sabato 13 dicembre 2014

In quel fi Nesce


L’ordine nazista regnò a Varsavia, cioè a Fiammignano. Il Lugini, che nella sua cronaca non è per niente tenero con i partigiani, la sua scelta di campo è filopiemontese, in sostanza un altro "intellettuale" venduto al nemico, afferma: "Sebbene il Quintini fosse rimasto tanto breve tempo a Fiamignano e non vi avesse lasciato alcun presidio, pure fu tale e tanto il terrore che invase i reazionari, che per vario tempo non piú osarono di scorrazzare per i villaggi, ma, raccolti in piccole bande, si dispersero per i boschi e per le campagne" continuando la lotta, anche se nel mese di febbraio dell’anno successivo, poco dopo la caduta di Gaeta, fu preso ed ucciso il capo-massa Ascenso Napoleone: "All‘alba del giorno 21 (di febbraio, n.d.r.), alcune guardie nazionali di Borgocollefegato scovarono in una casupola nei pressi di Civitella di Nesce il famoso capo-massa Ascenso Napoleone. Arrestatolo, in quella stessa mattina lo consegnarono ad un drappello di bersaglieri, i quali a loro volta lo condussero a Fiamignano, dove verso le ore tre pomeridiane del medesimo giorno, venne fucilato nel luogo detto il Campo. Ed in esso subirono la stessa pena, all‘una pomeridiana del 22, Carmine Riccioni di anni 35 dei Colli di Pace, e, a qualche ora innanzi notte del 23, Giuseppe Margutti di anni 21 di Brusciano e Basilio Saporetti di anni 29 di S. Maria del Sambuco. Questi due ultimi erano stati arrestati il giorno stesso tra lo strame di un pagliaio nella villa del Corso, da alcuni soldati di una compagnia di fanteria ch‘era giunta a Fiamignano il giorno antecedente ..." (Lugini, ibidem).

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