venerdì 1 dicembre 2017

Giampiero Cacciato
pittore artista ribelle genio sregolatezza estro furbizia autodidatta.

RACALMUTESE a tutto tondo.

Lo conobbi l'apprezzai ma non sempre mi piacque: aveva loquela inarrestabile. Vanesio, mi accordò una straripante intervista, presente il suo Pigmalione: Lillo Mulè.

Lillo Mulè conserva tre oli, un velario dipinto (alquanto scontato) e una tavola pubblicitaria somma geniale allucinata schietta allusiva blasfema.

E' quella che mi aggancia ad un mondo sconcertato onirico sulfureo alieno alienante zeppo di chiese e di colori bui di sensi maligni di demoni di ripulse di sconcerti di virulenza.

Doveva dipingere per rifondere in qualche modo chi lo accoglieva in una soffitta perché senza dimora scacciato da una famiglia piena di luci e di ombre.

Mi alludeva beffardo che, mentre dipingeva, donne giovani donne lo invocavano dalla piazzetta che ancor oggi è il cuore imbronciato della nostra Racalmuto, mai Regalpetra, mai altro: solo Racalmuto.

Già le donne se lo contendevano; fu sempre di irresistibile avvenenza. Attraeva, era sensualissimo- Lui credeva di conquistare; lo riducevano invece a gigolò. E una donna  infine lo smunse di beni e di dignità. Finì in invereconda miseria pur possedendo in magazzini - così mi diceva - quadri suoi valutati allora miliardi secondo la moneta a quei tempi corrente.

Salve ineffabile Giampiero ovunque tu adesso sogni e schizzi immaginifiche ed astruse visioni pittoriche.

Balordo e sognatore, vorace e verace, callido e signorile. Sempre elegantissimo. Sciupone. Vero albatro che voleva nei cieli del sublime astratto e arrancava negli acquitrini del comune vivere. Calogero Taverna
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I LUOGHI DELL’ ARTE


Nei luoghi natii, dove affondano le sue radici, in uno spazio appropriato all’interno del Castello Chiaramontano, punto di riferimento e di accoglienza dell’Arte in ogni sua forma espressiva, sono accolte le opere che riassumono l’estro creativo di Giampiero Cacciato artista cittadino del Mondo.

Cresciuto in un paese poco incline alla modernità e agli aspetti innovati che ne conseguono, la prorompente vitalità creativa lo spinge verso altri lidi, altre realtà in cui proporsi dedicando tutta la sua vita all’Arte.

E mentre nei primi anni 60^ si avvia ad una brillante carriera artistica, in paese fa “discutere” il grande quadro collocato nella sala d’aspetto del sig. Mulè, rinomato parrucchiere per signora, che fungeva da paratia con accanto il salotto e l’immancabile tavolinetto pieno di riviste di moda.

Il dipinto su legno, ampio e spettacolare, ricopriva la parete da pavimento a soffitto e l’impatto era forte, predominante sull’attenzione di chi entrava.

Incuriosiva e appassionava per le infinite sperimentazioni, le trovate artistiche che invadevano lo spazio del dipinto: materico, corposo, con diverse tramature che costringevano ad una maggiore attenzione.

Non era la solita rappresentazione di un risaputo quanto già visto paesaggio, erano composizioni fantastiche, fantasiose, riconoscibili ad uno sguardo che vuol vedere oltre il già conosciuto. Se ne ricorda ancora la “straordinarietà” e la suggestiva “composizione”.

Pollock, Schifano, Fontana molti i grandi artisti che in quel periodo, come Giampiero Cacciato, esploravano spazi sconosciuti nella smaniosa “ricerca” creativa illuminata da una luce interiore che traspare di forza dalle tele.

Le tramature dei “Neroidi” o i paesaggi fantastici del “Selenismo” sconvolgono per la teatralità di rappresentazione dove primeggia comunque la luce sulle tenebre, la luminosità del colore che oltrepassa il nero cupo sapientemente trasfigurato da sfuggenti colpi di spatola che lo rendono velato, trasparente, scolpito su figure di donna, su citazioni mitologiche o silhouettes filiformi in paesaggi astrali.

