martedì 9 maggio 2017

Carissimo e diletto figlio selettivo Alfredo,
ricevo e rispondo all'istante. I tuoi travagliati traslochi mi angosciano ma diciamo che tutto è bene ciò che finisce bene.
Io sono ancora in debito con te: mi devi mandare le tue misure perché ti devo inviare l'abbigliamento della libertà- Camicia rossa e cravatta gialla, (anche il cravattino). Un bel tascu di Spalanca (lo sai che ha fatto tanta fortuna a ridosso di lu Ponti di lu Carminu?) Devo pensare ai pantaloni, alle scarpe ai calzini e a questo punto al giubbotto (ma non antiproiettile).
Hanno proiettato il tuo film a Racalmuto. Hanno così salvato l'anima per la incuria della Fondazione Sciascia. Erano partiti con tanta ipocrisia specie quelli di malgrado tutto che come sai è res sacra di tanu.
Non ho più letto gli osanna.
Credo che sia successo quello che temevo. La diffusione di una falsa immagine di te non ti giova a Racalmuto.
Così mi collego con una tua altra infelice frase: "la galera che ho scontato è il prezzo giusto per le mie colpe".
Ti va di gridare ancora: sono reo confesso.
Vi è al momento in TV una trasmissione impegnata: Sono innocente.
Tu niente, devi dire: Sono colpevole. E ti credono ovviamente sulla parola.
Mi limito al tuo primo ergastolo: Io credo io penso io direi so che le cose non sono andate come tu poi hai 'ammesso' confessato e riconosciuto.
Ma a tutto concederti: se ti hanno creduto ti dovevano credere su tutta la linea. Ma codesti professionisti sciasciani dell'antimafia dovevano confezionare una sentenza esemplare, educativa, ammonitrice. E quindi la tua ancor giovane età, i tuoi condizionamenti ambientali e familiari (che invero gridi non esserci stati) la assoluta mancanza della premeditazione; l'ovvia mancanza di preminenza nella onorata società specie se divenuta orda di stiddrara (gelesi quindi non racalmutesi) incarognitasi contro la tradizionale orda dei culi chiatti (nella esoteriaca nomenclatura savatteriana) ed altre ed altre 'attenuanti' più che sovrabbondanti sulle (inesistenti) aggravanti dovevano esserti riconosciuti. Bastava un avvocaticchio difensore di mezza tacca. E invece ergastolo (che ovvio poi per simpatia ingenera gli altri due ove la fattispecie penale porterebbe a ben più miti condanne). ergastolo 'di stampo mafioso', 41bis in eterno. fine pena MAI. Aberrazioni giurudiche che un banale avvcato oggi andrebbe de plano per farle censurare dalla SUPREMA CORTE. Ma tu da questo orecchio non ci senti. Ti piace tanto grfdare: mi pento, mi pento con tutto il cuore. SONO COLPEVOLE. Solo che questa tua confessione penitenziale la fai ad orecchie sorde e cupe.
Ma ben dici quando scrivi: " io sono qui dentro e tu no, perciò la mia visione del tutto è diversa della mia visione del tutto e non solo. Da libero puoi permetterti di criticare lo status quo sia dello Stato, sia della Giustizia, sia di quella Antimafia di cui parlava Sciascia. Io non posso farlo, appunto perché sono tra le grinfie di questi poteri. Ho un'altra visione delle cose e mi muovo di conseguenza."
E chi ti può dare torto?
Siccome dici: "non farmi mancare tue notizie" ti sto rispondendo, ma come vedi ti ho subito disubbidito: "Se pensi che quello che scrivi possa farmi del male allora non scriverlo, scrivi un'altra cosa".
Ed invece ecco qui a scrivere: Alfredo Sole è innocente di quello per cui lo tenete morto-vivo in cella vita natural durante. Ravvedetevi. Giustizia delle mie scatole fai 'autotutela'; resipiscenza operosa.
Ti abbraccio.
Calogero Taverna

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