venerdì 23 ottobre 2015

venerdì 23 ottobre 2015



UN RISPARMIO ESPRESSO IN LAVORO:

Quanto fa economicamente risparmiare allo stato italiano la presenza della Chiesa Cattolica? Circa 11 miliardi di euro all’anno
pubblicata da Papa Benedetto XVI il giorno Martedì 12 marzo 2013 alle ore 10.32 ·
Quanto fa economicamente risparmiare allo stato italiano la presenza della Chiesa cattolica? Circa 11 miliardi di euro all’anno secondo una recente indagine... di Giuseppe Rusconi, pubblicata nel suo recente libro “L’impegno – Come la Chiesa italiana accompagna la società nella vita di ogni giorno“.
Ma dalle voci sono esclusi tutti gli avvenimenti cattolici che annualmente caratterizzano l’intero corso dell’anno. Una di queste è certamente l’imminente Conclave e elezione del nuovo Pontefice, appuntamento fondamentale per il miliardo di cattolici e per tutti gli uomini di buona volontà.
L’evento è attesissimo anche dalle casse del Comune di Roma. Il sito“Lastminute.com” ha rivelato ad esempio che nelle ultime settimane c’e’ stato un notevole aumentodelle prenotazioni per gli hotel e i voli su Roma, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, soprattutto da parte di tedeschi, francesi e italiani. In particolare, le cifre sono straordinarie per quanto riguarda le prenotazioni alberghiere con l’80% di crescita nelle prenotazioni da parte dei tedeschi che accorreranno per salutare il “loro” Papa; e si registra anche un aumento del 36% da parte dei francesi; che non è altrettanto facilmente spiegabile. Ma crescono del 10% le prenotazioni di turisti e pellegrini italiani che, in molti casi, opteranno per un viaggio in giornata.
«E’ davvero interessante notare come il pubblico sia attratto e voglia presenziare ad avvenimenti storici», ha dichiarato Francesca Benati, amministratore delegato di Lastminute.com per l’Italia e la Spagna, «dopo l’annuncio delle dimissioni del Papa, nell’arco di una settimana sono aumentate in modo significativo le prenotazioni su Roma da parte di tanti cittadini europei. Si tratta di un avvenimento unico ed è naturale che la gente voglia essere presente per potersi sentire parte della storia».
Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma, ha a sua volta spiegato: «Registriamo già molte richieste di informazioni da parte di persone che chiedono prezzi e disponibilità, mediamente avremo subito un primo incremento di turisti del 10%. Certo, la rinuncia di Benedetto XVI arriva in un momento poco florido in tutta Europa, dal punto di vista economico, ma questo può costituire ancora di più un ‘collante’ per i fedeli e per la Chiesa. Poi arriveranno molti giornalisti, media da tutto il mondo, e anch’essi soggiorneranno nelle strutture alberghiere». Il flusso di turisti proseguirà anche nei mesi successivi alla nomina del nuovo pontefice, «e dipenderà anche dalla nazionalità del nuovo Papa: avvenne già così per le elezioni di Wojtyla e Ratzinger».
Anche il quotidiano Repubblicaconferma: Le dimissioni del Papa? Una “mano santa” per il turismo romano. Al di là del dispiacere per la sofferta scelta di Benedetto XVI, negli hotel, nei b&b e nelle case vacanza gestite dai religiosi, il telefono trilla in continuazione.Visualizza altro


Calogero Taverna Al tempo in cui ero superispettore di Reviglio, un ministro delle finanze bravo, un piemontese bravo nonostante fosse piemontese, non sapevamo come fronteggiare l'evasione fiscale dell'IOR che aveva trasformato i conventi femminili in sportelli bancari abusivi ove si poteva depositare guadagnando più delle banche italiane e risparmiando anche tasse, imposte e bolli. Qualcuno vestito di rosso ha poi inventato i circuiti paralleli contra legem per sistemare capitali sporchi. Non olent. Lasciamo stare questo terreno. E' sdrucciolevole. Accordiamo alla santa chiesa cattolica apostolica ROMANA i meriti dello spirito (scordando i demeriti) e quanto ad altro lasciamo correre. Altrimenti, sai che autogol!

