venerdì 16 dicembre 2016

 
Avrei voglia solo di gridare per Siena_ FERMATELI. Quando si usa troppo gergo incomprensibile, troppi anglicismi, troppa tortuosità linguistica vuol dire che troppi imbrogli s'intendono velare. Qui si fa evaporare una pubblica FONDAZIONE per dissipare una grande e gloriosa banca svendendola a dei mercanti esteri che dopo averla prosciugata la manderanno al macero. Cose peraltro già viste.
 
Calogero Taverna
 
 
 
 

Mps

Monte dei Paschi, ultimo atto?

Il Consiglio d’Amministrazione di MPS riunitosi oggi, dopo aver ottenuto il via libera informale della Consob, ha confermato la volontà di proseguire nell’aumento di capitale “di mercato” di 5 miliardi di euro da realizzare con:
1. la conversione in azioni su base volontaria fino a 4,5 miliardi di tutti i bond subordinati e con la trasformazione in capitale del titolo ibrido Fresh a suo tempo emesso per 1 miliardo e in circolazione per 220 milioni circa;
-2. l’aumento di capitale a pagamento per la parte che residuerà dopo la conversione delle subordinate (cioè da 500 milioni in su)
Il Monte dei Paschi ha confermato il prezzo massimo in 24,9 euro per azione, prevedendo un prezzo minimo tecnico di 1,00 euro per azione, ciò per consentire la gestione della prelazione agli azionisti.
Il 35% dell’aumento sarà destinato al pubblico in Italia, di cui almeno il 30% in prelazione agli attuali azionisti, mentre il 65% andrà a investitori qualificati italiani ed esteri.
I prezzi di conversione restano quelli fissati dall’Assemblea del 24 novembre: l’85% del valore nominale per le obbligazioni subordinate Tier 1 (pari a 431 milioni) e al 100% per le Tier 2 (pari a 3.858 milioni), compresa l’emissione “retail” di 2.160 milioni del 2008 necessaria a completare la dotazione patrimoniale per acquistare Antonveneta.
Ovviamente, il CdA ha rimandato a prossima deliberazione la fissazione dell’esatto ammontare dell’aumento di capitale nelle due componenti (offerta pubblica di acquisto e scambio nonché parte a pagamento) quando sarà noto l’ammontare delle adesioni all’offerta stessa che resta volontaria.
In buona sostanza, l’aumento di capitale in contanti sarà pari alla differenza tra 5 miliardi e quanto avranno convertito i possessori di obbligazioni subordinate.
Le azioni di nuova emissione saranno offerte in sottoscrizione al gruppo di banche collocatrici, cioè il consorzio formato da JP Morgan, Mediobanca e le altre (che incasseranno le laute quanto discusse commissioni). Sperando, naturalmente, che gli investitori del Qatar ed i fondi americani ci siano ancora.
L’operazione dovrà concludersi entro il 31 dicembre e, qualora fallisse, la parte di aumento da conversione delle subordinate non troverà esecuzione.
Le banche vivono sulla fiducia dei risparmiatori che affidano loro i propri risparmi; la fiducia si alimenta o si riduce sulla base delle certezze e delle aspettative.
Il solo annuncio della volontà del nuovo governo di mettere in sicurezza il sistema bancario italiano, anche con un decreto “ad hoc”, è stato sufficiente a far risalire i corsi dei titoli bancari e a rendere di nuovo possibile – malgrado le dimissioni del governo presieduto da Matteo Renzi – la soluzione di mercato per mettere in sicurezza la più antica banca del mondo.
Questa è la misura tangibile da una parte dell’effetto annuncio dell’intervento pubblico che spunta le unghie della speculazione, trasmettendo al mercato un segnale di sicurezza. Il contrario dell’introduzione – senza una vera preparazione delle banche, dei risparmiatori e del pubblico – del bail-in che ha invece minato le certezze storiche sulla solvibilità delle banche italiane e sulla tutela del risparmio sancita dall’art. 47 della Costituzione. Ciò malgrado l’esistenza nel nostro Paese di mercati finanziari anemici ed ostili agli aumenti di capitale, di variabili politiche di ogni genere e del problema della gestione di sofferenze, attraverso cartolarizzazioni, dal recupero incerto.
La conseguenza, ne abbiamo sentore ormai tutti i giorni, sono i continui segnali di incertezza che vanno ben al di là del ristretto teatro degli istituti problematici, finendo con il coinvolgere e danneggiare l’intero sistema.


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