martedì 13 gennaio 2015

Inciuciamoci e becchiamo 700.000 euro in più

Perché ho tirato fuori l'albatro bodeleriano (in italico eloquio)? Albatro per non dire più semplicemente GABBIANO. Ora i gabbiani stanno persino davanti a casa mia qui a Roma, lontano una trentina di chilometri dal mare. Vederli volteggiare nel cupo cielo di questo ennesimo colle della Roma portuense, è grande goduria dello spirito,  ispira.
 
Francamente non è per questo che la sto buttando in letteratura francese. L'albatro di Baudelaire è insomma una parodia che mi sono vista affibbiare agli albori del mio praticare bacheche e blog e simili diavolerie. Mi venne affibbiato codesto "insulto" da un anonimo di Regalpetra Libera. In termini alati il callido mio obiettore mi stava dicendo che io volerei alto e poetico nei cieli della lotta politica amministrativa, sociale e regalpetrese, ma solo perché avrei ampie ali (da intellettuale). Di converso non avrei piedi e gambe per camminare sulla terra, nel concreto. Erano tempi in cui Racalmutese fiero mi dava del desueto e dell'antiquato nel mio dire. 
 
Ora mi sta capitando di peggio. Malgrado Tutto mi riduce a un combattente di cartone sol perché rido della sua proposta di tentare l'inciucio tra Grotte e Racalmuto. Credo di poter ridere a ragion veduta, pensando di saperne alquanto dI bilanci comunali, di spalmatura di debiti, di datità e di desuetudini di vecchie leggi comunali, anche se risalgono al 2000.
 
Non avevo fatto in tempo a strigliare un albatro in toga di origine grottese e mi accorgo che  sempre in Malgrado Tutto, con somma gioia di Egidio Terrana, ci si mettono anche quelli di 5 stelle d'oltre Confina a complottare in modo da subire  pur nolente racalmutese l'inciucio grottese ope legis.
 
Pare che se ci inciuciamo becchiamo 700.000 euro in più. Ma quei fondi ci stanno nella "finanziaria"? Non è roba morta e sepolta? 
 
Oddio! se i grottesi, noti sparagnini indefessi, ci stanno ad addossarsi anche i nostri milionari debiti spalmati e da spalmare in non so quanti anni, viva l'inciucio. 
Tutto questo per chiedere e chiedermi, ma sono davvero io l'albatro tutto ali e niente gambe?L'albatros
 
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Baudelaire, Charles - L'albatros

Breve commento della lirica L'albatros, tratta da I fiori del male, opera fondamentale del poeta francese

E la seconda della prima sezione della raccolta “I FIORI DEL MALE” quella che reca come titolo “ NOIA E IDEALE”. L’autore istituisce un paragone tra la condizione di vita dell’albatro, un uccello marino e quella del poeta. I temi di questa lirica sono essenzialmente due: l’albatro è come il poeta, libero e capace da sollevarsi da terra e volare in alto; i marinai che stuzzicano l’alabatro sono come la gente comune che deride il poeta. E una lirica a quartine con versi a rime alternate. La lirica è composta in due parti: la prima con carattere narrativo-descrittivo, presenta l’albatro catturato dai marinai incapace di ribellarsi; la seconda contiene il messaggio che l’autore vuole comunicare al lettore, cioè il paragone tra poeta e albatro.

Il poeta come l’uccello è capace di volare con la mente e la fantasia e di sovrastare gli altri uomini, ma è un essere solitario e indifeso quando sta nel suo ambiente. Quelle qualità rendono il poeta goffo nella banalità dell’esistenza borghese. Nella società borghese, il poeta viene deriso per la sua grandezza. Il tema è il contrasto tra il poeta e la società,. La società nei confronti del poeta si comporta come i marinai verso l’albatro: hanno catturato l’uccello marino, il re dei cieli, il viaggiatore alato, solo per divertirsi a stuzzicarlo e prenderlo in giro. Il poeta, per cui è prigioniero della società dove lui si sente estraneo e esiliato, costretto a vivere in un mondo che non gli appartiene, visto che il volo con la fantasia gli viene impedito non gli rimane che zoppicare diventando ridicolo.

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