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Vittorio Arfinengo Prendo atto della tua visione, del tuo pensiero, dal tuo commento.... sembra che tu abbia lavorato per il SIV e ti senti :"IL SEGRETO E' ESSERE IL SEGRETO!"........Lo IOR e' una Banca, nulla a che vedersi con il fatturato che da Lo Stato Vaticano a livello internazionale, pardon sei uscito dal tema principale che e' la forte mancanza di lavoro e di fatturato in Italia ed in Europa. E' colpevole chi non si sente colpevole, le istituzioni bancarie non sono perfette perche' l'essere umano non e' perfetto, chi ricerca la perfezione non otterra' mai nessun cambiamento. Gli agnostici oltrepassano il buon senso della riflessione sui loro pensieri. Buona giornata!



Calogero Taverna Sai bene che nei tuoi confronti ho una stima sconfinata e che il linguaggio mi ammalia. Mi pare di avere a che fare con uno Zaratustra cattolico. Una vera goduria dell'intelletto. Quanto ai tuoi concetti, io navigo in pelaghi stellarmente lontani. Certo che in un qualche modo hai ragione: servivo il sistema bancario quando vigeva il "segreto bancario": manco la finanza poteva entrare nelle banche. Poi qualcosa cambiò .. e ne approfitto lo IOR che mi pare significhi ISTITUTO OPERE DI RELIGIONE: Ammappeli che "opere di religione". Marcinkus con cui lottai quando ispezionai la Banca Privata Finanziaria di Milano era pur sempre un arcivescovo. L'attuale presidente penso che sia un cardinale. E non si esclude che lo facciano persino papa. Io mi ci diverto magari come membro del SIV. Quanto a mantenere segreti, ti invierò l'ultimo trimestre di Lotta Continua del 1979. Non avendo là mantenuto i segreti, ho corso il rischio di finire in galera per violazione dei segreti di Stato (rectius di Stati). Così con il libro della Feltrinelli I Soldi Truccati (uscito il 1° gennaio 1980 e sparito il 3). Tutto questo per la precisione, faceva dire una volta Fazio - non quello cattolico - ma quello televisivo.

Avevo scritto una lunga tiritera ed è sparita. Non mi va di ripeterla.

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Calogero Taverna Quanti conventi femminili con cappella ci sono a Roma? Io sto tra due di questi conventi. Hanno ampi spiazzali. Sono pieni di pullman gran turismo. Pagano tutti quei gravami tributari che stanno asfissiando  gli alberghi di uso comune?

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Calogero Taverna E mi risulta che una stanza per una notte se la fanno pagare quanto una stanza di un albergo di lusso. Questo è vero: non vi bazzicano donnine piumate! Il de sexto e il de nono sono rispettati. Per questo nessuno andrà all'inferno. Non così negli alberghi di uso comune.

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Vittorio Arfinengo Pardon "IL SEGRETO E' ESSERE IL SEGRETO" ha significato che il segreto non puo' parlare e' l'intoccabile essenza per il bene della democrazia, un male per coloro che non possono capire il significato di segreto irripetibile per ogni differente occasione, le presidenze sono il momento tra i momenti per diffondere confusione, in democrazia occidentale quasi si e' persa la segretezza per troppa cospirazione di esseri umani che cospirano se stessi. Io ho un'educazione salesiana, del quale ne vado fiero, a testa alta, ORDINE, PROGRESSO, DISCIPLINA, istituzioni che fanno respirare la mente per crescere tra pensieri pensanti indipendenti, IO, TU, NOI, LORO fanno poi la differenza tra la confusione. Luoghi per turismo religioso culturale, e' un opera di ospitalita' progressiva, tra monasteri e certose che danno tempo a riflettere per frequentarsi e riconoscersi. Non conosco lusso piu' bello di potersi immergere tra le verita' di un passato che ha costruito la nostra educazione. Un abbraccio e buona serata.



Vittorio Arfinengo Pardon = Grazie per il complimento per come scrivo e per le mie riflessioni di filosofia-moderna-riformista-!



