sabato 9 novembre 2013

Panorama racalmutese


Una traiettoria ideale, contorta come me, come le cose del mio paese RACALMUTO, come il passato del mio paese, orbato da ogni orizzonte, senza futuro, commissariato. Il tetto scoverchato del Tetaro segna la tombale sepoltura dei tempi dello zolfo dell'astrattu  del caciummu adoprato per barare alquanto, Là il pennacolo della chiesa Madre in falso barocco quale perenne balbettio  di ascese dello spirito che mai percorremmo in modo alato, salvo la parentesi scrittoria del grande Sciascia; quindi la congiunzione con una torre trecentesca, rotonda, sbalzata non per voglie guerresche, semplicemente per trasmttere messaggi vitali con quelli dell'alto Castelluccio e da qui a Nord con il castello altrettanto eguale nel sito di Mussomeli ed a Sud con la fortezza di Naro all'epoca centro egemone. Gli svolazzi che si mitizzano sono maniache congetture. Ed al mio paese l'abuso della corda pazza è innegabile

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