giovedì 22 ottobre 2015

ALSO SPRACH ZARATHUSTRA




Taluno ancora associa Hitler col Superuomo  

Ma che ci dice Zaratustra?



" Un giorno. quando si guardava sul lontano mare, si diceva Dio; ma ora vi insegno a dire: Superuomo.

  • Dio è un'ipotesi, ma io voglio che la vostra ipotesi non vada più in là della vostra volontà creatrice.

  • Potresti voi creare un Dio? Tacete allora, e non parlate più degli dei! Al contrario, potreste molto bene creare il Superuomo.

  • Dio è un'ipotesi: ma io voglio che la vostra ipotesi sia contenuta nei limiti della pensabilità.
    E ciò che voi chiamavate il mondo, deve essere prima creato da voi: diventare la vostra ragione, la vostra immagine, la vostra volontà, il vostro amore stesso! E tutto ciò per la vostra stessa beatitudine. o voi che avete imparato a conoscere!

  • Perché, come vorreste sopportare la vita senza questa speranza, o voi che conoscete? Né l'Incomprensibile, né l'Irragionevole debbono essere innati: se vi fossero degli dei, come potrei io sopportare di non essere un dio? Dunque non vi sono dei.

  • Dio è un'ipotesi: ma chi potrebbe bere tutti i tormenti che dà quest'ipotesi senza morire?

  • Dio è un pensiero che rende storto tutto ciò che è diritto e fa girare tutto ciò che sta in piedi. E che? il tempo sarebbe dunque soppresso. e menzogna sarebbe ogni cosa passeggera?

  • Creare, ecco la grande liberazione dal soffrire, l’alleggerimento della vita.

  • Ma perché il creatore esista, sono necessarie molte sofferenze e molte metamorfosi.

  • Sì, nella nostra vita ci deve essere molto amaro morire, o creatori!

  • Siate dunque patrocinatori e giustificatori di tutto ciò che è passeggero.

  • Tutto ciò che sente, soffre in me ed è come chiuso in carcere: ma alla fine il mio volere viene sempre a me come il mio liberatore  e apportatore di gioia.

  • Anche nel conoscere sento soltanto la gioia del mio divenire e del mio volere; e se nel mio conoscere c’è dell’innocenza, è soltanto perché in esso c’è la volonta’ del generare.

  • Questa volontà mi ha lusingato a star lontano da Dio e dagli dei: come si potrebbe operare e creare se ci fossero gli dei?

  • Ahimè, o uomini, un’immagine dorme per me nella pietra, l’immagine delle mie immagini! Ahimè,  ch’essa debba dormire proprio nella pietra più brutta, nella pietra più dura!

  • Ora il mio martello batte furiosamente contro le pareti della sua prigione. Schegge volano via dalla pietra: che me ne importa?

  • Voglio finire l’opera: perché un’ombra è venuta a me, la più silenziosa e leggera di tutte le cose è venuta a me!

  • La bellezza del Superuomo è venuta a me come un’ombra. Oh, miei fratelli! Che me ne importa ancora degli dei!

Così parlò Zaratustra”


E sì, ALSO SPRACH ZARATHUSTRA, ma non a me, ormai all’occaso della via, per gran parte passata un tempo credendo, con l’assillo che il dio dei cieli tutto possa vedere e tutto condannare, persino i primi spasimi d’amore. Non a voi uomini della diletta e opaca Racalmuto, il cui massimo terrore è che possa dissolversi il tirso delle ELLE ESSE U.
Rivolgo lo scritto al mio amico Alfredo Sole, a questo grecofilo, divenuto da fabbro filosofo, da sicofono a forbito dicitor di parole scritte, nel diurno buio di una cella per una “fine pena mai”.

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