Calogero Taverna Ho riletto varie volte questo tuo commento, io che non rileggo manco le mie cose. Ho cercato di capire. Confesso: non ho capito. Vado così dritto per la mia (perversa) strada. La mia strada è che "la verità è sempre rivoluzionaria". Il segreto fu quello perverso di stato al tempo di Segni. Non capisco manco molto il segreto confessionale. Ho parlato una volta di una ragazzina del mio paese che svelò il "segreto confessionale" ai suoi genitori. Apriti cielo. Il prete o meglio il confessore si beccò tante di quelle bastonate che ancora zoppica. ma non voglio scadere troppo nel banale.

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Vittorio Arfinengo Nella II guerra mondiale la confessione era l'informazione per l'altrui, per difendere i valori della liberta', per non far spostare a loro rischio e pericolo colonne partigiane, per dare informazioni molto segrete. Nell'essere il Vaticano a collaborato molto per il bene della liberta' dell'Italia. Nel tempo ed oggi la confessione ha preso una diversa posizione, dipende sempre chi incontri come confessore. E' colpevole chi non si sente colpevole.



Vittorio Arfinengo Direi che vorrei farti percepire che la vera democrazia nei secoli dei secoli e' rappresentata dallo Stato Vaticano con la logica di errori ripetuti dall'essere umano che non e' perfetto.



Calogero Taverna Colgo una dato autobiografico che mi fa capire anche tanti atteggiamenti: salesiano. Lo dico e l'affermo: tu sei angelico ed il mio rispetto nei tuoi confronti è assoluto. Ma si vede che certi "segreti" salesiani mai te li hanno detti. Non li conosci. Ed io invece, sì. Cosa è mai la finanza salesiana? Non è salesiano Bertone? Non si sono arrabbiati (volevo dire una volgarità) gesuiti, francescani, domenicani ecc. per questioni delle proprie concorrenti "finanze" mondiali o come oggi si dice "globali". Non è scaturito da questa guerra tra "finanze" monacali o "religiose" la dipartita a Castelgandolfo di un certo papa tedesco ma molto simile ad un certo papa Celestino delle montagne attorno a Roma. Perché dico tutto questo? Un po' per celia un po’ per non morire. In sostanza anche qui Marx ha ragione e il Cristo è morto qualche millennio fa per spiegarci le logiche del capitalismo, monosostanziale, chiunque lo possegga.

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Vittorio Arfinengo Arriveremo al Social-Capitalismo che sviluppera' l'evoluzione delle riforme, la progressione dei tagli di uomini troppo imperfetti per aggregarsi alla ricerca della riforma ben lontana dalla perfezione, ma ben vicina alla perfezione della riflessione singolare, impossibile da distribuire nel social-collettivo spaventerebbe chi e' l'errore continuo nel passato, rivaluterebbe l'ezzenza ormai saputa e risaputa dell'ignoranza dell'essere umano visto nella sua pluralita' tra il plurale della confusione, i confusi!



Calogero Taverna Io mi sento colpevole e sono fiero di essere colpevole. Se dobbiamo affrontare la tematica della propaganda militare della seconda guerra mondiale, affrontiamola. Non è un campo in cui mi sento molto ferrato, ma ad esempio certe mie ricerche sullo sbarco degli americani a Gela o Licata mi hanno fatto rabbrividire. Siccome è ormai cosa morta e sepolta io la lascio stare. Pensa un po' Sturzo, Vizzini (aveva un fratello vescovo) mafia e menzogna militare americana che ancora ci negano la verità perché il suo deve essere un SEGRETO usque ad consumationem saeculorm, fanno una bella paccottiglia. Più in alto, un certo papa Pacelli aveva più interesse a salvaguardare l'enorme monte titoli del vaticano che far bene all'Italia o servire alla lotta contro il Nazismo. Gli bastava attaccare ferocemente il Comunismo o meglio il sovietismo. Era come si diceva visceralmente anticomunista; con il nazismo nicchiava. Vi fu nei primi anni Sessanta una commedia che con successo si recitò a Modena dove stavo: Si intitolava: non possumus. Lo Stato democristiano di allora riuscì a bloccarla. C’erano Segreti di Stato da mantenere.

