Stefano Losurdo senza entrare nel merito delle responsabilità singole, è chiaro che esiste un problema di relazioni collaborative tra le due istituzioni ed una carenza normativa nella regolazione dei rapporti. il tutto con alla base una oscurata trasparenza verso i mercati e verso gli azionisti
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Lillo Taverna La Consob non ha alcuna ragion d'essere. Trattasi di superfetazione a suo tempo creata per evirare politivcamente la Banca d'Italia, nel senso di sottrarle la vigilanza creditizia e passarla ad un organismo pieghevole al potere politico del momento. Problema che già era cruciale ai miei tempi allorchè una Consob affidata a presidenti ultra politicanti anche se si chiamanvano Spaventa avrebbe dovuto poi operare con frattaglie emigrate da Via Nazionale che hanno fatto missrevole fine. Ricordo già allora codesta Consob pretendere dalla Banca d'Italia le nostre acuminate iispezioni bancarie al solo sciopo di derattizzarle. Ricordo la riluttanza del Grottino di Santo Spirito. A proposito della fusione medinante incorporazione della Mediterranea nella Banca apparentemente di Geronzi come male si ebbe a districare codesta Consob cui nviai una incandescente lagnanza per le devianxe anche ispettive del Barbagallo quando come disse ieri era ispettore di campagna. Ma Barbagallo Carmelo sergente di fetto tutto di un pezzo senza sensibilità politiche acquiescenti ha ieri polverizzato le malignità di quel giudice da rimandare sotto processo e le pettegole insinuazioni della estranea Consob. Non capisco che cosa c'entri la Banca d'Italia nelle 'occultate trasparenze verso mercati e azionisti'. Questa è roba da magistrati e appunto da Consob. La BI deve ormai operare nell'alveo delle difese monetarie della BCE, e limitarsi in Italia a seguire prudenzialmente le rispondenze patrimoniali degli enti intermediari del credito, non in difesa di privati speculatori o investitori (depositanti o obbligazionisti o azionisti) ma nell'orbita giuspubblicistica volta ad evitare turbative valutarie e creitizie a raggio mitteleuropeo. Abolita la vecchia legge bancaria, ne occore ora una nuova in cui ben si riaffiguri la funzione sovranazionale e pubblica della Banca d'Italia, a prescindere dalle beghe miserrime di uno squinternato Renzi. Calogero Taverna