sabato 14 maggio 2016

La Cernigoi credette di avere trovato il bandolo della matassa quando viene e sapere che "il nome di Messana risulta nell'elenco dei criminali di guerra  denunciati dalla Jugoslavia alla Commissione delle Nazioni Unite  per i crimini di guerra (United Nations War Crimines Commission). Il rapporto di denuncia , redatto in lingua inlese ed inviato dalla commissione statale Jugoslava  in data 14/7/44, lo accusa " di tutta una serie di ignominie.

Alla Cernigoi non punge vaghezza di sapere che fine ha fatto quel livoroso rapporto slavo, titino, ovviamente antitaliano.

Bene, per quanto attiene al Messana ecco cosa arriva al SIM di Roma.



A  Roma emerge subito la fasullità di un Messana subordinarsi ad un civile e per giunta gerarca fascista quali Grazioli che lui voleva carcerare come ci svela Senise. 
 
 
"Qualche giorno venne da me il bravo questore di Trieste, Messana,  che proprio non aveva l'animo del fascista. Egli nel sentire da me l'interpretazione autentica de telegramma che aveva perfettamente intuito, lasciò esplodere l'intima gioia, all'idea  di quegli arresti che auspicava col cuore!
"Quando ritornò a Trieste compilò subito l'elenco, comprendevi tutti i gerarchi, a cominciare dal suo prefetto Tamburini e senza omettere nessuno dei capoccia che deliziavano la provincia.
"Per la delazione di alcuni funzionari infedeli la cosa si seppe in federazione e poi a Roma alla segreteria del partito. Si può immaginare  che cosa avvenne, contro il questore e contro di me.
"Il Duce non mi disse niente: me ne parlò Buffarini. Io gli mostrai il mio telegramma  e gli feci toccare con mano quanto benevoli fossero i miei sentimenti verso i gerarchi fascisti.
"Sostenni strenuamente Messana e mandai sul posto un energico e assai intelligente ispettore generale , il famoso Cocchia, dopo avergli spiegato bene le cose. L'ispettore ritornò con una relazione dalla quale risultava  pienamente la buonafede del questore Messana e si affermava che il segretario federale e il prefetto, che aveva fatto non meno baccano del federale, erano stati tratti in inganno da quei due o tre funzionari infedeli, che si erano macchiati della calunniosa delazione in odio al loro superiore, uomo energico e rigoroso.
"Disposi subito la denuncia di questi funzionari al Consiglio di Disciplina,  come meritavano perché si erano messi al servizio della federazione e avevano tradito il segreto di ufficio.
"Quanto al bravo Messana, siccome dopo tutto quello che era avvenuto non era prudente lasciarlo a Trieste, lo trasferii a Bologna, residenza assai amìbita e di suo gradimento, non senza aver prima sottoposto il provvedimento alla preventiva approvazione del capo del governo.
"Malgrado queste complicazioni, i piani O.P. furono varati e  approfittando di un allarme aereo notturno,  Scuero, d'intesa con me, fece fare al Corpo di Armata di Roma addirittura la prova generale dell'occupazione  militare della capitale.
"Nessuno se ne accorse , e fu fortuna per noi: ché, se ne avesse avuto sentore Mussolini o i grandi gerarchi che gli stavano vicino, Dio sa quale fine avremmo fatto  Scuero, io e il generale Magliano, suo capo di Gabinetto.
 
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"3) 'Quanto al terzo addebito, io non so con precisione a che cosa vogliate alludere [Senise controbatte Mussolini, n.d.r.]. ma credo che intendiate riferirvi al questore di Trieste.
" ' precisamente', ,oi imterruppe Mussolini.
"' 'Ebbene - continoai - la questione è molto semplice : il federale di Trieste accusò il questore Messana  di avere compilato un elenco di tutti i gerarchi della provincia, a cominciare dal prefetto e dal federale, in previsione di un loro eventuale arresto. Io interrogai il questore e mi disse che la cosa non era vera; feci fare un'inchiesta  dall'Ispettore Cocchia e anche lui mi smentì la cosa. Per quale ragione dovevo credere ad un federale   e non a due funzionari della Polizia? ' non ho quindi adottato alcun provvedimento contro il questore Messana. Siccome era evidente che egli, data la tensione che si era stabilita tra lui e il prefetto non poteva più rimanere a Trieste, l'ho trasferito a Bologna. Sottoposi questo provvedimento alla preventiva approvazione vostra: e allora quale è il mio torto?".
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Senise non riscosse poi le simpatie del Casarrubea che tentò di farlo apparire un contrabbandiere al servizio di Genovese. Abnormità diffamatoria anche qui. Ma comunque non poté smentire questa versione su Messana. Allora la trascurò del tutto e finse di  cedere al Tamburini e a tal Ricciardelli che ha l'aria di essere della cricca fascista  che Messana aveva perseguito.
 
Vengono cucinate delle infamie che fortunatamente non hanno avuto  riscontro nell'operato del Ministero.
 
Incredibile la subordinazione di un questore Messana, "uomo energico e rigoroso" ad un estraneo capo del fascista ALTO COMMISSARIATO PER LA PROVINCIA DI LUBIANA di Grazioli.
 
E per giunta anche il Grazioli è ben altra pasta rispetto alla diceria dell'accusatore qui anonimo ma che ha l'aria di essere un qualche delatore della polizia italiana ora divenuto partigiano fedelissimo di Tito.
 
Intanto possiamo affermare che Grazioli agiva in piena autonomia e anzi sovraordinazione rispetto al Messana. Eccone la prova:










 
 
Ma a ben guardare l'anonimo accusatore slavo si sofferma sul caso Tomisic cui ebbe a dedicarsi il Messana. Ne abbiamo parato già tanto. Ma ci torneremo.
 

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