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Calogero Taverna Ma noi ci manteniamo nel nostro alterco spirituale. Abbiamo di che contrastare. Ma sono comunque cose nobilissime. Io non voglio assolutamente convertire te, e tu credo manco me. Solo amiamo dibattere su valori sublimi

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Vittorio Arfinengo Interscambio-culturale e' l'ABC per essere la riforma del momento.



Calogero Taverna Mi dovrai scusare. Ma mi sono fatto esplodere dentro tutte le isterie senili e la mia dattilografia è impazzita. Addio ortografia, addio altro. Spero comunque che il succo del discorso l'abbia potuto cogliere. Si dà il caso che anche me - pur non cattolico, pur a-confessiobale, pur vetero marxista tutt'altro che pentito -cadrebbe il mondo addosso se tutto questo tsunami papale si dovesse ridurre ad una resa dei conti tra finanza salesiana e finanza concorrente delle altre congregazioni; tra il salesiano Bertone e gli altri. E tanti come te, come voi, uomini di grande fede, che avete spesso bruciata una vita, un amore, una famiglia pur di servire il Cristo Redentore ed il suo corpo mistico veniate considerati paccottiglia senza valore. Come avrebbe allora ragione Marx. Io voglio cambattervi sul piano delle idee, della spiritualità; che nemici del pensiero sareste se annientati dalle ragioni dell'IOR?

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 [E qui l’interlocutore santona]

Vittorio Arfinengo Sei la cospirazione di te stesso......Il pensiero non si puo' annientare e' il Salvatore riformista!


[ovvio che non sa che non son tipo da sottostare e cambio musica]


Calogero Taverna Se ti riferisci a me , non ci ho capito niente. Avrei voglia di citare un detto greco -- ma è meglio tacere.

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Vittorio Arfinengo Chi crea cospirazioni e' la cospirazione di se stesso. Un buon tacere non fu mai scritto.....Da un interscambio culturale, passi ad una critica che e' opinionabile, ma ti risenti e trasgredisci le regole con la permalosita'........diventi idealista intraprendendo la strada dell'egocentricita' dell'idea......Cita tutto cio' che desideri, grazie. Per quanto riguarda gli errori di battuta, capita nelle migliori famiglie.



Calogero Taverna COSPIRAZIONE: Unione di più persone che si accordano segretamente per intervenire più o meno radicalmente e violentemente in una situazione politica (Devoto-Oli). L e parole vanno usate per quello che dicono i vocabolari e non per cercare di obnubilare denunce circostanziate. Contra factum non valet argumentum.



Calogero Taverna Quanto alle guerre o "cospirazioni" con me stesso, purtroppo debbo deluderti. Sono stato un ispettore "principe" della Banca d'Italia e quindi "distaccato" alle "finanze per stanare le grandi evasioni e i grandi corrotti e corruttori specie con c.d. operazioni estero contro estero. Necessariamente sono venuto a conoscenza dei crimini finanziari di mezzo mondo, anche di quelli commessi oltre tevere. Nessun grande uomo è grande per la sua cameriera ed io sono stato un "maggiordomo" anche di uomini tutti in "rosso". Se ne vuoi la prova, naviga nel mio blog CONTRA OMNIA RACALMUTO. Racalmuto è un piccolo paese ma è uno scisto del mondo come talora scrivo con un qualche vezzo "calligrafico". A DI TERRA PROFUMO qualche volta spiegherò come la mia "calligrafia" mi ha fatto fare (in un primo tempo) folgorante carriera in Banca d'Italia che è chiesa più chiesa in Italia del tuo mondo "salesiano". Stai attento che una cosa non voglio: offenderti in qualche modo. Ho profondo affetto per te. Credo di capirti intus et in cute.



Calogero Taverna Comunque io sono stato pagato - e discretamente - non per tacere, ma per "rapportare". E l'ho fatto senza infamia ed ignominia mandando magari in fumo la ricchezza bancaria AMBROSIANA. Esagero? Può darsi. Ma tanti possono testimoniare che non esagero.



