domenica 4 dicembre 2022

 E' solo il risultato delle mie ricerche. effimero e transeunte. Esaustivo? Assolutamente no! Limitiamoci al nostro casus belli. Mi riferisco al povero cocu Girolamo II Del Carretto croce e delizia di scrittori alla Sciascia o di fertili ed eccellenti narratori della stazza tua ed ora di Vito Catalano il nipote senior per eccellenza di L. Sciascia.

Da spiegare perché Beatrice Ventimiglia Del Carretto fa scrivere nel cartiglio della tomba del marito che aveva nel 1625 24 anni quando ne aveva cinque di più . Da spiegare sopratutto cosa avvenne con il processo di investitura del figlio di Girolamo, Giovanni V del Carretto. Il padre fa testamento nel 1621 a 24 anni, nomina erede nella contea il figlioletto Giovanni di appena tre anni. Nel 1623 le pratiche di investitura. Investito allora della contea di Racalmuto a decorrere dal 1621. Il processo di investitura ufficialmente sancisce la data del 1621, retroattivamente e quando Girolamo era ancora vivo. L'inghippo va spiegato. Come? Acquisendo il ponderoso carteggio dell'investitura di Giovanni V del Carretto che trovasi nell'Archivio di Stato di Palermo - Protonotaro del Regno- Processo di investiture alle apposte buste.
E chi lo fa? Non c'è più il compianto prof. Giuseppe Nalbone che pagando di tasca sua acquisisce tanti processi di investitura della contea di Racalmuto.
E chi poi decripta copia, studia quella ardua documentazione? Il dott. Calogero Taverna ha 88 anni e finalmente renderà l'anima a Dio.
Occorre un gruppo di studi e ricerche a livello universitario ed interdisciplinare che faccia tutto questo. Una semipubblica fondazione, ed a Racalmuto ce n'è una sola con le occorrenti autorizzazioni, la Fondazione Leonardo Sciascia che vive di sussidi e sovvenzioni dello Stato, della Ragione e del Comune.
Già il Comune. Quel comune che mi sta tartassando con recuperi di balzelli comunali risalentl al 2013, per ora. Quasi dieci anni fa. Applicando visure catastali improprie. Ora per allora e spesso allora per ora. Srrafottendosene del fatto che spesso il catasta andava per i cavoli suoi. Nel mio caso ad esempio hanno invertito core per abitazione, per cui quasi duemila metri quadrati di prato sono diventati villino e il villino prato. C'è voluta la grande capacita di mio fratello ingegnere e del suo ancor più bravo fiscalista di Grotte per costringere finalmente il Catasto a mettere a posto le cose. Vi lascio immaginare nel frattempo il gravame tributario che spetta al comune, che frattanto chiede e poi se il contribuente ha ragione sono prontissimi a rettificare. E se il contribuente non è in grado di far valere le sue ragioni che sono tanto complessi per cui occorre una superprofessionalità? o peggio se il contribuente è morto? Eppure il comune dopo 9 anni manda ad un inesistente domicilio l'avviso di accertamento che ovviamente torna indietro.
Ancora non si sa dove mandare accertamenti retroattivi a chi giace in un qualsiasi cimitero magari non sottoposto alla tardiva soffocante regolamentazione del Comune di Racalmuto. E son passati dieci anni. E le decadenze tributarie quinquennali? Qui siamo alla pelle dello zigrino. Il comune di Racalmuto ha teorizzato che la decorrenza parte dalla data della scadenza dell'obbligo deila dichiarazione. E se questo obbligo non c'era? e se questa presunta inadempienza è stata constata per l'anno prima ? e se era stata contestata? Nessun problema. Si è sbagliato e il comune benevolmente, senza manco chiedere scusa, rettifica.
E se c'era stata contestazione ed il Comune l'aveva acquisita e non aveva ribattuto? Niente da fare: il comune di Racalmuto ha teorizzato, sulla base di non si sa quali argomentazioni, che ii silenzio-assenso in cui costoro sono incappati non esiste. Anzi esiste per Racalmuto il SILENZIO-DISSENSO.
Intanto si recuperano sulla carta carta milioni e milioni di euro che verranno mai recuperati ed il bilancio del Comune va in pareggio se non addirittura va in attivo.
E con questi presunti introiti, il comune può elargire fondi ala Fondazione Sciascia che è pubblica quando si tratta di incassare ma è privata, anzi amministrata dalla Famiglia quando c'è da spendere!
Ora se i soldi miei delle tasse serviranno per opere di cultura ed umanitarie son felice di pagarle.
Ma se devono servire per riesumare una lettera di non so quanti anni fa relativa e ad un vecchio premio Strega in cui Sciascia volle preferire Pasolini a Bevilacqua , beh! Francamente vomito!
E figurarsi: l'opposizione del consiglio comunale non viene neppure informata; dicono: il bilancio della Fondazione è top secret,
Sia chiaro io non ce l'ho con nessuno. Anzi se talune personalità della cultura e taluni componenti della famiglia Sciascia si accollano l'onere della gestione della complicata Fondazione, per me ben vengano, ma non devono conculcare fondazione. Devono aprirsi alla collettività locale che in parte li finanzia. Soprattutto dico essere 'invasivi', spingersi in ardite attività culturali, investire, insomma, creare occasione di lavoro, arricchire la storia del paese con ricerche archivistiche e conseguenti apporti culturali e scientifici nel campo storico.
Se si dovesse escludere l'invasivo Cavallaro perché così vuole Catalano, mi perdonino. io vomito. Per avere citato Catalano mi vogliono querelare, come a suo tempo, Aldo Scimè stava procedendo per le vie legali per chiedere 500 milioni di vecchie lire ,perché avevo detto che mi rompeva l'anima la tresca con la bagascia del Nisseno, cosa ormai morta e sepolta ,beh! me la rido. In fin dei conti sono il dispiacente, quello di CONTRA OMNIA RACALMUTO . Ad 88 son quel che sono residuato.

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