strenuamente Messana e mandai sul posto un energico e assai intelligente ispettore generale , il famoso Cocchia, dopo avergli spiegato bene le cose. L'ispettore ritornò con una relazione dalla quale risultava pienamente la buonafede del questore Messana e si affermava che il segretario federale e il prefetto, che aveva fatto non meno baccano del federale, erano stati tratti in inganno da quei due o tre funzionari infedeli, che si erano macchiati della calunniosa delazione in odio al loro superiore, uomo energico e rigoroso.
"Disposi subito la denuncia di questi funzionari al Consiglio di Disciplina, come meritavano perché si erano messi al servizio della federazione e avevano tradito il segreto di ufficio.
"Quanto al bravo Messana, siccome dopo tutto quello che era avvenuto non era prudente lasciarlo a Trieste, lo trasferii a Bologna, residenza assai amìbita e di suo gradimento, non senza aver prima sottoposto il provvedimento alla preventiva approvazione del capo del governo.
"Malgrado queste complicazioni, i piani O.P. furono varati e approfittando di un allarme aereo notturno, Scuero, d'intesa con me, fece fare al Corpo di Armata di Roma addirittura la prova generale dell'occupazione militare della capitale.
"Nessuno se ne accorse , e fu fortuna per noi: ché, se ne avesse avuto sentore Mussolini o i grandi gerarchi che gli stavano vicino, Dio sa quale fine avremmo fatto Scuero, io e il generale Magliano, suo capo di Gabinetto.

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"3) 'Quanto al terzo addebito, io non so con precisione a che cosa vogliate alludere [Senise controbatte Mussolini, n.d.r.]. ma credo che intendiate riferirvi al questore di Trieste.
" ' precisamente', ,oi imterruppe Mussolini.
"' 'Ebbene - continoai - la questione è molto semplice : il federale di Trieste accusò il questore Messana di avere compilato un elenco di tutti i gerarchi della provincia, a cominciare dal prefetto e dal federale, in previsione di un loro eventuale arresto. Io interrogai il questore e mi disse che la cosa non era vera; feci fare un'inchiesta dall'Ispettore Cocchia e anche lui mi smentì la cosa. Per quale ragione dovevo credere ad un federale e non a due funzionari della Polizia? ' non ho quindi adottato alcun provvedimento contro il questore Messana. Siccome era evidente che egli, data la tensione che si era stabilita tra lui e il prefetto non poteva più rimanere a Trieste, l'ho trasferito a Bologna. Sottoposi questo provvedimento alla preventiva approvazione vostra: e allora quale è il mio torto?".
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Senise non riscosse poi le simpatie del Casarrubea che tentò di farlo apparire un contrabbandiere al servizio di Genovese. Abnormità diffamatoria anche qui. Ma comunque non poté smentire questa versione su Messana. Allora la trascurò del tutto e finse di cedere al Tamburini e a tal Ricciardelli che ha l'aria di essere della cricca fascista che Messana aveva perseguito.

Vengono cucinate delle infamie che fortunatamente non hanno avuto riscontro nell'operato del Ministero.

Incredibile la subordinazione di un questore Messana, "uomo energico e rigoroso" ad un estraneo capo del fascista ALTO COMMISSARIATO PER LA PROVINCIA DI LUBIANA di Grazioli.

E per giunta anche il Grazioli è ben altra pasta rispetto alla diceria dell'accusatore qui anonimo ma che ha l'aria di essere un qualche delatore della polizia italiana ora divenuto partigiano fedelissimo di Tito.

Intanto possiamo affermare che Grazioli agiva in piena autonomia e anzi sovraordinazione rispetto al Messana. Eccone la prova:

Ma a ben guardare l'anonimo accusatore slavo si sofferma sul caso Tomisic cui ebbe a dedicarsi il Messana. Ne abbiamo parato già tanto. Ma ci torneremo.
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Tutte le livorose accuse contro Messana questore di Lubiana, iniziate da Cernigoi, proseguite da Casarrubea e sino al 2014 rimartellate da un disinformato giornalista. cadono appena si fanno ricerche storiche serie ed obiettive. Perché l'Irtalia andò ad occupare la Slovenia? Vi fu un primo periodo di non ignobile occupazione di Lubiana? Perché si scelse Messana a primo questore di Lubiana? Come fu la sua tutela dell'ordine pubblico a Lubiana? Quando come e perché cadde in odio a gerarchi fascisti, alle forze tedesche, alle feroci svolte dell'esercito di Roatta? Scritti seri come quelli di Teodoro Sala, relazioni avevdute come quelle dello Stato Maggiore Italiano e ed altro rendono ampia giustizia al buon nome di Ettore Giuseppe Tancredi Messana. Ne abbiamo scritto a lungo. La Cernigoi non ha saputo fare altro che cercare di metterci il sasso in bocca miacciandoci di denunciarci per stalking ma ritirandosi di buona lena dallo scrivere sul caso che pure lei aveva rinfuocolato. Con Casarrubea vi fu una civile contesa. Malgrado Tutto non ne parla più. Solo l'ANPI alle volte rimembra cose già morte e sepolte.
Ora tal Carollo vorebbe rintuzzarci. Per controbattergli ma anche per ulteriormente rimarcare la linea della nostra ricerca, tutt'altro che di sapore localistico, pubblichiamo qui alcune pagine molto illuminanti di un libro serio pubblivcato dal Mulino-







 

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