Calogero Taverna Certo non è estetico che nella tua bacheca (si chiama così?) si irrida alla "finanza salesiana" ma tu te la sei cavata brillantemente squalificandomi come "cospiratore" (se per cospirazione s'intende: lotta subdola per la conquista di una scomoda verità, mi sta bene, anzi benissimo). Nella mia vecchia "chiesa" comunista mi chiamavano (e si chiamavano) "provocatore". Sapessi le ironie con un commissario del popolo che voleva zittirmi sulla mia denuncia di un conto presso una banca di Sindona intestato a SI.CO che in gergo voleva dire SINDONA-COMUNISTI. Allora te lo voglio dire qui il brocardo greco: Giove rende folli quelli che vuol perdere. Comunque auguriamoci che bertone faccia fare un papa a lui comodo. Ma il primo tentativo mi pare sia andato in fumo "nero". Mi sa che lo Spirito Santo per il momento sia ancora titubante.


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Attendevo risposta ma ancora nulla. L’attendevo per spiattellargli un mio racconto che risale al 1978 e che ho immesso nel mio romanzo LA DONNA DEL MOSSAD – APOLOGO SUL CASO SINDONA.

Recitava:

Aurelio non fu scrittore ma cercò di esserlo. Or non è molto, è uscito un libretto di un giovane narratore che riesuma quella vicenda, senza, però, la suggestiva venuta di Sindona. S’intitola: «Il silenzio dei congiurati». Ho dovuto prefazionarlo. Non so se mi è piaciuto o no. Ho scritto: «queste sono le cose che ho notato e che mi sono molto piaciute in quella che è la progettazione del romanzo.»  Poiché voler narrare non significa saper narrare, retoricamente mi sono domandato se il giovane fosse riuscito nell’intento. Non sapendo che rispondere, me la son cavata da gesuita smaliziato: «”amicu miu ora ti cuntu un fatto”». Il fatto è stato narrato. Come? Ho parlato del mio leggere ad alta voce i “cunti mia e chiddi di l’antri”.

Sfogliando, tra sbadigli reiterati, in crescendo, giungo a pagina 67: i caratteri si rimpiccioliscono; c’è da faticare ancor di più. Ora Aurelio ha voglia di cuntari lu cuntu: ci mette della fantasia, vediamo un po’. Non comincia con il classico e racalmutese «s’arraccunta e s’arrapprisenta». No, vuol fare persino lo sceneggiatore: «Interno di un palazzo umbertino in Roma» Oh! La presunzione dei dilettanti. Smette però subito: comincia ad essere accattivante.

«vi si aggira una signora di vetusta avvenenza, amante ormai dismessa del banchiere. Egli è lì, tra fascicoli e bilanci, ieratico e dai toni ironici ma nel fondo dello sguardo mediterraneamente malinconico. Trilla il telefono: è Londra. Dagli Hambro viene l’assenso al prestito per l’acquisto della grande Immobiliare romana, messa in vendita dall’IOR per timore della cedolare.

V’è, dopo, un moto liberatorio ed il banchiere si concede un attimo di umana effusione.

Spaccato della vita economica e politica romana.

La corsa in via Nazionale per l’incontro nella sala del San Sebastianino con il governatore della banca centrale. Penombra schizofrenica attorno al grand-commis della finanza nazionale che ascolta la versione del banchiere sull’operazione dell’Immobiliare con barbagli di raggelante distacco.

Poi d’imperio: “L’estero acquisti dal Vaticano ma con holding controllate dall’Italia: non voglio stranieri in Roma … in mezzo all’edilizia della capitale.”

“Ho due banche agenti in Milano che son pure abilitate alle operazioni con l’estero; potranno svolgere il ruolo da lei indicato nel flusso dei capitali valutari.”

Ciò è demandato alla fantasia dell’imprenditore privato … Il nostro indirizzo verte su obiettivi globali e nazionali.”

Sillaba a mo’ di maestoso imporre, il governatore; annuisce senza umiliazione il banchiere.

