sabato 10 gennaio 2015

Io MALGRADO TUTTO e tal Butera.

Vaglielo a dire al Butera di turno, per lo meno ti dà del paltetico e dello sciovinista. Credo che manco sia molto abile nella proprietà di linguaggio. Alla sampason (Simpson) direbbero a Racalmuto. A Grotte non so. Siamo di due mondi diversi. Ottima la microstoria del prof.  Velenti per Grotte, Per Racalmuto dovrà ancora uscire il testo esaustivo del nostro unico e inalienabile "spazio vitale" per rifarmi al Forstoff, che il prof. Butera pare ignori. Per infilzarmi il grottese Terrana poteva avvalersi di uno a dir poco più saggio. Dopo la Colpi di Spillo eccomi ora dileggiato da un Carneade, chi era costui?
Data questa risposta al caro amico mio Salvo, istruisco un po' codesto ignaro Butera. Lo istruisco citando passi veri di Sciascia, quello della REVERSIBILITA' di Il Mare Colore del Vino:
" 'Maestà' disse il ministro Santangelo  .. siamo alle Grotte'. Ferdinando si affacciò allo sportello della carrozza. Case grige [sic] che si ammucchiavano a scivolo  su fianco di una collina, tetti di ortiche e di muschio. E donne vestite di nero affacciate alle porte, e bambini dagli occhi attoniti e affamati, e porci che grufavano nelle immondizie.
Si ritrasse.
'E che mi svegliate a  fare?' - disse al ministro - ecco questo scimunito a svegliarmi con la bella notizia che siamo alle Grotte'. ... 'Nelle Grotte ci stanno i lupi: tiriamo avanti'. E tirarono avanti per altre due miglia: fino a Racalmuto, dove trovarono i balconi parati di seta come per il Corpus Domini, la guardia urbana schierata, una ricca mensa al municipio[...]
Giusto un secolo dopo, alla stazione di Grotte il treno di Mussolini passò velocemente,a filo di una folla che dal marciapiede quasi traboccava tra le ruote: e non furono molti i grottesi che per un momento intravidero la faccia abbronzata e ingrugnata  di Mussolini accanto a quella olivagna e sorridente di Starace.
Da questi due fatti, fino a pochi anni adietro , i racalmutesi traevano irrisione e disprezzo per i grottesi . Da parte loro, i grottesi tenevano un repertorio di mimi che comicamente rappresentavano i difetti dei racalmutesi.[...]
In verità. a due miglia di distanza, i due paesi  erano quanto di più diverso ed opposto si possa immaginare. Grotte aveva una minoranza valdese e una maggioranza socialista, tre o quattro famiglie di origine ebraica, una forte mafia; e brutte strade, brutte case, squallide feste. Racalmuto aveva una festa. splendida e frenetica, che quasi durava una settimana: e i grottesi vi accorrevano in massa; ma era, per il resto, paese senza inquietudini, elettoralisticamente diviso tra due grandi famiglie, con pochi socialisti, molti preti e una mafia divisa."

Mi sa che Sciascia era molto più sciovinista di me. E tale sciovinismo lo mantenne sino al punto di morte (Vedi Fuoco all'Anima), ma diversamente da me lui odiava questo suo angusto "spazio vitale", mentre io no! Forse perché ne sono stato sempre lontano. E allora? Mi dispiace per l'ignaro Butera, è per realismo e per la mia vena dadaista che sostengo l'inconciliabilità tra Grotte e Racalmuto. Sciascia volle davvero Racalmare? Se veramente sì, e se per convinzione e non per irrisione - lui che odiava tanto i premi lettrari - vuol dire che cadde in una delle sue tipiche contraddizioni. Contraddisse e si contraddisse, voleva un tempo scritto sulla sua tomba. La famiglia come per FUOCO NEL MARE se n'è buggerata. Ora varrà il duo Terrana-Butera a cassare lo sciovinismo sciasciano? Buona fortuna!

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