mercoledì 11 maggio 2016

I fiori della scarpata del mio eremo a Bovo ed altro. Miscellanea folle.

Ornella Pennacchioni con Raffaele Somma e altre 13 persone.
-IL NODO- a Domenico Appetiti
di Ornella Pennacchioni.
Mimmo, ed io. Eravamo il fiuto armato e allegro di noi due. Siamo stati lo sguardo, la parola, la mano qu...ando ne avevamo bisogno entrambi. Io lo zero dell'attrice: senza fiato, senza postura, senza ogni senza, il tutto del niente, e poi tu, l'Attore, quello che calza sulle “T” per far capire bene chi sei, finché, il Gigante diviene piccolo dentro una chiamata infame. Viene da dire: avessero sbagliato persona, che anche da giùlassù, non possono forse sbagliare? Non possono sbagliare i diavoli, e gli dei? Sull'altalena con mezza chiappa di fuori, ti ho persino spinto come un coraggio che passava di lì. Un giorno, mille giorni, un secondo di sempre, mentre imparavamo l'uno dall'altro qualcosa di profondo come l'amore, come l'esserci al volo, laddove le ali sono brevi anche per le aquile reali. Eravamo sulla sponda liscia di rimpiazzo al tolto, senza scivolare, sull'equilibrio delle cose vere. Era facile. Ti ho lucidato le piume, ricordi? Quelle della vanità d'esserci, della parodia, quella del vezzo minore, che ti alza il tono dell'umore. Oh Wanda mia!!! Abbiamo usato una sorta di fuso, da terra all'ignoto, un filo di luce lungo quanto la dismisura. Quando ti penso, Mimmo, ho certezza, che tu tenga al caldo d'incubatrice, il nostro Noi. Credo che sia quello che mi abbia resa così felice, mai paurosa, in scena. Tu eri là dove io mancavo di te. Perché ti sento, perché odio chi ama l'Indimenticanza, io terrò sempre l'altro capo del nodo.
Tua Ornella

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Lillo Taverna Divina pagina di diabolica oscurità. Amor Sacro, Amor Profano? due in uno uno in due e in fondo il NULLA. Gli equinozi dell'umana assurdità. Le muliebri cantilene delle tetre prefiche in preda di erinni senza amore. Solo la morte è divina.

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