L’incontro con il primo ministro – che, gobbo, sarcastico, è partecipe palese della soddisfazione del banchiere – ha toni distesi, amichevoli come un socio d’affari, sia pure occulto. Dallo studio del ministro, la chiamata telefonica oltre Tevere. All’IOR quel grosso prete americano ascolta, rintuzza … quasi tentenna. Ci si vede alla villa dei Castelli. Il banchiere si rivolge alla bionda amica per agganciare la valletta televisiva, la minorenne quasi impubere all’acqua e sapone. Del resto è una stipendiata delle sue banche proprio per curare le relazioni sociali. Tutti alla villa per accogliere il grosso prete americano.

All’aeroporto arriva, giovanile ma composto, il delfino dell’ebraica famiglia di banchieri inglesi.

Nell’occiduo chiarore collinare, tra ulivi e merli dal mellifluo richiamo, il concitato dialogare tra il prete gigante, il gelido inglese ed il banchiere del sud. Medie delle quotazioni del titolo, “goodwill” dell’azienda, redditualità, prezzi, pacchetti azionari di controllo, la holding Idera, Trinico, Liechtenstein o Nassau: il folklore dell’alta finanza, insomma e la difficoltà a concludere. Si arriva a tarda sera, infruttuosamente. Il rito della sontuosa cena a lume di candela. Accanto al prete, tanto scorbutico nelle trattative, è la valletta in audacissimo décolleté. Ora il prete si ammansisce e diviene persino galante. La valletta sorride con delizia e adesca l’orco americano. Nelle grandi terrazze della villa, nella camera riservata di lui, lei abbozza discorsi sull’esistenza di Dio, sulle sue crisi, sulle sue angosce. E’ notte!

All’indomani l’orco americano – dopo avere celebrato messa nella cappella gentilizia – è arrendevole negli affari. Viene ceduto il quaranta per cento dell’Immobiliare al banchiere del sud o meglio alle sue finanziarie estere a loro volta sovvenzionate dagli Hambro.

Il nostro banchiere chiede ed ottiene dal monsignore dell’IOR l’amministrazione dei capitali in dollari conseguiti dalla vendita dell’immobiliare romana. Unica condizione al perfezionamento dell’investimento ideato è il consenso all’acquisto di una banca americana che il banchiere sta trattando da tempo. L’amor patrio del monsignore è quasi solleticato e l’accordo immediatamente siglato.

Le trattative a New York con padrini di riguardo: alcuni consulenti del presidente degli Stati Uniti alla cui campagna elettorale l’uomo del sud aveva contribuito con consistenti elargizioni.

E l’iniziativa ha felice esito.

A Milano, nell’attico a ridotto della Scala, il banchiere è al culmine del suo successo. Giù, telescriventi intrecciano messaggi in inglese con banche di mezzo mondo: da New York a Tokio, da Londra a Parigi e a Francoforte. Pacchetti azionari passano di mano, la borsa impazzisce, gli gnomi della finanza abbondano. Pavidi speculatori soccombono e le loro piccole immobiliari vengono fagocitate dal finanziere siculo con strascichi giudiziari che compiacenti giudici riescono ad archiviare. Lui: quasi triste, ormai brizzolato, persino mistico.

Fabbriche e palazzi si vendono o si addossano scompostamente con vorticoso giro di cambiali portate allo sconto nelle sue banche. Idee anche bizzarre quali l’acquisto di brevetti per la costruzione di macchine capaci di trasformare miscugli alimentari in gelati! Finanziamenti ai colonnelli greci e poi a quelli (meglio generali di casa nostra). Fondi alla Nova Scotia, camuffati da intrecci perdenti di outright, per finanziare il Mossad. Intanto dalla banca americana prestiti in dollari vengono convogliati in Italia e da qui all’estero per consentire la fuga dei capitali dei nostri industrialotti. Abile il banchiere nello sfruttare la loro insipienza. Si fa pagare da loro dollari del mercato nero a lire 750 e poi glieli acquista sotto forma di finanziamenti di holding estere a lire 650. Il banchiere si espande: compra banche in Svizzera, in Germania, in Francia e ne inventa a Nassau o a Cayman Islands o a Panama City. E’ un impero finanziario con stuoli di brokers e tecnici dal gergo per iniziati (outright; spot; swap; forward rate; time deposits, stand-by …)