Successivamente le opere l’iporealiste” affondano la ricerca su ciò che “è” alla base, che ne costituisce l’ossatura e quindi l’essenza di ciò che sarà - e ancora gli “ideogrammi” e i “monocromi” in cui attua un’essenziale quanto elegante ricerca di semplificazione con l’azzeramento del colore riportandolo allo stato puro, primario tono su tono.  Particolare l’opera dal candore tonale bianco su bianco da cui fuoriesce per magia un quasi visibile (ma riconoscibilissimo) vaso di girasoli in omaggio a Van Gogh che incuriosisce e provoca lo spettatore lasciando spazio all’immaginazione.




Come interessanti sono le opere seriali degli aquiloni su fondo bianco materico, plastico, sconfinato, o le gabbie/finestre sul nero perforato della luminosità del colore che oltrepassa prepotente l’oscurità. 










Tante le sperimentazioni, i percorsi artistici e le sofferenze nel tracciarli, i clamori e i consensi, le delusioni e le amarezze, le fatiche di un Artista caparbio e spigoloso, geniale e innovativo.

Artista sopra le righe si identifica Giampiero Cacciato fra genio e sregolatezza, girovago del mondo senza mete definite nella vita reale come nella pittura per assaporarla e dissiparla nella sua interezza.

nel 1996 una semi paralisi lo rende disabile costringendolo a rinunciare alla creativa e naturale predisposizione per l’Arte.

E’ stato un onore per me nel 2004 aver avuto la possibilità di organizzare in qualità di direttore artistico del Castello Chiaramontano una mostra antologica che segnasse il ritorno al suo paese dopo diversi anni di inattività espositiva.

Sembrava aver riacquistato una nuova carica, una nuova spinta vitale da troppo tempo assopita, era teso ed emozionato ma compiaciuto nel rimettere in moto i meccanismi dinamici di un’attività artistica predominante sulla sua stessa vita.

Dal commento “Meditazioni fantastiche” di Francesco Gallo Mazzeo:

“…immaginario pittorico suggestionato da visioni, sensazioni, provenienti dall’esperienza di tutti i giorni e innalzate da diciture formali poetiche, a riflessioni sulla fisica e matafisica, sulla corporalità, intesa come fondazione del senso comune, sulla spiritualità, intesa come fondazione del senso fantastico, onirico…”.

Nella sala a Lui dedicata sono archiviate ed esposte diverse opere storicizzate assieme alla bibliografia ufficiale, documenti, foto, cataloghi, video ed interviste che riassumono il lungo percorso artistico che consentono di approfondire ed apprezzare l’indubbio spessore artistico - Le sue opere fanno parte di molte collezioni private e custodite in importanti musei e gallerie in tutto il mondo.

Le opere di Giampiero Cacciato si aggiungono alla già consistente collezione di opere donate da artisti che hanno esposto al Castello Chiaramontano.

                                                                        Il Direttore Artistico Piero Baiamonte
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4 commenti:

  1. Pensavo che Cacciato fosse un pittore solamente locale, che non avesse oltrepassato i confini, che la sua arte si fosse fermata a Racalmuto. Invece scopro, piacevolmente, che è stato un artista apprezzato anche all'estero. Un altro vanto racalmutese
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  2. Una descrizione precisa di questo artista che ho avuto il piacere di conoscere
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  3. Un carattere schivo, introverso, spigoloso ma generoso. Tipico di un vero artista. Questo era Giampiero che ricordo con vero piacere.
    Angelo
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  4. Racalmuto, dal suo ventre, ha partorito grandi personaggi, da Pietro D'Asaro a Leonardo Sciascia e altri piccoli e grandi artisti dei nostri tempi. A causa, probabilmente, di cattive gestioni non è stato resa pienamente espressiva e libera la capacità intellettuale e artistica di questi grandi personaggi, di cui dovremmo essere tutti fieri e orgogliosi di appartenere allo stesso loro paese, Racalmuto. Mi auguro che questo Natale riesca a dare luce e colore al nostro amato paese e a tutti quei bambini che vorrei raccontassero un giorno, che anche questo anno è trascorso con l'albero in piazza e le strade illuminate. Mi auguro che anche il Castello Chiaramontano, nella persona, anche, del suo direttore artistico, possa regalare eventi e incontri, in occasione delle prossime festività, alla nostra amata e martoriata Racalmuto

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