lunedì 28 gennaio 2013

Ritorno in Alitalia e leggo in Ulisse la Palermo di Gaetano Savatteri

Ritorno in Alitalia per Roma, da quanto tempo non ho preso la compagnia nazionale! Sfoglio Ulisse, la rivista che ti mettono nella sacca antistante per farti passare un po' di tempo. La sfoglio: ecco Gaetano Savatteri, ecco un suo bello articolo su Palermo. Non c'è che dire Tano oggi scrive sagace e fascinoso. La sua grafia è elegante, scorrevole ed avvincente. Bravo, bravo davvero. Non voglio essere quello che contra omnia vuol ridurre Racalmuto. In questo piccolo lembo di paradiso, per dirla alla Bufalino, ne nascono di meraviglie. E non ditemi che Savatteri è nato credo a Milano; padre e madre, son di qua. Emigrarono in Padania per un breve periodo, tanto per acquisire punteggio e tornarsene a Racalmuto. Lillo Savatteri è una bandiera di questo strano paese che  invero è il paese del caciummo e lo vogliono atteggiare a terra saggia del sale o a paese esplosivo dello zolfo. Altri persino l'hanno voluto deformare in una improbabile Regalpetra.
Gaetano Savatteri, anche per guadagnarsi il pane quotidiano, scrive paratattico, ma è capace di agghindare due righe del contratto spazio di una colonna con sette aggettivi: li ho contati. E Palermo sembra un'altra; ma così attira più turisti. La Vucciria pare ora il raduno di gente notturna che magari sono i nipotini di quelli che una volta alla Vucciria ci andavano a bere brodo eccellente di gallina ruspante, o purpi (rammento il grande avvocato racalmutese che scoperto  sembrava disdegnare quella roba là, ma girato l'angolo se ne ingozzava), o nipotini ignari che i loro avi quando quelle case erano chiuse  alla Vucciria  in quei palazzi riatti andavano a scoprire la tecnica dell'amore.
Tano ha altra cifra estetica. Ed è quella giusta (per la rivista patinata e per i tipi dei nuovi lettori). Confesso: sono stato orgoglioso  per quella firma, avrei avuto voglia di importunare il passeggero che mi stava accanto per dirgli: chistu è paesanu mio

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