All’EUR, nel solito palazzo a vetri, si susseguono i consigli di amministrazione dell’Immobiliare il cui capitale sociale passa da 30 a 40 a 60 a 100 a 120 a 160 miliardi. Le azioni inondano la borsa, il “parco buoi” abbocca. V’è sempre il banchiere con le sue finanziarie a partecipazione estera a far quotare oltre le lire 1000 le azioni inflazionate da lire 240 di valore nominale.

Dalle sue banche il sostegno finanziario, sempre più intenso, sempre più ambiguo, sempre più illecito. Dagli istituti previdenziali depositi alle banche. Di conseguenza, interessi neri o provvigioni ai dirigenti “politici” degli enti previdenziali. Il banchiere è munifico; l’onda della corruzione monta, senza argini, ammaliante, impetuosa.

Nel consiglio di amministrazione dell’Immobiliare siedono i probi presidenti delle banche pubbliche del sud. Vi siedono perché favoriscono l’aggiotaggio del banchiere. Dalle sue banche partono depositi fittizi presso le banche pubbliche che li destinano, sotto forma di riporto, alle finanziarie del banchiere detentrici del capitale azionario di controllo dell’Immobiliare. Una baraonda simboleggiata dall’atmosfera orgiastica delle serate distensive nella villa dei Castelli, dopo le riunioni del consiglio di amministrazione. I pingui e frustrati burocrati – assurti a strateghi della finanza per voto democristiano – si divertono chiassosamente, scompostamente con le ragazze approntate dal banchiere. In controluce, lui, dignitoso, parco, come in religiosa estasi.»


 - Oddio! … Oddio! …. Oddio, ma ecco qui tutto l’arcano, la vita e la morte, gli affari e gli intrighi, le connivenze ed i rinvii …. Eccetera, eccetera.. si sussurrava Meluccio Cavalieri di Giorgenti.

Strano, nessun accenno a fatti di mafia. Compiacente il siciliano e racalmutese Aurelio La Matina Calello. Si sussurrò una volta ma era panzana. Aurelio odiava la mafia. Nessuno della sua famiglia aveva avuto mai a che fare con l’onorata società. Ne provava disgusto. La considerava un’accolta di imbecilli … ed anche sanguinari. Un mafioso artefice di volpini intrecci affaristici, era idiozia, per Aurelio da sghignazzarci solo sopra. Le vicende delle banche siciliane di Milano degli anni sessanta, settanta ed ottanta era un baluginare di accecante intelligenza: altro che un ragliare di mafia.

“Lu sciccareddu” della dirimpettaia “Vecchia Maniera”, ragliando con la solita simpatica sconcezza, gli rammentò la succulenta e conviviale “mangiata a la racarmutisa” cui era invitato. Ebbe voglia di chiudere per quel giorno. Rimise ordine nelle carte del villino di Aurelio a Bovo. Ma ancora una sorpresa: sulla foderina color senape del carteggio con Melissa Cohen stava scritto, a matita,:

la donna

del Mossad

in un miscuglio di rosso e di blu che il suo grave daltonismo non consentiva di miscelare passabilmente.

- E qui un’altra fottuta! Altro che vendetta della mafia per come si ostinò a pensare sino alla morte la dottoressa Evelina Adelaide Mangoni Mistretta. Se ci stanno di mezzo i servizi segreti (oddio! quelli israeliani, no. Sono sanguinari) sono proprio fottuto. Allora? … scendiamo giù alla Vecchia Maniera. Vediamo se sono riusciti a capirmi, nelle mie ricette culinarie. In quelle eccello … sono imbattibile.


Certo non è stato elegante da parte mia andarmi a ficcare nel suo informatico pulpito clerical-salesiano. E credo che il desso se la sia proprio presa. Va a finir che mi cancella dagli “amici” fbeistici. Cre

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